Gomorra – La serie, su Sky Atlantic la produzione evento tratta dal bestseller di Roberto Saviano
Su Sky Atlantic Gomorra-La serie, una miniserie tratta dal libro di Roberto Saviano che racconta la lotta tra due clan per il controllo dei traffici illeciti tra complotti, omicidi e tradimenti, che metteranno alla prova i personaggi
Dopo le polemiche che si porta dietro da più di un anno, debutta in tv “Gomorra-La serie”, dodici puntate tratte dal best seller di Roberto Saviano (diventato anche un film diretto da Matteo Garrone) in onda da questa sera alle 21:10 su Sky Atlantic (in contemporanea su Sky Cinema 1).
Prodotto da Sky, Cattleya e Fandango, in collaborazione con La 7 ed in associazione con Beta Film, “Gomorra-La serie” ha il soggetto dello stesso Saviano, che ha collaborato con Giovanni Bianconi, Stefano Bises (a capo anche del coordinamento editoriale), Leonardo Fasoli e Ludovica Rampoldi, questi ultimi tre anche sceneggiatori insieme a Filippo Gravino e Maddalena Ravagli, per la regia di Stefano Sollima, Francesca Comencini e Claudio Cupellini.
La serie prende spunto dai temi del libro, che ha analizzato la situazione di difficoltà e pericolo a cui deve far fronte il quartiere di Scampia, a Napoli, dove la criminalità organizzata impera e controlla un enorme traffico di droga, raccontando però una storia nuova, che ha a che fare con due clan in lotta per la conquista del potere e per diventare così dominatori della zona e dei suoi traffici.
A gestire il controllo delle attività illecite c’è il clan dei Savastano, guidato da Pietro (Fortunato Cerlino) boss alla vecchia maniera temuto e rispettato da tutti, che si fa aiutare nelle gestione degli affari dal fidato Ciro Di Marzio (Marco D’Amore). Il figlio di Pietro, Genny (Salvatore Esposito) sa di essere colui che dovrà prendere il posto del padre una volta che questo si ritirerà, ma teme di non essere all’altezza del padre.
La situazione del clan si fa complicata quando Salvatore Conte (Marco Palvetti), a capo di un clan rivale, prova a sottarre il dominio della zona ai Savastano, con una serie di attacchi a cui Pietro sembra rispondere mantenendo il controllo acquisito negli anni. L’uomo, però, finisce in carcere: ora il clan ha bisogno di un’altra guida. A prendere il posto di Pietro arriva così sua moglie Imma (Maria Pia Calzone), che impedisce a Ciro di avanzare di “carriera” e ferma il debutto nelle attività di Genny.
La guerra tra i due clan, però, continua e Genny, dopo aver passato un lungo periodo in Honduras, sembra pronto a prendere il comando del suo clan. Per il ragazzo ci sarà da affrontare una battaglia, con uno dei suoi “soldati” pronto a tradire il clan ed un alleato che trama nell’ombra per scalzarlo, riaccendendo la faida con i Conte.
“Gomorra-La serie” è una produzione che ha avuto bisogno di due anni di lavorazione: le riprese sono durate 216 giorni ed hanno coinvolto, oltre ad attori professionisti, anche gente del luogo, per dare un’immagine più realistica alla vicenda, che usa anche il dialetto napoletano in alcune scene (sottotitolate per renderle comprensibili a tutti).
Come detto, si tratta di un progetto che non ha ricevuto solo critiche positive, ma che è stato anche al centro di numerose polemiche, in particolare quelle di chi vive a Scampia, che teme che la serie possa mostrare solo il lato negativo del quartiere, tant’è che ci fu il blocco alle riprese in loco di fronte ad alcune scene che sembrano evidenziare la presenza quasi esclusiva della criminalità organizzata in zona. Il problema è stato in parte risolto con un accordo che ha previsto, da parte dei produttori, la realizzazione di una serie di documentari che raccontino la Scampia che rifiuta le regole della camorra, ma le polemiche non si sono dissolte, fino ai manifesti contro la fiction comparsi la scorsa settimana a Napoli.
Polemiche a cui Sky sapeva bene di andare incontro, ma che non hanno impedito alla produzione di continuare a lavorare, fino ad ottenere un prodotto che, come detto da Sollima durante la conferenza stampa, punta ad essere un vero e proprio kolossal in tre atti:
“È stato un viaggio umanamente molto importante per me. La difficoltà era raccontare in 12 episodi il romanzo così complesso di Saviano. Abbiamo trovato una cifra che costituisce una novità di racconto: abbiamo deciso di raccontare un punto di vista diverso in ogni puntata. Questo ha aiutato a dare maggiore oggettività al racconto. L’idea è di raccontare un’unica famiglia, ma con tre archi narrativi diversi: il primo è quello del boss Pietro, il secondo è quello della moglie Imma, il terzo è quello del figlio Genny. Forse siamo riusciti a restituire un affresco che sarebbe stato difficile da dare con un’unica linea narrativa”.
Andrea Scrosati, vicepresidente della sezione cinema e spettacolo di Sky, intervistato da TvBlog, ha invece chiarito che “Gomorra-La serie” non corre il rischio di emulazione, altra accusa lanciata da chi ha criticato la fiction, confrontandola con “Romanzo Criminale-La serie”:
“Avendo avuto la fortuna di vedere tutte le 12 puntate e di aver seguito la scrittura, in questa storia l’empatia, l’identificazione con i protagonisti criminali è impossibile. Ciascuno di essi ha la classica parabola terrificante, ma non solo: la quotidianità in cui vivono è di una spietata crudeltà. Non c’è nulla, nemmeno un sorriso, un momento di gioia; forse c’è un po’ di esaltazione, ma è talmente inquietante da non dare nessun elemento identificativo. In questo senso c’è molta differenza con Romanzo Criminale, che raccontava una storia inventata-pur basata su uno scenario reale di 25 anni fa; una storia in costume, finita.”
Ad ogni modo, “Gomorra-La serie” è riuscita a diventare argomento di discussione prima ancora della messa in onda (Massimo ha visto i primi due episodi: qui trovate la recensione), diventando così popolare anche all’estero, dove è già stata venduta in quasi quaranta Paesi, tra cui l’America, dove Twc ha acquistato la serie. Un primato che fa di “Gomorra-La serie” un evento al di là delle polemiche.