Home Le Iene Announo, Pablo Trincia a TvBlog: “Sarò uno degli inviati, ma non mi occuperò di politica”

Announo, Pablo Trincia a TvBlog: “Sarò uno degli inviati, ma non mi occuperò di politica”

Da Le Iene ad Announo, il talk in onda da giovedì in prima serata su La7. Pablo Trincia intervistato da TvBlog

pubblicato 6 Maggio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 04:52

Ci sarà anche Pablo Trincia nella squadra di Announo, il nuovo talk show di La7 in onda a partire da giovedì 8 maggio in prima serata con la conduzione di Giulia Innocenzi (intervistata da TvBlog). Al noto inviato de Le Iene abbiamo chiesto quale sarà il suo ruolo nel programma spin-off di Servizio Pubblico che, come annunciato in conferenza stampa, nella prima puntata avrà ospite il Premier Matteo Renzi. Abbiamo chiesto al reporter anche un parere sulle polemiche che riguardano la trasmissione di Italia1, in particolare per come è stato trattato il caso Stamina.

Quale sarà il tuo ruolo? Ti occuperai di politica e politici? E come ti hanno convinto?

Farò l’inviato. Non mi occuperò di politica, ma dei temi di cui mi sono sempre occupato. Farò reportage sul campo. Mi hanno chiesto se mi andava di collaborare a questa avventura; ho accettato perché è una nuova sfida, mi sono buttato. Ero curioso di provare un nuovo linguaggio, un nuovo modo di scrittura, di montaggio, di regia.

Sei un volto giovane, sei figo – dicono le mie colleghe-, sei poliglotta, eppure questa è soltanto la tua seconda esperienza televisiva, dopo Le Iene. In passato hai rifiutato altre proposte simili o non ne avevi ricevute?

Mai avuto altre proposte.

Questo ti sorprende?

No. Sai, all’inizio mi domandavo che ruolo potessi avere io in Announo. Poi però ho capito che a loro interessavano cose che io ho sempre fatto e allora l’ho ritenuta una proposta interessante.

Leggendo la tua biografia e in base all’immagine che passa di te dalla tv non sembri corrispondere allo spettatore medio di un talk show tradizionale. Sbaglio?

La politica non è il mio pane quotidiano, mi occupo di inchieste sociali, sul campo.

Diciamo che se io dovessi chiederti come è fatta una puntata di Servizio Pubblico…

Saresti uno stron*o (ride, Ndr). Io non guardo la tv in generale. Le Iene è un lavoro che ti porta via tanto tempo, ho dei bambini piccoli, non ho il tempo di guardare la tv, a malapena vedo i miei servizi. Son sempre in giro, lavoro fino a tardi, è difficile seguire un programma in particolare. Anche andare al cinema è complicato.

La notizia è che si può fare tv anche senza guardarla o che la televisione nella tua vita professionale è solo un passaggio?

Credo che si possa farla senza guardarla; se hai un modello di giornalismo e di racconto. A me capita di guardare documentari, anche su internet. Non è che non guardi quello che fanno gli altri.

C’è la possibilità che nel futuro immediato tu venga integrato nella squadra di Servizio Pubblico?

Questa esperienza è iniziata così, sono un freelance, non ho smesso di fare quello che faccio sempre. Vediamo come andranno le cose.

Se ho capito bene il tuo sogno professionale non è quello di fare l’anchorman e di moderare un dibattito tra politici. Giusto?

Senza dubbio.

Non invidi Giulia in questo senso…

Ognuno fa quello che sente suo e che gli piace. Io sento mio il fatto di andare in giro, di fare le cose sul campo.

Passiamo a Le Iene. Una delle accuse è di fare sensazionalismo. Per esempio c’è il caso Stamina, sul quale tu non ti sei mai esposto….

Su quel tema Le Iene hanno fatto 25-26 servizi, io non li ho visti tutti, anzi ne ho visti pochi. Ho scelto di non parlarne pubblicamente perché non è la mia inchiesta; e per non dire cose non vere. Che sono state scritte sui giornali. Inesattezze, dati distorti, come racconta Golia in un servizio.

A prescindere dal caso particolare, ritieni che lo stile martellante delle Iene, dove peraltro l’informazione si mescola con la satira, possa rischiare di dar vita a campagne mediatiche che poi non portino a nulla?

Nel servizio di Golia è stata detta una cosa che tutti condividevamo: al netto di strumentalizzazioni, se qualcuno ha frainteso o l’ha visto come una campagna mediatica allora ce ne scusiamo. Andava detto, secondo me.

Alcuni tuoi colleghi de Le Iene hanno fatto pubblicità ad alcuni marchi giustificando questa scelta con le spese legali da affrontare eventualmente dopo la messa in onda dei servizi. Innanzitutto è vero che Mediaset non copre totalmente queste spese?

Sì. Noi abbiamo i nostri avvocati.

Pagati da voi?

Sì. Perché non siamo dipendenti di Mediaset, siamo tutte partite Iva.

Tu non hai mai fatto pubblicità?

No.

Per una tua precisa scelta?

Non mi sono mai posto il problema perché non sono mai stato contattato. Se me lo avessero chiesto ci avrei riflettuto a lungo sull’opportunità di fare una cosa del genere. Credo dipenda anche dai prodotti. Pif ha fatto una campagna per la Tim ed è stato criticato, ma credo abbia fatto le sue valutazioni.

Quante lingue parli? Qual è il numero ufficiale?

(ride, Ndr) Io direi che siamo a otto.

Allora vediamo cosa dice Wikipedia: italiano, tedesco, persiano, inglese…

Sì, ma non tutte le parlo bene. Per lingue parlate intendo quelle con cui riesco a farmi capire, non a scrivere trattati di filosofia. Qualche giorno fa ho incontrato un signore arabo, ho parlato con lui, ho capito quello che mi diceva, ma non posso mica dirti che parlo l’arabo. So quelle 10 frasi, 50 parole e le metto insieme.

Certo. Andiamo avanti. Allora, francese, spagnolo, swahili, portoghese, wolof, hindi e russo. In tutto sono 11…

11? No, il russo lo parlo malissimo.

Il servizio sulla droga Krokodil in Russia, con il quale hai vinto il premio Ilaria Alpi 2013, lo hai fatto tu però…

Sì, ma la storia di quel servizio è che i tossicodipendenti ci avevano detto che nella casa saremmo potuti entrare soltanto io e il mio autore Marco Fubini, senza interprete. Mi sono arrangiato, ho fatto di necessità virtù.

Continuerai a lavorare per Le Iene dopo Announo?

Certo. So che qualcuno scriverà ‘l’ex Iena Trincia’… io non me ne sono andato. Andrò in onda contemporaneamente a Le Iene ed Announo, ma solo perché sono state aggiunte altre puntate del programma di Italia1, altrimenti non sarebbe successo.

Questo ti preoccupa? Temi che il pubblico possa essere disorientato?

No, non mi preoccupa. Però so che si scrivono un sacco di caxxate, tipo ‘Pablo Trincia lascia Le Iene’. Ma non è vero.

Chiudiamo con Announo. Non guardi la tv di solito, ma giovedì per la prima puntata farai una eccezione?

Boh. Faccio schifo come intervistato, eh (ride, Ndr). No, scherzo, probabilmente sarò in studio. In questi giorni ho avuto modo di conoscere Giulia, è una ragazza molto carina, molto in gamba. Sarò lì perché come inviato della trasmissione è giusto esserci.

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