Si è tenuta oggi a Milano la conferenza stampa di presentazione di Chiambretti Supermarket, il nuovo programma di ItaliaUno aperto sette giorni su sette a partire dal 13 maggio alle 23.50. Si tratta di uno show di seconda serata, dunque, ambientato in uno studio vuoto di 900 metri quadri e che avrà per protagonista proprio Piero Chiambretti. Tre puntate saranno in diretta e avranno una durata di un’ora e mezza circa, mentre le altre quattro saranno dei montaggi di trentina di minuti di quanto già visto negli appuntamenti precedenti. Il primo a prendere a parola durante il pranzo-conferenza stampa di oggi è stato il Direttore di rete Luca Tiraboschi che, come da tradizione in queste occasioni, ha espresso il proprio entusiasmo:
Siamo qui per festeggiare, dopo una lunga gestazione durata più di due anni e mezzo, il nuovo programma di Piero. Da parte mia la soddisfazione è enorme perché Chiambretti non solo è l’artista di punta di ItaliaUno ma il suo contributo è proprio quello di illuminare il canale stesso. Lui ormai è brand di se stesso, io fossi qualcuno che conta, farei un canale, il Chiambretti Channel. Partiamo martedì, con una programmazione quotidiana, una killer application: Piero, come una specie di leoncavallo positivo, occuperà la rete per tutto maggio fino alla prima settimana di giugno. Tre appuntamenti in diretta più quattro che saranno le director’s cut di quanto già andato in onda. Per noi questi due anni e mezzo sono stati lunghi ma sono davvero volati, sembra ieri che abbiamo lanciato il Chiambretti Sunday Show!
Poi è stata la volta del protagonista di questo show, Piero Chiambretti, che si è lanciato in un lungo monologo esplicativo dello show. Prima di tutto ha parlato dei due anni di assenza dai nostri piccoli schermi, elencando alcuni nomi di persone che gli sono state vicine e che hanno creduto in lui:
Il nostro è un ambiente difficile in cui se sei fermo ti spariscono tutti gli amici che avevi quando eri in onda. Antonio Ricci e Piersilvio Berlusconi no, sono stati sempre con me, dandomi fiducia. In questi due anni e mezzo ho potuto ricaricare un po’ le pile e togliermi quel ruolo di employeur che stavo recitando: stare in tv ti fa conoscere, ma rischia di minare la tua creatività, rischi di diventare uno che timbra il cartellino. Il punto è che io mi ritengo un autore televisivo e la tv d’autore non si può fare tutti i giorni. Sono passati due anni ma la televisione non è cambiata per niente, è rimasta immobile, ha perso ancora un po’ di terreno rispetto al resto del pianeta anche se eviterei di parlare di web e di social. Fermandoci al discorso televisivo uno pensa di andare via, tornare e non trovare nemmeno più l’indirizzo. Tutto questo potrebbe essere il motivo per cui la tv oggi non sta certo attraversando un periodo d’oro…
Chiambretti parte subito da quello che considera il vero e proprio ospite d’onore del suo show che avrà un ruolo ben preciso:
Questo programma si chiama supermarket, supermarket è il padre di tutte le marchette e il nonno di tutte le telepromozioni. Supermakerket è la televisione perché usa un linguaggio consono a quello televisivo: quanti prodotti congelati ci sono nei nostri piccoli schermi? E quante primizie? È curioso vedere come il linguaggio del supermarket sia adattabile a quello della tv. E ora passiamo al vero e proprio colpo di mercato che ho fatto per questo show: il direttore del supermarket sarà Cristiano Malgioglio. Con lui compri uno e prendi due: un artista e una diva. Io voglio dare una nuova dignità artistica a Cristiano. Puntiamo molto su di lui e crediamo sia il personaggio di spicco di questa squadra. A parte gli scherzi, credo sia innanzitutto un artista, nessuno di noi ha scritto le canzoni che ha scritto lui. È un personaggio buffo, sa di esserlo, ma mi auguro che qui possa essere anche qualcos’altro e prendersi i suoi spazi in modi che, visto che si tratta di un programma in diretta, per ora non posso prevedere del tutto. Poi ci sarà Chiara Nasti, fashionblogger, che però potrà stare in onda solo 12 minuti perché è minorenne. Quindi Chiara Nasti che è un prodotto del nostro superamrket, ha una sua scadenza come le mozzarelle: la manderemo in onda prima di quel che meriterebbe la scaletta.
Ma cosa sarà, nello specifico, Chiambretti Supermarket?
Supermarket è innanzitutto una supermarchetta. La griffe degli artisti rimane sempre la stessa. Santoro è sempre lui così come Fiorello, Bonolis ecc…ho assistito al pil della televisione, cioè la marchetta, che riempie i palinsesti 24 su 24, anche se nessuno lo dichiara. Noi sì, fin dal titolo. Nel programma ci saranno appuntamenti fissi. Non rubriche (parola obsoleta) ma appuntamenti. Il più interessante è un biglietto per Rio 2014. Noi arriviamo a un mese da un evento planetario, i Mondiali, che fermerà tutto il mondo. Forse pure Renzi smetterà di parlare. Lo show che mi sono immaginato doveva essere un ponte ideale in attesa verso questo evento. Non vi consiglio di vedere i Mondiali, comunque, perché non sono sulle nostre reti. Però io cercherò di avere tutte le sere (non in studio perché non se ne può più di vedere gente che sta seduta a un tavolino con un libro) calciatori come Ciro Immobile, Gilardino e Chiellini. Nel corso della prima puntata, Ciro Immobile sarà collegato da un mio ristorante con la fidanzata. Per quanto riguarda la seconda puntata con giardino, ci sarà il collegamento da un altro mio ristorante, quello di Torino. Questa è la filosofia, molto interessante, del nostro programma.
Durante lo show si parlerà comunque di film e libri da promuovere. La verà novità, però, è che si cercherà di vendere anche esseri umani. Anzi, humani con l’acca iniziale…
In un supermarket come in televisione abbiamo assistito alla vendita di qualunque cosa: libri, dischi, film, emozioni. Ma mai si sono venduti esseri umani. Ecco, nel nostro programma tenteremo di farlo. Molti italiani non arrivano alla fine del mese e quindi devono portare a casa due stipendi invece di uno. Avremo molti esseri umani (anzi humani, come li abbiamo definiti) che hanno una doppia vita: di giorno professionisti, architetti, ecc…e di notte un po’ per vizio e un po’ per disperazione fanno altro. Al nostro supermarket si esibiranno, verranno giudicati dal direttore Cristiano Malgioglio che darà loro un valore in soldi e poi verranno infilati in cabine con la tenda e aspetteranno che i telespettatori se li comprino. Quello che resterà inveduto, verrà rimesso in vendita il giorno dopo a prezzo scontato. Un supermarket ovviamente ha dei commessi e noi abbiamo una trentina di commessi tra i venti e i venticinque anni: ragazzi e ragazze che abbiamo scelto con cura secondo alcune caratteristiche precise: belli, brillanti, giovani e che non facessero parte di quella parte di giovani depressi che ci viene raccontata, a ragione naturalmente, ma che alla lunga stufa. Saranno un po’ come i commessi dei grandi market americani, ma anche saranno pubblico e corpo di ballo. E naturalmente saranno in vendita. Ognuno di loro ci racconterà velocemente il proprio sogno nel carrello. Se qualcuno vorrà mettersi in contatto con lui tramite la pagina Facebook del programma, potrà farlo. Il mondo per metà è in vendita e per l’altra metà si compra. Non c’è una puntata zero come si faceva un tempo in Rai e Mediaset, quindi se si sbaglierà, si sbaglierà da professionisti.
Ma c’è una marchetta, in particolare, che Chiambretti sogna di poter fare…
Una promozione che vorrei tentare di mettere in piedi è quella di far tenere aperti i musei italiani durante le notti del programma: questo potrebbe permetterci di collegarci con i più importanti musei italiani e farceli raccontare da una guida “speciale”, magari da qualcuno che col mondo delle arti visive ha poco a che fare ma che può dare una sua visione delle opere. Il nostro show si ispira indubbiamente al supermarket pop di Andy Warhol e caso vuole che in questo periodo ci siano un sacco di mostre su di lui in Italia. Noi abbiamo scelto la mostra che c’è a Napoli e abbiamo deciso di farcela spiegare da Rocco Hunt. L’idea della commistione tra sacro e profano, tra personaggi del rap e la cultura cosiddetta alta dei musei italiani, è un modo per promuovere i musei e, naturalmente, il disco di Rocco Hunt.
Chiambretti Supermarket andrà in onda sette giorni su sette in seconda serata tra dirette e “repliche”…
La fatica produttiva della diretta non è scontata: è uno show che potrebbe benissimo essere registrato alle 18 e mandato in onda a mezzanotte. Ma vogliamo le telefonate dei telespettatori per comprare i nostri esseri humani, quindi ci vuole la diretta. Le telefonate le prenderà la nostra centralinista, Bernice. Gli altri giorni sono a copertura di segmenti più brevi, rilanci, riubatutte o semplicemente repliche. Si tratterà di minipuntate da 30 minuti magari monotematiche, magari solo sul calciatore, per dire. Non fa male perché la tv di oggi è molto disattenta e comunque non tutti stanno davanti alla tivù ad aspettare me. La televisione, poi, è strana: mi capitò di fare una puntata con la Ferilli e le amanti di Tiger Woods e fece un risultato basso, la rimandammo il giorno dopo con Tiger Woods in apertura e la Ferilli in chiusura e fece l’ascolto record della stagione. Sky, tv a pagamento, vive su un nastro che gira. Noi, che non siamo a pagamento, credo possiamo permetterci benissimo di replicare. La replica pura non la faremo mai ma comunque non ci sarebbe nulla di male. Io ho rivisto Masterchef 12 volte e ho imparato a cucinare! Ricordo, comunque, che il programma dura un mese, ha una scadenza: come i temporary shop, noi saremo un temporary show! A maggior ragione non ci sono veri e propri obiettivi d’ascolto. L’obiettivo è solo quello di farsi vedere il più possibile da una cerchia ristretta di gente che è quella della notte. La missione richiesta al sottoscritto era di muovere la notte di Italia1 che da tempo era fissa su argomenti ripetuti. Del resto, io ho fatto pochissimi programmi d’ascolti nella vita, ma ne ho fatti tanti d’opinione e quelli magari sono stati pure di ispirazioni per altri…
Ma questo “temporary show” non rischierà mica di tornare a settembre, magari in versione meno “temporary”?
Ci auguriamo che il programma torni a settembre ma con la tv non si può mai dire. Quella di voler tornare in tv, per me, era una convinzione legata a un desiderio, non a una certezza matematica di successo. La televisione prima programmava di sei mesi in sei mesi, ora di ora in ora. Chissà se ritrovo lo studio ora che ci torno!
E, a proposito dello studio, non potevano mancare, infine, due parole sulla scenografia:
Questo è uno dei pochi programmi che anziché vivere in orizzontale, vive in verticale. È come un’installazione che ricorda da vicino le torri della Bicocca e questa è una delle caratteristiche più interessanti dello show. Ho voluto ridisegnare un supermarket, ovviamente concettuale. Non vedrete mai una cassiera, un carrello o uno scaffale. Sarà concettuale ma fortemente riconoscibile tramite segni grafici. Ringrazio l’azienda per avermi permesso di realizzare esattamente quello che avevo in mente quando l’ho proposto per la prima volta. la forma è il contenuto e mai come in questa avventura la forma è tutto.