Il Telefilm Festival “respinto” dal Comune di Milano? Gli organizzatori a TvBlog: “Non bisogna mai mollare, stiamo guardando altre realtà cittadine”
Il Telefilm Festival fa fatica a trovare i fondi per la decima edizione, dopo che il Comune di Milano non è sembrato entusiasta all’idea di sostenere la manifestazione. Ma gli organizzatori pensano anche a spostare l’evento pur di riproporre la kermesse dedicata alle serie tv
Il Telefilm Festival, la rassegna tutta italiana dedicata alle serie tv, è ferma alla nona edizione, svoltasi tre anni fa sempre a Milano. Gli organizzatori vorrebbero ripartire e continuare a proporre la manifestazione, che nel corso degli anni ha raccolto numerosi fan ed ospitato tavole rotonde, presentazioni in anteprime, retrospettive ed ospiti internazionali, ma si sono dovuti scontrare con la crisi e con la mancanza di fondi da parte del Comune di Milano, che ha sempre patrocinato l’evento.
Nonostante questo, Leo Damerini e Fabrizio Margaria, organizzatori del Festival ma anche ideatori del “Dizionario del telefilm”, dell’Accademia dei telefilm e del Gioco dei telefilm, non hanno mai mollato la presa, convinti che il Telefilm Festival possa ancora essere un evento capace di raggruppare i tanti appassionati di serie tv. In effetti, dalla prima edizione del 2003 ad oggi le serie tv hanno acquisito sempre più importanza e la critica ormai non si fa problemi ad associarle, come qualità e bravura dei cast, alle pellicole cinematografiche. I telefilm, ormai, competono ad armi pari con il cinema, ed a volte riescono anche ad avere la meglio, grazie alla possibilità di raccontare una storia al di là dei 120 minuti di una pellicola, riuscendo così ad avere un maggiore spazio di azione per le trame e l’evoluzione dei protagonisti.
Allora, come mai il Telefilm Festival si è fermato alla nona edizione? Damerini e Margaria, contattati da TvBlog, ammettono che il contesto in cui si muove oggi la diffusione delle serie tv -in cui ha un ruolo dominante anche il download illegale, che le reti pay cercano di contrastare con la messa in onda sottotitolata o in contemporanea delle novità americane- complica la preparazione del Festival:
“Il Telefilm Festival non è morto, come qualcuno pensa. Dopo la 9° edizione ci siamo presi una pausa di riflessione in quanto la formula che verteva per un terzo sulle anteprime – dove le altre due colonne sono rappresentate dagli ospiti e dagli incontri – è venuta via via a perdere d’appeal a causa dei download. Quello che ci muove da sempre è dare dignità al genere seriale e sdoganarlo a tutti gli effetti. Dagli inizi del 2000 ad oggi la parabola per considerare i telefilm ‘Settima Arte Bis’ – proprio guardando le serie tv sul grande schermo al Telefilm Festival – pensiamo che la missione sia riuscita. Ma non bisogna mai mollare.”
I due, infatti, hanno di recente presentato la loro idee per la decima edizione al Comune di Milano che, però, non è sembrato molto entusiasta all’idea di finanziare il Festival, preso dall’Expo 2015 (al centro, poi, di uno scandalo che ha visto la necessità di un cambiamento a livello di direzione dei lavori):
“Quando siamo andati a proporre una decima edizione della kermesse all’assessorato alla Cultura di Milano, in contemporanea con l’Expo 2015, convinti che potesse essere d’attrazione per i turisti stranieri e le fasce più giovani, tra una mostra di Leonardo e l’altra, ci siam sentiti dire che ‘i telefilm non sono cultura’ e che ‘vivono perlopiù su reti commerciali e che quindi le sovvenzioni vanno cercate in quell’ambito’. Plausibile (forse?). Fatto sta che dopo due giorni sono uscite le notizie sulle tangenti in merito all’Expo…”
A contribuire potrebbe essere stato il fatto che in Italia gli appassionati di serie tv sono considerati come una piccola parte del pubblico televisivo, e che quindi il genere non merita tutto questo spazio. Damerini e Margaria, però, non sono d’accordo:
“Resta il concetto che non bisogna mai considerarci una ‘setta’ – noi telefilmaddicted – per non restare isolati. Il Telefilm Festival ha sempre voluto, dalla prima edizione, creare link con altri generi e linguaggi: dalle retrospettive con i cult del passato agli incontri che accendevano i riflettori sulle tematiche al centro dei serial (moda, musica, giornalismo, fumetti, sesso, teen, internet…), fino ad arrivare a confronti anche audaci (L’isola dei Famosi vs. l’Isola di Lost, tra gli altri), ai workshop per addetti ai lavori attorno al boom del genere, agli incontri con l’Università Cattolica di Aldo Grasso. I telefilm sono specchio dei tempi che devono confrontarsi con la realtà che raccontano, spesso anticipandola (vedi ‘Person of Interest’ e il ‘Big Data’).”
Ora che sembra esserci lo stop da Milano, i due rivendicano la “libertà” da ideologie politiche del Telefilm Festival, motivo per cui potrebbe aver risentito della mancanza di fondi. Questo non significa che la manifestazione non si terrà più, ma potrebbe cambiare sede:
“Siamo nati e cresciuti senza ‘coccarde politiche’, con le sovvenzioni degli sponsor privati, e solo in corsa, in parte, del Comune di Milano, che evidentemente ora considera altre priorità. Stiamo guardandoci attorno, anche in altre realtà urbane e cittadine, oltre che studiando una formula innovativa così come fu quella del 2003, la prima kermesse dedicata interamente alle serie tv aperta al pubblico.”
Un riferimento va anche all’altra manifestazione dedicata alla seriaità, il Roma Fiction Fest, che ha aperto anche alla fiction italiana ed ha avuto una storia diversa dal Telefilm Festival, più orientato verso le produzioni straniere. “Ma sia chiaro: se a noi proponessero i 4 milioni di euro devoluti dalla Regione Lazio al Roma Fiction Fest, soldi pubblici di tutti, rifiuteremmo”, avvertono i due organizzatori. “Forse è meglio qualche telefilm in meno a fronte di qualcuno che rischia davvero di (soprav)vivere senza futuro come quelli di ‘Shameless’ “.
Per la decima edizione del Telefilm Festival, forse, bisognerà aspettare ancora: intanto, i fan delle serie tv aumentano, e se pensare ad un crowdfunding per mettere insieme la manifestazione sembra un’idea azzardata (ma, in fondo, potrebbe essere un’idea tanto audace quanto fattibile), gli appassionati dei telefilm non possono rinunciare ad un Festival che non ha perso valore.