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Rai in sciopero, Gubitosi (“un errore”), Longhi (“inopportuno”), Minoli (“suicidio”) contrari

Dopo Massimo Giletti, anche Minoli dice no allo sciopero previsto per l’11 giugno prossimo

pubblicato 3 Giugno 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 03:50

Dopo le parole ironiche di Matteo Renzi (“se lo avessero annunciato la settimana del voto non avrei preso il 40,8% ma il 42,8% dei voti alle Europee”), si fatica a trovare qualcuno in sintonia con la decisione dei dipendenti e dei giornalisti Rai di scioperare mercoledì 11 giugno, contro l'”incostituzionale” taglio di 150 milioni di euro previsto dal Dl. 66/2014.

Il direttore generale Luigi Gubitosi ha parlato espressamente di “errore”:

La Rai fa parte del sistema. Ci è stato chiesto un sacrificio e noi lo faremo. La Rai deve lavorare ancora di più per essere promotrice del cambiamento che il Paese chiede e di cui può e deve essere parte. Io poi vengo dal privato: sono abbastanza alieno dal concetto di sciopero per una richiesta dell’azionista.

Gubitosi ha poi sottolineato come il personale Rai sia già stato ridotto di 700 unità e di come sia necessario ringiovanire l’azienda. Il dg in merito ai tagli alle sedi regionali ha detto “preferisco non parlare di tagli, ma di ottimizzazione, di crescita”. Quindi ha spiegato che gli stipendi dei conduttori sono già stati tagliati e “quando un contratto scade rinegoziamo in basso”.

Tornando allo sciopero annunciato dai dipendenti Rai, si sono dichiarati contrari (oltre al già citato Massimo Giletti, mentre il grillino Roberto Fico si è detto favorevole) anche l’ex vicedirettore generale e per tre volte al capo del Tg1, Albino Longhi e Giovanni Minoli, pensionato (non senza polemico) dallo stesso Gubitosi un anno fa circa.

Per Longhi lo sciopero è “inopportuno” anche perché la Rai oggi può sostenere il taglio dei 150 milioni, a partire dai costi dello staff di Gubitosi e Tarantola. L’ex conduttore di Mixer ha definito lo sciopero “un suicidio”, ma al contempo ha chiesto al governo Renzi di indicare “esattamente quale prodotto volete ed eliminate l’evasione”. Intanto, come racconta La Repubblica, la posizione dei giornalisti di Saxa Rubra resta la stessa: “eliminino la figura del direttore della Tgr, i sei vicedirettori, finanche il direttore di sede, via le sovrastrutture burocratiche, ma perché cacciare i giornalisti, ridurre l’informazione”, dice Alfredo Di Giovampaolo, membro Cdr di Rai News 24. E molti altri ribadiscono che i soldi si possono recuperare sì, ma dalla lotta all’evasione del canone. Ma c’è anche chi come Claudio Valeri, firma del Tg2, dice:

Sono in Rai da 35 anni, tuttavia sono il primo a dire che dobbiamo aprirci al cambiamento, ma se il sindacato mi dice che dobbiamo fare sciopero io lo faccio.

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