Dolce casa, Veronica Maya si fa un mazzo a condurre e recitare (a livello artigianale)
In Dolce Casa Veronica Maya recita da protagonista e poi conduce dei talk sulle scenette della sua fiction, per tutta l’estate 2014 su RaiUno
Dolce casa è l’ennesima conferma di come Veronica Maya sia una grandissima secchiona. Come se non le fosse bastato ostentare dialettica a Verdetto finale e avere mire da showgirl allo Zecchino D’Oro, in Dolce casa ci tiene a dimostrarci che, da assoluta esordiente, recita molto meglio di Manuela Arcuri.
E’ una sfida che poche colleghe avrebbero potuto raccogliere, quella di dividersi tra conduzione e recitazione in diretta in meno di un’ora (rischiando di soffocare, perché hai appena sbocconcellato una mela da copione e devi subito intervistare Barbara Alberti). Per non parlare della difficoltà delle maestranze di RaiUno, di installare a tempo di record il cartonato del set nello studio di Unomattina.
La Maya si trova a dettare da sola (e abbastanza bene) tutti i tempi, da quelli televisivi a quelli recitativi, sperimentando un genere ibrido tra la commedia teatrale e la sitcom one shot. Certo, l’ingenuità è tanta (non fosse altro perché le battute verrano abbozzate e studiate a tempo di record), potrebbero risparmiarsi le brutte risate finte o gli applausi in formato animazione Windows 95.
Però Dolce casa fa simpatia di focolare domestico e, comunque, viene gestito con professionalità da molti degli attori del cast, vedi un carismatico Alessio Di Clemente. Se c’è un vero handicap è quello dei temi poi dibattuti nel talk show, che appaiono già “consumati” alla seconda puntata, vedi quello delle famiglie allargate. Cosa si inventeranno per riscaldare la minestra?
Insomma, l’idea di giocare col mix di generi è promettente e anche il racconto delle nuove generazioni è quasi credibile (ipertecnologici e disinteressati allo studio), ma quel che manca a Dolce casa è il coraggio. Hanno in mano un concept con un alto potenziale comunicativo, ma la soap a braccio dovrebbe essere usata per lanciare messaggi importanti, non come camomilla per gli anziani.
P.s. La cosa più inutile di Dolce casa è il collegamento col valletto egocentrico, che si finge amico del popolo mentre pensa alla prossima pulizia del viso. A quanto pare è in voga un nuovo trend, quello di aspiranti conduttori itineranti che tirano a campare alla corte di conduttrici dominanti, facendo il verso a Fiorello.
Dolce casa, le foto della sitcom di Veronica Maya