Da persona che ha sempre apprezzato il percorso professionale di Camila Raznovich, trovo che il suo twittare “sono ai palinsesti Rai”, con tanto di selfie egocentrico (e retweet dei fan), sia una bruttissima caduta di stile. Perché, per consentirle di farsi bella al gran ballo, c’è una signora professionista che in questo momento è a casa dopo anni di onorato servizio.
Come si sentirebbe, una qualsiasi donna di mezza età a vedersi defenestrata dal suo habitat naturale, il suo meritato posto fisso, a favore di un’ex vj radicalchic? Sì, perché Camila sta ai viaggi nazionalpopolari come Loveline alla fascia protetta.
Stiamo parlando di una che se ne è andata da Raitre anni fa, nonostante i buoni successi identitari di Amore criminale e Tatami, per la sindrome da maternità, anche catodica. Infatti ha provato a fare la mamma a tempo pieno anche televisivo, con il floppissimo Mamma mia che domenica su La7d e La7.
Poi, negli ultimi anni, l’abbiamo vista riciclarsi come improbabile giurata di Lasciami cantare di Carlo Conti e divulgatrice su DeA Sapere Hd, oltre che opinionista in vari talk pomeridiani.
Ora Camila si è alzata e ha deciso di usurpare il Kilimangiaro della Colò, approfittando dei dissidi in corso tra quest’ultima, che non voleva cedere al diktat di “snaturare” il suo programma, e la direzione generale.
Mentre la Raznovich si fa bella del lavoro altrui – come se RaiTre non avesse imparato la lezione di Per un pugno di libri ucciso da Geppi – la Colò si sfoga su Twitter (spalleggiata da un retweet di Antonella Clerici).
“Oggi è ufficiale. Non farò più il Kilimangiaro”.
Oggi ufficiale che non farò più il kilimangiaro. Un anno fa scrivevo questo a mia figlia… http://t.co/TGy8CiiT6P
— Licia Colò (@liciaanimalie) 26 Giugno 2014
E intanto posta un intervento sul suo blog, in cui ricorda quando un’altra volta nella sua vita aveva avuto paura del cambiamento. Era in un’Isola nel cuore dell’Oceano indiano. Si era trovata nel mezzo di una sparatoria. Aveva l’ansia di essere isolata, in un periodo in cui viaggiava per lavoro circa nove mesi l’anno. La mamma le disse di trovarsi un altro lavoro, per lei era impensabile lasciare un lavoro che si era conquistata. Ecco, però, che regalo le fece il Direttore di allora:
“Comunque, per concludere quella storia, al mio rientro ho comunicato al mio direttore che non ne potevo più di fare quella vita e, nonostante la difficoltà di una decisione così importante, piuttosto che continuare in quel modo avrei cambiato lavoro. Il direttore, non credendo alle sue orecchie, mi ha dato tre mesi sabbatici, poi per mia fortuna mi ha richiamato, proponendomi importanti cambiamenti che avrebbero reso il mio lavoro meno pesante. Felice, ho accettato, e dopo tanti anni sono ancora qui a fare con passione il mio lavoro”.
Auguriamo alla Colò di ritrovare la sua strada, magari a Mediaset o su Sky. Intanto una cosa è certa. In Rai sono risparite le Cuccarini, le Venier, le Colò e siamo pieni di Fialdini e Muccitelli e Raznovich. Signorine di cui la sciuria Maria non ricorderà mai opere e nomi. E’ come se tutte le nostre mamme 50enni venissero licenziate di sana pianta per lasciar posto a più rampanti trentenni. E’ davvero avvilente. Forza Licia!
Verso i #palinsestiRai pic.twitter.com/lMdwVRd8Ub
— Camila Raznovich (@camilaraznovich) 25 Giugno 2014