Canone Rai anche per partite Iva e pubblici esercizi, è polemica
Da Viale Mazzini precisano che nella lettera è spiegato che il versamento va effettuato solo quando ricorrono i presupposti
“Devono pagare il canone speciale coloro che detengono uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell’ambito familiare, o che li impiegano a scopo di lucro diretto o indiretto”. Così recita la legge (R.D.L.21/02/1938 n.246 e D.L.Lt.21/12/1944 n.458) che regolamenta il pagamento del canone Rai. E che, ancora una volta, è al centro delle polemiche.
Se nel 2012 a far discutere era il fatto che a versare il canone dovessero essere anche i possessori di pc e tablet, oggi a lamentarsi sono in particolare partite Iva, pubblici esercizi e aziende iscritte alle Camere di commercio.
Infatti anche i liberi professionisti che intrattengono i clienti nei loro centri privati con la tv devono pagare per legge il canone. 407,35 euro, di canone speciale. In questo senso nei giorni scorsi sono state recapitate lettere nelle quali si invita il destinatario a fare il versamento solo quando ricorrono i presupposti. A precisare questo dettaglio è la stessa azienda pubblica che fa notare che si tratta di “comunicazioni informative prive di connotati precettivi o intimativi, nelle quali si descrive con chiarezza il presupposto dell’obbligazione di pagamento”.
Ma l’iniziativa non è stata particolarmente apprezzata dalle associazioni di categoria. Il presidente degli artigiani veneti ha tuonato:
Vogliono farci pagare il canone speciale per il fatto che abbiamo computer portatili o addirittura le telecamere di videosorveglianza. Il dubbio è che la Rai, in difficoltà per il taglio di 150 milioni di euro chiesto dal governo, provi a fare cassa con un sistema molto dubbio, spedendo le cartelline da 407 euro anche ad aziende, professionisti, lavoratori autonomi.
Anche la politica sta provando a cavalcare l’indignazione dei liberi professionisti, che nasce soprattutto dalla confusione della comunicazione e dalla scelta di inviare a random (almeno, così sembra) le lettere. A Milano, per esempio, Ncd ha presentato una mozione urgente per abolire il canone speciale Rai.