Canone speciale Rai, Gubitosi: “Le lettere non sono ingiunzioni di pagamento, campagna stampa fuorviante”
Viene ribadito che il possesso di apparecchi privi di sintonizzatore radio/TV, come personal computer, monitor per PC, tablet, non comporta alcun obbligo di pagamento del canone di abbonamento speciale
La Rai ha risposto in maniera formale con una lettera scritta dal direttore generale Luigi Gubitosi alla richiesta di chiarimenti sulla questione del canone “speciale” avanzata dal presidente della Commissione di Vigilanza Roberto Fico. Di fatto vengono ribaditi i concetti già espressi quando divampò la polemica a seguito delle lettere inviate dalla Rai a commercianti, artigiani e partite Iva per informare del pagamento di 407,35 euro di canone speciale, da effettuare solo se ne ricorrono i presupposti.
Prima di entrare nei dettagli della missiva scritta da Gubitosi, la morale è che il possesso di apparecchi privi di sintonizzatore radio/TV, come personal computer, monitor per PC, tablet, non comporta alcun obbligo di pagamento del canone di abbonamento speciale. Premesso questo, ecco cosa scrive il dg.
Le lettere non sono ‘ingiunzioni di pagamento’, non solo perché non ne condividono né la forma né le modalità di notiftcazione, ma soprattutto perché non contengono alcuna intimazione di pagamento. Il testo infatti si sostanzia nella mera informativa circa gli obblighi che per legge conseguono all’eventuale detenzione di apparecchi televisivi. Più nel dettaglio, in nessun passaggio della lettera in questione la detenzione è presunta: al contrario testualmente si ‘invita’ il destinatario ad effettuare il pagamento solo nel caso in cui detenga l’apparecchio. Anche dal punto di vista strettamente comunicativo, l’incipit della lettera ‘Vi informiamo’ esplicita il fatto che non si tratti di un messaggio a carattere precettivo. Al riguardo si ricorda che la Corte di Cassazione, con sentenza del 4 giugno 2009, n.12885, ha sancito che la ricezione delle lettere Rai per il recupero dell’evasione non e’ suscettibile di arrecare alcun danno risarcibile, essendo piuttosto inquadrabile ‘in quegli sconvolgimenti della quotldianita’ consistenti in disagi, fasti’di, disappunti, ansie ed ogni altro tipo di insoddisfazione (oggetto delle c.d. liti bagatellari) ritenuti non meritevoli di tutela risarcitoria.
Gubitosi inoltre spiega che per la raccolta del canone speciale la Rai nei confronti di chi risulta non abbonato “si avvale dello strumento dell’invio di comunicazioni informative unitamente all’attività sul territorio svolta attraverso i suoi uffici e gli agenti”. Quindi fa sapere che “con criteri di rotazione tra i diversi settori di attività, la Rai invia ogni anno ad esercizi pubblici, strutture ricettive, artigiani, imprenditori e professionisti, mediamente 500.000 lettere”.
Ed ancora, nel dettaglio, ecco qual è la modalità seguita dalla tv pubblica per inviare le comunicazioni e comporre gli elenchi dei destinatari dell’informativa:
I testi sono sempre stati del medesimo tenore e non ci risulta abbiano finora indotto in errore i destinatari. I criteri adottati per l’individuazione dei destinatari delle missive sono tali da evitare che queste possano erroneamente raggiungere soggetti già abbonati. Per individuare i destinatari, come noto titolari di attività soggette ad alto turn over, la Rai aggiorna costantemente gli archivi attingendo alle banche dati ufficiali e pubbliche della Camera di commercio. La finalità perseguita con le lettere ha natura pubblicistica, essendo il canone un tributo (Corte Cost. 8 giugno 1963, n.81) e questa attività costituisce parte delle funzioni che la legge (art.27 RDL 246/1938) attribuisce direttamente alla concessionaria del servizio pubblico in materia di riscossione del canone speciale. Quanto alle modalità, l’invio avviene per posta ordinaria (e non attraverso notificazione con raccomandata, appunto perché non si tratta di un atto ingiuntivo).
Infine, l’attacco alla stampa che ha messo su una polemica strumentale. I riferimenti in particolare sembrano essere a Il Giornale:
Questa polemica colpisce ancor di più perché la Rai sta investendo molto nel servizio all’utenza: sarà a breve avviato un servizio di chiamate su appuntamento agli utenti che ne facciano richiesta; nel corso di questo mese è prevista una riunione dei 150 Agenti sul territorio per regolamentare meglio la loro attività e presentare il nuovo Codice Etico Agenti. Infine, campagne stampa fuorvianti incidono negativamente sulla riscossione del canone nel suo complesso anche presso gli abbonati.
Il dettagliato chiarimento offerto da Gubitosi non ha spento le discussioni. Anzi. Il segretario della Vigilanza Michele Anzaldi, del Pd, ha detto che le parole di Gubitosi “sono molto gravi”:
È inaccettabile che la Rai dia la colpa alla stampa, cui invece occorre rendere merito. Chiederò in ufficio di presidenza che la Vigilanza approfondisca la questione.
Anche il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (Forza Italia) ha attaccato il dg:
La lettera di Gubitosi sulla questione del canone speciale è pura burocrazia. La Rai non impone l’obbligo di pagare perché è cosa fissata dalla legge, ma di fatto è lei che intima il versamento del canone. Il punto è chiarire chi deve e chi invece non deve pagare. Perché Gubitosi non ammette che quello del canone speciale è un pasticcio e che l’invio di un bollettino con marcato l’importo è di fatto un’ingiunzione di pagamento?