Chicago Fire, su Italia 1 la serie tv che s’ispira ai successi del passato con un linguaggio, regia e cast moderni
Su Italia 1 Chicago Fire, la serie tv che racconta le vicende del Dipartimento dei Vigili del fuoco e dei paramedici di Chicago, con personaggi affascinanti, eroici ma anche umani e con problemi da affrontare nella vita privata
Eroici, forti, valorosi e belli: sono le qualità dei personaggi di Chicago Fire, la nuova serie tv in onda da questa sera alle 21:10 su Italia 1 e che ha conquistato l’America, con un formato che unisce alla modernità del racconto una struttura narrativa che poggia le basi ai grandi successi del passato della Nbc, dove va in onda.
Al centro della serie ci sono i pompieri ed i paramedici del Dipartimento dei Vigili del fuoco di Chicago: una squadra composta da uomini e donne che non solo lavorano a pericolose missioni nelle quali devono salvare vite e mettere in sicurezza gli edifici dagli incendi, ma si ritrovano a passare molto tempo a stretto contatto all’interno della caserma, sviluppando così amicizie, amori e contrasti.
La serie parte quando, durante un’operazione, un pompiere perde la vita. Il tenente Matthew Casey (Jesse Spencer, Dr. House), in carico al Camion 81, ed il tenente Kelly Severide (Taylor Kinney), a capo della Squadra di soccorso 3, hanno idee diverse su come avrebbe potuto evitare l’accaduto. La tensione tra i due dà il via ad una situazione che si trascinerà anche nelle missioni seguenti dove, nonostante l’attrito, devono mettere da parte i contrasti per collaborare e svolgere il loro lavoro.
Da questa situazione, si sviluppa la serie, che mostra la vita all’interno della caserma anche degli altri personaggi: tra loro, Peter Mills (Charlie Barnett) è un giovane paramedico che vuole seguire le orme del padre; Gabriela Dawson (Monica Raymund) si occupa dell’ambulanza con Elizabeth Shay (Lauren German) e prova dei sentimenti per Matthew; Christopher Herrmann (David Eigenberg) è in cerca di idee che possano permettergli di fare soldi, ma spesso si ritrova nei guai, e Wallace Boden (Eamonn Walker), a capo del Dipartimento. Oltre a loro, troviamo anche la dottoressa Hallie Thomas (Teri Reeves), compagna di Matthew.
Chicago Fire (creato da Michael Brandt e Derek Haas) trova la sua forza nella combinazione di elementi che si ripetono all’interno del linguaggio televisivo ad altri innovativi. I casi di puntata, ad esempio, non sono tanto centrali quanto il racconto dei personaggi e delle loro vicende nella vita privata: si cerca così di raccontare il lavoro dei Vigili del fuoco e dei paramedici senza però scollegarli dal loro lato personale. Riprendendo lo stile di “E.r.”, la serie sfrutta un gruppo di personaggi forti sul lavoro e semplicemente umani nella vita privata per raccontare storie in cui a volte sono loro ad aiutare ed altri devono essere aiutati. Il tutto, con una regia moderna, che fa un ampio uso di esterni e stupisce con scene che fanno entrare dentro l’ottica di un lavoro tanto spettacolare quanto rischioso.
L’idea, insomma, è quella di prendere una figura già molto apprezzata in America (soprattutto dopo l’11 settembre), quella del pompiere, ed elevarla a protagonista di una serie che, imparando da altri show recenti, non vuole mostrare solo il lato coraggioso dei personaggi, ma anche la loro fragilità. Un mix che ha reso Chicago Fire un successo in America, con una media per la prima stagione che superato i sette milioni di telespettatori. Un successo che ha permesso alla serie di avere uno spin-off, Chicago P.D., che segue le vicende della polizia cittadina e di Henry Voight (Jason Beghe) ed Antonio Dawson (Jon Seda), con lo stesso obiettivo di Chicago Fire, ovvero quello di divertire e stupire cercando però una profondità che vada oltre l’eroismo.