Gomorra – La Serie e la Camorra, Cattleya: “Nessuna estorsione, estranei ai fatti”
Gomorra – La Serie ancora nell’occhio del ciclone: la produzione ‘risponde’ alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
La Camorra a Gomorra, ma questa volta si parla della serie Sky: la produzione avrebbe pagato il ‘pizzo’ – o meglio un extra in nero – per girare delle scene nella casa del capoclan Francesco Gallo, occupata dai genitori, a Torre Annunziata (e messa peraltro sotto sequestro dalla magistratura tempo dopo la stipula del contratto di locazione). Per l’estorsione individuata ai danni della serie, la DDA di Napoli ha arrestato ieri, giovedì 17 luglio, i genitori del Boss e ha notificato in carcere l’ordinanza di custodia cautelare al Gallo.
Ma Sky e Cattleya rispondono a stretto giro di posta, negando qualsiasi forma di pagamento a nero a chicchessia e dichiarandosi totalmente estranea ai fatti contestati dalla DDA.
La società di produzione ribadisce la sua assoluta estraneità ai fatti riportati dalla stampa, entrando nel merito delle accuse mosse dalla DDA e specificando che tutto è avvenuto a norma di legge:
“Il prezzo di 30.000 euro è stato pagato per la locazione della villa per un periodo di sei mesi ed è stato erogato senza subire né alcuna ulteriore richiesta rispetto alle obbligazioni contrattuali né alcuna pressione. Tale prezzo, come può confermare qualsiasi esperto di ‘location’ cinematografiche e televisive, è del tutto congruo, vista la dimensione della villa e il lungo periodo di utilizzo”.
Inoltre, in risposta alla nota stampa della DDA, Cattleya conferma di non essere a conoscenza di alcun ulteriore versamento. Per di più, come si legge nella nota diffusa dalla Cattleya, l’immobile in questione è stato sequestrato dopo il contratto con la produzione, specifica la nota, che chiarisce che “la magistratura ha autorizzato lo svolgimento delle riprese e disposto che il restante pagamento della locazione venisse effettuato, come è effettivamente avvenuto, su un conto indicato dalla Amministrazione Giudiziaria, in persona del nominato Custode“.
La questione, in fondo, era stata affrontata, liminarmente, anche ai tempi della conferenza stampa di presentazione quando Procacci di Fandango chiarì che “neanche per il film abbiamo pagato il pizzo, non ci è stato chiesto” e Tozzi specificò che tra i tanti problemi riscontrati nella produzione (e ricordiamo l’ostracismo di alcune associazioni e istituzioni del territorio, n.b) non c’era quello del pizzo.
Anche Sky Italia ‘risponde’ alla DDA, prendendo di fatto le distanze da ogni forma di ‘coinvolgimento’: ci tiene, insomma, a far sapere di
“aver ribadito alla produzione di attenersi scrupolosamente alle norme e alle regole che disciplinano questo settore e più in generale a principi di etica e responsabilità, con un’attenzione speciale considerando il particolare contesto territoriale dove è stata realizzata questa serie. Sky seguirà naturalmente con massima attenzione lo sviluppo delle indagini”.
Insomma, le linee-guida di Sky non potevano che essere improntate alla legalità e personalmente trovo anche superflua, se non controproducente, la specifica sul ‘contesto territoriale’, visto che le regole si rispettano dovunque. Per di più quello di Gomorra e delle ‘mafia stories’ in tv è un tema caldo dopo le ultime uscite di Gubitosi e le dichiarazioni di AnnaMaria Tarantola, che lo ha definito “eccessivo”. Mi domando, però, a chi Gomorra – La Serie stia dando davvero ‘fastidio’.