Carlo Conti: “Farò un Sanremo normale come le mie trasmissioni. In prima serata? Come la De Filippi”
In un’intervista al Secolo XIX Carlo Conti parla del prossimo Sanremo 2015. E del sogno di fare il giurato con Rudy Zerbi e Gerry Scotti…
E’ un Carlo Conti rilassato e che prende tempo, quello intervistato da Il secolo XIX. Ma, soprattutto, un conduttore che non promette nulla, se non di fare ascolti, a Sanremo 2015:
“Non faccio proclami. Sarà come le altre mie trasmissioni. Non dimentichiamoci mai che Sanremo non è il G7 o un intervento a cuore aperto. E’ una gara di canzoni orecchiabili. Il mio sarà un Festival normale. Nazional-popolare. E’ importante allargare la forbice dell’ascolto come mi succede sempre. Senza preclusioni per nessuno. Con la massima leggerezza. In linea con tutti i miei programmi, che si propongono di interessare e divertire trasversalmente tutto il pubblico di Rai1. La mia tivù è familiare: dal nipote alla nonna. Passando per i 30-40 e cinquantenni, la mia generazione…”.
A chi gli dà del raccomandato da Matteo Renzi, dice che “mi pare esagerato, dai. Ho già rifiutato Sanremo, in passato. Due volte. Non ho sentito l’accordo pieno sul mio nome. E ho evitato”. Come anche lui dice di non aver mai assecondato raccomandazioni né le accoglierà al Festival: “Sanno tutti che sono un battitore libero e non devo render conto a nessuno”.
Il suo cachet sarà decurtato: “C’è un ribasso nei rinnovi di contratto. Va bene. Non è un problema. In Rai resto perché la qualità, per me, è più importante delle offerte economiche. M’invento programmi con libertà assoluta, che altro volere? Però… Fosse passata la clausola degli stipendi legati a share e pubblicità guadagnerei cento volte di più. Scherzi a parte, il periodo è quello che è e Sanremo si farà con meno magie e più fantasia. Risparmieremo, ma il pubblico non se ne accorgerà”.
Conti dice di avere una tabella di marcia ben precisa, essendo metodico per natura. Il regolamento della nuova edizione sarà pronto, stando al conduttore, da metà settembre. Poi penserà al cast, co-conduttrice inclusa, fino a metà dicembre. Di certo è che si ritorna alla canzone sola. Con 16 cantanti, più i giovani. Per i generi “non precludo nessuno, dalla romanza al rap. Passando per il rock. Voglio uscire dal classico brano sanremese, sempre se ci riesco eh”.
L’ex bancario ha i piedi per terra, perché “al successo dipende da come ci arrivi. Se dopo una lunga gavetta sai che devi continuare a pedalare. Continuamente. Col sorriso, ma pedali sempre”. Dalla sua ha i recenti grandi successi in prima serata:
“Tale e quale, col suo 30% di share, è programma dell’anno. Abbiamo avuto record clamorosi. L’eredità è sempre leader di quella fascia oraria. Ed è andato bene anche Si può fare, che era sperimentale. Diventa il terzo titolo di successo serale”.
La sua trasmissione che reputa più divertente è I migliori anni, “decisa dal titolo all’ultima paillette. Stupendo ospitare i nomi che mettevo in radio da dj. Un gioco della memoria fantastico. Ho tre titoli vincenti in prima serata. Siamo soltanto io e Maria De Filippi. Lei con me a Sanremo? Perché no? Ci fosse uno spazio giusto… Lei è come me: sta bene nella sua veste”.
Poi, parlando di fanta-tv, ammette:
“Come giurato al talent che fa con Scotti e Zerbi mi divertirei”.