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Sky, Caressa: “Accetto le critiche, ma estrapolare frasi dal contesto emotivo in cui si dicono è errore”

Per Caressa Bergomi resta la migliore seconda voce, anche se Lele Adani è “bravissimo”

pubblicato 21 Luglio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 02:14

Fabio Caressa ha rilasciato una breve intervista a Il Corriere della Sera, nella quale ha fatto il bilancio della copertura del Mondiale 2014 di calcio da parte di Sky. Il direttore di SkySport 24 ha parlato di “numeri al di sopra delle attese”:

Abbiamo battuto il record per una partita della nazionale con 3 milioni di spettatori, il record per una partita che non prevedeva squadre italiane in finale con 2,5 milioni, abbiamo dati esaltanti. Sky Sport 24 ha fatto uno dei mesi più importanti della sua storia.

Quindi a proposito delle critiche che gli vengono rivolte per un eccesso di enfasi e di retorica non solo al momento della presentazione delle partite, il telecronista non ha risposto nel merito ma ha assicurato di non essere permaloso:

Non sono una persona permalosa, le critiche le accetto. Anche a me capita di essere un critico feroce, in ambito tecnico, di alcuni giocatori. Dico solo che estrapolare frasi dal contesto emotivo in cui si dicono e portarle su un piano logico, è un errore di comunicazione.

Chissà se il riferimento è alla ormai mitica gufata in Brasile-Germania, semifinale vinta dai tedeschi 7-1. Caressa ha quindi illustrato il suo punto di vista sulla telecronaca:

La telecronaca viene affrontata spesso in termini stilistici, ma la telecronaca è fondamentalmente cronaca. I tre aspetti basilari sono: beccare i giocatori; conoscere bene il regolamento; guardare il monitor per avere corrispondenza con quello che gli spettatori vedono a casa.

Dopo aver raccontato la sua preparazione (“Ho i fogli scritti – 20 per squadra – con le cose importanti evidenziate. Ora però utilizzo anche l’iPad perché la ricerca per parole rende tutto più veloce. E ho un mio archivio personale con tutte le schede dei giocatori che aggiorno quotidianamente”), il marito di Benedetta Parodi ha assicurato che la sua ‘spalla’ storica in telecronaca, Beppe Bergomi, resta la voce tecnica più affidabile (soprattutto per “i tempi di telecronaca”), sebbene Lele Adani sia “bravissimo, molto preparato sulle squadre e sui giocatori” (anche Del Piero, a nostro giudizio, non è affatto male, anche se è praticamente al debutto).

Infine, una riflessione proprio sulle seconde voci:

Prima era un mestiere a tempo perso tra una panchina e l’altra, i nostri commentatori ora sono persone che hanno scelto di fare questa professione: lavorano come giornalisti, si preparano, studiano, utilizzano sistemi informatici evoluti per guardarsi le partite, conoscono i campionati stranieri.

Quasi tutti, aggiungiamo noi.