Selvaggia Lucarelli: “Mediaset ha posto veto su di me perché scrissi che Sottile non doveva invitare a pagamento Schettino”
La giornalista e scrittrice ha però tenuto a precisare che “della tv, se non è tv di un certo tipo, mi frega poco o niente”
Selvaggia Lucarelli oggi ha raccontato sulla sua sempre aggiornatissima pagina Facebook di essere oggetto di un veto da parte di Mediaset. La giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica ha svelato che da quando nel luglio 2012 scrisse sul quotidiano Libero un pezzo nel quale criticava la decisione (mai confermata né negata ufficialmente dai vertici del Biscione) di pagare Francesco Schettino per assicurarsi la sua presenza a Quinta Colonna, allora condotto da Salvo Sottile (oggi a La7), in occasione di un’intervista esclusiva sul caso Concordia, Mediaset l’ha tagliata fuori, impedendole di partecipare anche in programmi condotti da suoi amici (alla faccia della libertà editoriale).
Oggi, in prima pagina sul Corriere della sera, Aldo Grasso dice che non si può invitare Schettino in un’università quando 34 morti attendono ancora giustizia. Io ho scritto la stessa cosa (parlando di un suo invito in tv), due anni fa. Quel pezzo, ha cambiato definitivamente il mio modo di intendere questo lavoro. Per questo pezzo non solo mi beccai insulti assortiti del conduttore dell’epoca, di un uomo Mediaset, querele varie, ma si decise che io a Mediaset non avrei messo più piede. Questo, perché avevo chiesto rispetto per le vittime e i familiari di una tragedia. E così è stato. Roba che in Mediaset non ci possiamo entrare io, Travaglio e pochi altri. Anche nel periodo di promozione del libro, anche in programmi condotti da amici e da gente che mi stima o mi vuole bene, la riposta che è arrivata è sempre stata: mi spiace ma qui c’è un veto, il tuo nome non lo vogliono neanche sentire. Nani, ballerine, pregiudicati, condannati, escort, zio Michele sì, io per carità di Dio no.
L’ex concorrente del reality di Canale 5 La Fattoria (quando frequentava Barbara d’Urso fuori dai tribunali) ha poi precisato che da parte sua non c’è intenzione di fare la vittima perché
della tv, se non è tv di un certo tipo, mi frega poco o niente. Per giunta, non ne ho bisogno. Un po’ perché sono molto fiera di pagare il mio prezzo per conservare quell’onestà intellettuale che tanto spaventa certi soldatini senz’anima e senza idee.
Quindi, ha chiosato:
E volevo anche dire che quel veto, quella reazione aggressiva e scomposta, l’assurdità di questa ostilità anche dopo anni, irritazioni anche recenti per miei tweet innocui, mi hanno fatto amare il mio lavoro più di prima. Pago un prezzo sì, ma davvero ridicolo in confronto al prezzo che pagherei se dovessi rinunciare alle mie opinioni. Perché mi sento libera e perché posso permettermi il lusso di avere dei nemici anziché campare dicendo sissignore. Anziché salire sullo scoglio più alto.