Airola (M5S): “Non abbiamo potere di cacciare nessuno. Orfeo burattino, Tg Rai vomitano letame”
Il capogruppo pentastellato in Commissione di Vigilanza Rai tuona: “Chiediamo che sia licenziato Orfeo, perchè i direttori di Tg quali Orfeo, Masi, la Berlinguer, la Maggioni, operano per un regime informazionale degno della peggiore dittatura sud americana”
Continua l’offensiva del M5S contro la Rai. Dopo l’indignazione per il servizio trasmesso dal Tg1 e la conseguente interrogazione parlamentare avanzata, con tanto di richiesta di licenziamento del direttore Mario Orfeo e di sanzioni per due giornalisti, ecco un nuovo intervento a gamba tesa. A scriverlo, ovviamente sul blog di Beppe Grillo, è Alberto Airola (nella foto), capogruppo M5S in commissione Vigilanza Rai.
Dopo la premessa basata sulla battaglia portata avanti dai 5 stelle “per eliminare la lottizzazione in Rai dei partiti e l’influenza nefasta della politica” e dopo aver fatto notare che “il M5S, coerentemente, non ha chiesto nessuna nomina di direttori di tg o di rete o membri del cda che invece sono tutti di nomina politica da più di 30 anni, in primis del PD e poi della cricca berlusconiana e degli ex DC”, Airola risponde all’accusa di aver emanato qualcosa di simile all’editto bulgaro di berlusconiana memoria
Vi pare che chi è fuori dai giochi politici come noi, possa avere il potere di “cacciare” un “Orfeo qualsiasi” dal Tg1?
Noi chiediamo che sia licenziato, perchè i direttori di TG quali Orfeo, Masi, la Berlinguer, la Maggioni, operano per un regime informazionale degno della peggiore dittatura sud americana.
Chiedetevi perchè siamo al 49° posto nella classifica dell’informazione mondiale, sotto la Nigeria. Chiedetevi perchè il commissario delle NU Frank La Rue, per le libertà di informazione, è seriamente preoccupato per la situazione italiana.
Chiedete al mio insignificante collega in vigilanza Rai, Anzaldi del PD, quello che denunciava la satira contro la Boschi, perenne zerbino di Renzi, se ha mai speso una parola per la trasparenza del servizio pubblico o se ha mai fatto una interrogazione in merito, per mostrare ai cittadini italiani come vengono spesi gli oltre 1miliardo e 700 milioni di soldi pubblici che finiscono in tasca per lo più a dirigenti Rai, nominati dai suddetti partiti e a società esterne di produzione e di consulenza di amici e amici degli amici (circa 1 miliardo, il grosso della fetta) in oltre 30 anni di lottizzazione politica.
Chiedetevi come mai anche un ente al soldo delle larghe intese come AGCOM ha dovuto ammettere la sovraesposizione mediatica di Renzi, del PD e del resto della marmaglia al Governo. Chiedetevi perchè il vate della imminente riforma Rai, il signor De Siervo, presidente dell’associazione dirigenti Rai, ADRAI, è un amico personale e collaboratore di Renzi.
Forse perchè c’è una oligarchia di dirigenti e una pletora di giornalisti (ovviamente non tutti) servi del potere politico PD e delle larghe intese? Domanda retorica.
Airola insiste su Orfeo, definendolo “un burattino nominato dai partiti!, che quando cita l’editto bulgaro “non è solo ridicolo, è un insulto all’intelligenza degli Italiani”.
Dopo aver rivendicato di aver “lavorato per anni come tecnico di ripresa per i tg e so di cosa sto parlando” (mah), la chiusa polemica, con riferimento anche al nanoshare di RaiNews:
Vedo come voi la tv e da un anno e mezzo sputo sangue per avere un servizio pubblico d’informazione degno, alla faccia di una “Rai come la BBC” come questa paccotiglia di politici va ripetendo. Da un anno e mezzo torno a casa ogni sera e sento i TG nazionali vomitare letame sul M5S. Non sono solo indignato, sono infuriato per la palese e indecente disinformazione che vige in questo paese e per come molti cittadini continuino a bersi le bufale di questa gentaglia. Basta credere a questi TG. Basta sentire le notizie di TG come quello di Orfeo o della Maggioni (Rainews) talmente incapace da avere oltre 200 giornalisti e fare lo 0,4% di share. Non ci arrenderemo MAI e questa gentaglia pagherà, forse non oggi ma domani sicuramente.
Se qualcuno osa ancora dire che attacchiamo la categoria dei giornalisti indiscriminatamente può trovare tutte le audizioni col dg Gubitosi (altro complice) in cui difendo i precari del settore, i quali in partita IVA fanno vite misere in confronto ai direttori e a quelli pagati oltre 200.000 € l’anno. E adesso venite a contestarci e vediamo chi ha ragione.
Viale Mazzini con una nota ufficiale stigmatizza “l’ennesimo attacco nei confronti dell’informazione e dei Direttori del servizio pubblico”:
Fatta salva la libertà di critica e le diversità di opinioni, è inaccettabile che un movimento politico prosegua la sua campagna denigratoria nei confronti dell’informazione Rai, che con le sue professionalità, garantisce correttezza, rispetto e pluralismo.
Il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Enzo Iacopino ha preso posizione, con un post su Facebook, nel quale definisce di una “volgarità criminale” l’attacco di Airola. Anche l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, ha stigmatizzato gli insulti e ha ribadito:
L’estate sta finendo e, come un rito stanco, per riaccendere il dibattito si punta sui “classici intramontabili”. Il picchiare sulla Rai è tra questi. Alla giostra non intendiamo partecipare. E allora, a costo di apparire monotoni, ribadiamo schematicamente i nostri punti fermi: 1- Ciò che richiama alle dittature sudamericane sono le liste di proscrizione, con tanto di foto, e le minacce. 2- Il diritto di critica è legittimo. Purché esercitato nelle forme e nei modi opportuni. L’insulto mai. Sebbene vada molto di moda. 3- Per liberare la Rai dai partiti, dai governi e dalle lobby è necessaria innanzitutto una cosa: presentare disegni di legge di riforma delle fonti di nomina dei vertici e chiederne la calendarizzazione in parlamento. A chi voglia realmente una Rai nuova, trasparente e meritocratica, offriamo alcune proposte: 1- Costituire un gruppo di lavoro costituito da azionista, vigilanza, azienda e sindacati che in 30 giorni analizzi i bilanci Rai per una operazione verità sui conti e rendere la Rai una casa di vetro. 2- Introdurre la Responsabilità civile dei dirigenti: i danni derivati da cause per demansionamento e sottoutilizzazioni non devono gravare sulle tasche dei cittadini e dei lavoratori, ma devono essere posti a carico dei dirigenti che le hanno determinate.