Home Notizie Slang, Gerardo Greco da filo conduttore dà uno schiaffo a Ballarò. E il sogno americano di Rai3 è MasterChef

Slang, Gerardo Greco da filo conduttore dà uno schiaffo a Ballarò. E il sogno americano di Rai3 è MasterChef

MasterChef e il mondo Sky al centro del sogno americano di Slang, il programma di Gerardo Greco del venerdì sera di Rai3

pubblicato 6 Settembre 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 00:55

Non sarà che i giornalisti Rai più moderni di tutti sono quelli allevati dalla morning news? Dopo la grande scoperta di Duilio Giammaria come “conduttore-motivatore” di Petrolio, anche Gerardo Greco in seconda serata è una vera rivelazione. Scrollatasi di dosso quella patina di giornalista un po’ severo e moralista, che lo rende piuttosto respingente ad Agorà, l’ex conduttore di Unomattina ha portato gli esteri in tv come non li abbiamo mai visti.

Il debutto di Slang nella seconda serata di ieri sera (il venerdì è storicamente difficile per Rai3), è stato sorprendentemente innovativo. Dal logo di grande impatto visivo, ai tappeti musicali stile Mtv passando per la fotografia urbana degna di SkyArte fino al “sugo della storia”, il racconto del sogno americano di quattro ragazzi italiani, tra i 20 e i 30 anni. Un protagonista a puntata (nella prima Jonathan Riccardi, peccato solo aver iniziato con il solito italiano partito all’estero per fare “solo” il cameriere).

Poi ci sono i protagonisti del sogno americano realizzato, tra cui Luca Manfè, il vincitore friulano di MasterChef Usa 2014. E tra gli intervistati c’erano anche Lidia e Joe Bastianich, a dimostrazione di come il mondo del cooking show Sky affascini sempre più Rai3 (che non ha resistito al clone Masterpiece, oltre che alla venerazione degli chef stellati nel tempio di Fabio Fazio).

In un’Italia che non crede nei giovani ripartire dal loro futuro è un bel messaggio, per giunta da parte di una rete generalista “anziana” come Rai3. L’idea recupera, in fondo, quella di un vecchio docu-reality Rai sulla convivenza tra ragazze, Sms amiche per caso, ma col valore aggiunto dell’inchiesta giornalistica ai tempi del precariato.

Greco torna a fare il giornalista di strada come Gad Lerner in Fischia il vento, su laeffe, ma a differenza dell’ex Infedele non ha la pretesa di metterci sempre la faccia. Fa da filo conduttore con la sua viva voce esemplificativa, o limitandosi a dei lanci di nuova generazione tra una storia e l’altra, rinunciando al personalismo del one talk show a tutti i costi.

Questa è la Rai, quella che chiama le primedonne di Repubblica per il solito salotto politico (citofonare Massimo Giannini), quando qualcuno in casa avrebbe potuto portare lo Slang direttamente a Ballarò, per contrastare l’usato sicuro di Floris e aprire davvero nuovi scenari nell’informazione Rai.

Ma, si sa, la sperimentazione vera è talmente rischiosa, da finire relegata in (tarda) seconda serata.

Slang, le foto della prima puntata
Slang, le foto della prima puntata