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Il restauratore 2, per la fiction un impianto classico che non rischia

Il restauratore 2 non rischia e sceglie casi di puntata classici, sebbene la basa sia sovrannaturale, mentre i personaggi migliorano, anche se la fiction vuole essere rassicurante per il pubblico

pubblicato 7 Settembre 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 00:51

Il restauratore 2 dimostra come la fiction italiana si prenda sempre pochi rischi: nonostante ci sia stato un miglioramento rispetto alla prima stagione, sia nella recitazione che nella regia e nella scrittura, la seconda stagione della fiction di Raiuno segue un impianto rassicurante e che, appunto, non corre rischi.

Se la storia del restauratore Basilio (Lando Buzzanca), che con le sue visioni riesce ad impedire che alcune persone commettano azioni che potrebbe cambiare la loro vita in peggio, ha una base fortemente innovativa per la fiction nostrana, ad impedire alla storia di diventare qualcosa di davvero diverso è una scrittura che segue i canoni più semplici della serialità, proponendo un caso di puntata che, con i dovuti colpi di scena, arriva ad una soluzione.

Un’idea come quella de Il restauratore, grazie alla sua base sovrannaturale, avrebbe potuto regalare maggiori sorprese, sfruttando il suo lato fantasy e diventano anche un prodotto più adatto ad un pubblico più giovane. La scelta di Raiuno, invece, è stata quella di preferire l’aspetto poliziesco, e quindi il classico, e già visto, percorso che permette alla fiction di avere più trama verticale che orizzontale.

Una scelta plausibile, che garantirà maggiore pubblico, ma che non regala niente di nuovo, anche se, come detto, rispetto alla prima stagione qualche novità c’è stata. I personaggi sono più definiti, ed il cast riesce meglio ad interpretarli ed a dare loro lo spessore necessario al loro obiettivo: Arturo (Paolo Calabresi) e Dora (Beatrice Fazi) allentano la tensione, mentre Emma Minissale (Anna Safroncik) sembra avere ancora qualcosa da dire. Anche la regia di Enrico Oldoini fornisce maggiore compattezza agli episodi, mentre Buzzanca resta al centro del racconto: a lui il dovere di seguire sia la trama più drammatica che quella più ironica.

Ma la seconda stagione de Il restauratore, oltre a qualche accorgimento, non vuole cambiare la propria struttura: in questo modo, i casi di puntata garantiscono un consumo più facile da parte di un pubblico che non vuole storie ai limiti della realtà, ma solo un altro poliziesco.


Il restauratore 2