Doc & Factual Agora, 17 settembre 2014: il documentario sociale, il docureality, Ed Simpson e Robert Thirkell
La cronaca della seconda giornata del Doc & Factual Agora.
Il secondo giorno della prima edizione del Doc & Factual Agora, la prima conferenza internazionale dedicata alle serie di genere factual, si è aperta con tre panel dedicati al documentario sociale e al docureality. Successivamente, è stato trasmesso un intervento video di Antonella Di Lazzaro, direttore di Mtv, c’è stato un incontro con Ed Simpson, vicepresidente della Leftfield e uno dei produttori del successo Affari di Famiglia, e una Masterclass con Robert Thirkell, consulente creativo, editor e autore del testo chiave CONFLICT. La seconda giornata del Doc & Factual Agora si è chiusa con un corso rapido curato da Corentin Glutron riguardante gli errori da evitare con i Commissioning Editor.
The Emperor’s new Clothes, social docs go pop
Durante il primo panel, si è affrontato il discorso riguardante i documentari sociali, su come essi possano raggiungere un pubblico sempre più vasto, e i diversi modi di affrontare temi sociali in tv.
Isabella Pisani di LCP – La Chaine Parlamentaire ha dichiarato che il canale del parlamento francese ha testato documentari sociali con protagonisti gli stessi politici:
Il canale del parlamento francese ha solo 14 anni e trasmettiamo documentari di società con i quali stiamo cercando di attrarre un pubblico non abituato a questo tipo di canale. Per questo, utilizziamo il format del documentario. In uno dei nostri programmi, mettiamo un nostro deputato in un posto di lavoro normale per 48 ore.
Erika Brenna di Stand by Me, società di produzione fondata dall’autrice Simona Ercolani, ha parlato del successo di Sconosciuti, in onda su Rai 3, e 16 anni e incinta Italia, in onda su Mtv:
Stand by me è una società indipendente nata grazie a Simona Ercolani. Lavoriamo per tutti i broadcaster, creando format originali e adattando format esistenti. Una delle più grandi soddisfazioni, l’abbiamo avuta con Rai 3 con il programma Sconosciuti, un programma che aveva l’obiettivo di raccontare la felicità delle persone normali, della middle class. Reperire i protagonisti è stato difficile. Volevamo uscire dalla logica dei casting e siamo andati noi a cercare le persone. Per 16 anni e incinta, invece, c’è stato un adattamento. Abbiamo scelto storie meno estreme rispetto agli USA.
Stefano Coletta di Rai 3, invece, si è soffermato sull’esperimento Hotel 6 Stelle:
Mi occupo della parte creativa dei programmi e della macchina operativa del palinsesto. Rai 3 è molto solida per quanto riguarda il racconto della società. Rai 3 è l’unica generalista che risponde al racconto del territorio. Rai 3 è la culla del documentario grazie a Doc3. Ci siamo chiesti come poter trasformare la richiesta di documentari sociali. E abbiamo osato, inserendo nel palinsesto Hotel 6 stelle, la prima serie riguardante i ragazzi down. Il pubblico ha gradito e ci sarà presto una seconda serie. Quando si parla di questi programmi, però, non tutti sono adatti ad una generalista e al servizio pubblico.
Richard Bradley di Lion TV, infine, ha parlato di 15 Kids and Counting (documentario sociale dedicato alla più prolifica mamma single del Regno Unito) e Benefits Street (documentario sociale dedicato ad un quartiere povero di Birmingham):
Lavoriamo da 17 anni. Abbiamo programmi di vasto genere ma vogliamo riflettere soprattutto sulla Gran Bretagna di oggi. Vogliamo trovare nuovi modi per esaminare tematiche sociali. Quando facciamo programmi come 15 kids and counting, abbiamo una grande responsabilità. I rapporti con i protagonisti devono essere di qualità. Quello che succede dopo il programma può essere incontrollabile. Una serie come Benefit Street, invece, è stata la più controversa nel Regno Unito negli ultimi anni.
Blow my mind
Questa tavola rotonda, invece, ha affrontato il discorso del docureality, utilizzato per raccontare la storia e la scienza.
Catherine Alvaresse di Arte, rispetto al docureality, si è mostrata più tradizionalista:
Quando parliamo di tv commerciale, questo linguaggio è distante da quello di Arte. Arte è un canale pubblico, francese e tedesco. Per rinnovarci, abbiamo lavorato sulla ricerca delle emozioni con la scienza e la storia, puntando sulla narrazione e sui personaggi. Anche l’attrattiva visiva ha la sua importanza. Siamo tradizionali.
Jan Ronca di A&E Italy, invece, ha parlato di World Wars:
Per Guerre Mondiali, quello che c’è piaciuto è il concetto del racconto. Bisogna essere ambiziosi, essere coraggiosi e avere l’idea giusta.
Helen Hawken di Discovery International ha parlato della commistione tra intrattenimento e sapere:
Gli spettatori di Discovery Channel di tutto il mondo hanno una curiosità insaziabile. Vogliono essere intrattenuti durante l’apprendimento. Noi siamo visti come specialisti in programmi di storia e scienza. Uno dei prodotti per l’Europa è Combat Dealers. Nonostante possa sembrare di nicchia, ci ha portato un pubblico vasto. E’ importante per noi, nei programmi di storia, parlare nel presente. Non è uno sguardo verso il passato. Le serie tradizionali, invece, le abbiamo abbandonate.
Ed Simpson di Leftfield Entertainment ha parlato del successo di Affari di Famiglia, facendo riferimento ad un altro programma simile, Pawnography:
Dobbiamo far divertire il nostro pubblico. Affari di Famiglia fa ridere gli spettatori. Noi vogliamo insegnare, facendo ridere. In Affari di Famiglia, c’è l’oggetto che rappresenta il pezzo di storia. Vogliamo far convivere questi due elementi. In Pawnography, c’è anche l’elemento del gioco. Per sviluppare il format, noi partiamo dai personaggi e costruiamo il format attorno a loro.
Stephen Hunter di National Geographic Channels ha svelato che, per trattare la scienza, possono essere utilizzati tanti generi televisivi. Hunter ha parlato anche di Cosmos:
Brain Games è strutturato come un quiz ma noi andiamo in giro per la strada o nei locali. Noi chiediamo alle persone di fare delle cose e se non ci riescono, spieghiamo loro il perché. E’ una specie di candid camera. Abbiamo preso diversi generi televisivi ma è un programma di scienza. Uno show come Cosmos è stato costosissimo per la tv, 44 milioni di dollari per 13 episodi, ma è stato il migliore dei nostri show.
Patrick Hoerl di Autentic ha parlato, infine, de I segreti dell’Asia:
Abbiamo appena prodotto una serie che si chiama I segreti dell’Asia. Noi ci riferiamo ai modelli tradizionali di raccontare una storia. Il nostro pubblico ama le nostre ricette ma vuole vedere una reinterpretazione dei nostri piatti. Siamo in una fase di evoluzione.
Keeping it real?
Con questo panel, siamo rimasti sul docureality, scelto per raccontare l’esistenza di community, gruppi etnici, locali, sociali, professionali e tanto altro.
Sergio Del Prete di Discovery Networks Italia si è concentrato su Il Boss delle Cerimonie e sul nuovo format La Chef e la Boss:
Abbiamo cominciato a investire sul docureality. Noi cerchiamo di focalizzarci sui nuovi volti come Il Boss delle Cerimonie. E’ un prodotto che ha creato tanto rumore. Non si tratta di format, quando si parla di docureality, spesso è una questione di personaggi. Stiamo anche preparando La chef e la boss, dedicato a due donne che riescono ad aprire un ristorante stellato.
Koulla Anastasi di Lifetime/A&E Networks UK ha parlato di Frisky Business, docureality dedicato ad un’azienda di sex toys, e Dance Moms, docureality dedicato alle mamme di giovani ballerini:
Il genere sta crescendo, in passato c’era la storia, i documentari… Il canale è cresciuto tantissimo. Nel Regno Uniti, che è un mercato competitivo, noi siamo sempre alla ricerca di nuovi personaggi o comunità estreme. Per i produttori, va bene. Uno dei programmi di questo genere è Frisky Business. Per la nostra versione di Dance Mums, invece, abbiamo dato spazio ad un senso dell’umorismo tipicamente britannico. L’edizione statunitense è più controversa.
Stephen Hunter di National Geographic Channels International si è soffermato su Street Genius:
Il reality è stato una sfida per Discovery e NatGeo. In Street genius, ci sono elementi di un quiz a premi ma si parla di scienza popolare.
Anche in questo panel, è intervenuto Ed Simpson che ha parlato stavolta di Love Prison, docureality dedicato a due ragazzi che si conoscono via Internet:
Negli Usa, abbiamo visto le docusoap e i docureality molto amati dal pubblico. Abbiamo avuto risultati eccellenti. Adesso è difficile fare un nuovo docureality. Il mercato è saturo. Negli Usa, quindi, stiamo un po’ lasciando da parte questo genere come abbiamo fatto con Love Prison, un evoluzione del docu-drama.
Paola Aquaviva di Fox Channels Italy, oltre a presentare Summer of Sammy, ha parlato dei tantissimi generi di docureality:
Il docureality è esploso nel Regno Unito e ci sono ora tantissimi sottogeneri e tanti canali. Abbiamo dato una nuova veste e una nuova narrativa a certe tematiche.
Georges Amar di TeleRadio Canada, invece, si è mostrato polemico sul genere docureality in generale:
Il docureality, davvero si può chiamare documentario? Il “Gyspy Wedding” si può chiamare documentario? Come televisione pubblica, in Canada, noi non facciamo queste cose. Noi preferiamo puntare sul documentario.
Benoit Iles di Planete, infine, ha ammesso che anche in Francia, c’è qualche riserva del pubblico nei confronti di questo genere:
In Francia, abbiamo cominciato a trasmettere Pawn Stars che è piaciuto parecchio ma noi siamo francesi e abbiamo lo stesso problema dei canadesi. In Francia, il docureality è considerato un po’ una menzogna. Con L’Atelier Classic, invece, abbiamo utilizzato la ricetta di Pimp my ride. I francesi si sono adattati a questo formato.
30′ MINUTI CON MTV Italy – Antonella Di Lazzaro
Le dichiarazioni più importanti tratte dall’intervento video di Antonella Di Lazzaro, direttore di Mtv:
Per quanto riguarda il nostro pubblico, noi abbiamo sviluppato punti di contatto con gli spettatori, venendo incontro ai loro bisogni. Abbiamo rischiato molti soldi nell’innovazione, trattando tematiche non trattate nelle altre reti. Bisogna avere il coraggio di osare. Noi parliamo ad un pubblico giovane, durante il day-time, ed ad un pubblico più adulto, durante il prime-time. Per noi, la serialità è fondamentale. Stiamo investendo in un prime-time che parli di giovani, adulti e famiglie. Vogliamo rafforzare il prime-time. Nell’immediato, lanceremo Motor Home – Piloti di famiglia. Un racconto interessante e adrenalinico. Analizzeremo il rapporto tra genitori e figli.
Inside the EP Mind – Conversation with Ed Simpson from Leftfield Pictures
Nuovo incontro della durata di un’ora con Ed Simpson, che ha raccontato i suoi inizi e com’è nato il successo di Affari di Famiglia:
Ho iniziato in una società di produzione, portando il caffè ai dirigenti. E’ grazie a loro che ho imparato il mestiere. Ho imparato a fare il ricercatore, imparando anche dettagli tecnici. Un giorno, il produttore Brent Montgomery è andato a Las Vegas ed è lì che è nato lo show Pawn Stars (Affari di Famiglia). C’è stata una trattativa con Rick Harrison e abbiamo raggiunto l’obiettivo. Già altre aziende avevano bussato alla porta di Rick ma il loro trailer era risultato noioso. Noi l’abbiamo reso più interessante, esaltando le caratteristiche dei protagonisti. Gli esecutivi di History Channel ci hanno aiutato a completare il programma. L’altro elemento vincente del programma è stato quello di allungare la trattativa, parlando del prodotto. Abbiamo fatto 400 episodi e ne stiamo producendo altri 104. Ogni episodio di Affari di Famiglia è diverso dall’altro. C’è sempre la novità.
Masterclass – Robert Thirkell: CONFLICT
Il consulente creativo ed editor ha iniziato la sua Masterclass, parlando della sua carriera alla BBC che gli ha permesso di vincere tre premi BAFTA.
Successivamente, Robert Thirkell decise di ricoprire il ruolo di consulente per Channel 4, concorrente della BBC. A Thirkell, praticamente, fu assegnato il compito di correggere ciò che non andava in un programma. Il primo show sul quale mise le mani fu Jamie’s School Dinner, un docureality con lo chef britannico Jamie Oliver, ambientato nelle mense scolastiche. Questo programma ebbe un grande impatto nel Regno Unito che coinvolse anche la politica.
Thirkell, successivamente, ha spiegato l’acronimo CONFLICT (Characters, Out, Narrative, Front, Loved, Interview, Care, Timeline o Truth), titolo del suo testo chiave. Thirkell ha anche parlato di altri programmi sui quali è intervenuto come Jamie’s Great Escape Italian, ambientato in Italia, e The boy whose skin fell off, dedicato agli ultimi mesi di vita di Jonny Kennedy.
Ecco alcune tra le nozioni più interessanti pronunciate da Thirkell:
– I programmi che funzionano riguardano sempre cose che lo spettatore già conosce.
– Nei programmi factual, è molto importante l’azione drammatica.
– Non provare a migliorare, ciò che ha già avuto successo.
– Per i reality show, è importante avere un’idea su quello che succederà, elaborare una specie di sceneggiatura. Quando pensate che il vostro film stia andando male, continuate a seguire la traccia.
– Per me, un prodotto è come una serie di ostacoli, una serie di gradini uno più grande del precedente.
Corso rapido: come fare odiare al Commissioning Editor il tuo progetto in 10 passi
A cura di Corentin Glutron, ecco le 10 cose da non fare quando presenti il tuo progetto ad un C.E.:
1) Non pensare che il C.E. sia cieco
2) Non pensare che il C.E. non abbia un’opinione
3) Non pensare che il C.E. sia una macchina
4) Non pensare che il C.E. non sia una persona normale
5) Non pensare che il C.E. non abbia memoria
6) Non pensare che il C.E. non vi conosca
7) Non pensare che il C.E. non abbia un cuore
8) Non pensare che il C.E. sia stupido
9) Non pensare che il C.E. sia un nemico
10) Non pensare che il C.E. sia uguale a tutti gli altri.
Appuntamento a domani con la cronaca della terza e ultima giornata del Doc & Factual Agora.