La7, Cairo: “Gruber torna entro fine ottobre. Ascolti in calo per troppi talk? Canale 5 non ne fa ma ha perso 3 punti di share”
Le parole dell’editore di La7
Intervistato da Il Giornale, Urbano Cairo ha fatto il bilancio, dopo un anno e mezzo, della sua esperienza da editore di La7:
Lo faccio da un anno e mezzo. Il giudizio è positivo. Abbiamo preso un’azienda tecnicamente fallita, azzerato le perdite e mantenuto tutti i conduttori più importanti di La7 in un momento difficile del mercato pubblicitario. Finora abbiamo giocato il primo tempo. Il secondo è immaginare una rete che, conservando la sua caratterizzazione, si apra a nuovi innesti.
Tra i recenti “nuovi innesti” c’è Giovanni Floris, il cui DiMartedì ieri sera è uscito nuovamente sconfitto dal duello con Ballarò (che, pure, non ha brillato restando sotto il 7% di share). Cairo ostenta ottimismo e ribadisce di essere “felice” dell’approdo del giornalista ex Rai:
Giovanni Floris è brillante giornalista, conduttore, uomo di televisione che sono sicuro farà benissimo, come sta già dimostrando alla conduzione di Otto e mezzo temporaneamente al posto di Lilli Gruber e con diMartedì, un programma di qualità, che sta guadagnando consensi strada facendo.
Al punto che DiciannovEquaranta dovrebbe tornare in onda. Cairo, ribadito che “costruire un’abitudine televisiva in una fascia di ascolto nuova è impegno di lungo periodo”, ha spiegato:
Stiamo ragionando per vedere le sue possibili evoluzioni. Voglio consentire a Floris di esprimersi non solo con diMartedì. (con quello che gli è costato, ci mancherebbe!, Ndr)
L’editore di La7 ha quindi annunciato il ritorno in onda di Lilli Gruber entro fine ottobre. Poi si è concentrato su temi più ‘generali’. Quando gli è stata chiesto se il ‘rigetto’ dei talk fosse anche colpa della sua rete infarcita di programmi di questo genere, il patron del Torino si è giustificato così, tirando in ballo Canale 5:
Direi di no. Otto e mezzo e Omnibus esistono da molto tempo. La7 ha nel suo dna gli approfondimenti sia al mattino che in primetime. Arrivando ho voluto preservare il suo codice genetico. Il 10 per cento di telespettatori complessivi che in una serata si sintonizza sui talk è una fetta di pubblico significativa e di alto target. Senza parlar male di nessuno, Canale 5 non fa talk show, eppure nel mese di settembre tra le 21 e le 24 ha perso tre punti di share.
Quindi l’aspetto economico. Meno ascolti significa prezzi degli spot più bassi. Cairo prima ha precisato che “quello che interessa alle aziende è quanto pagano il costo per contatto”; poi, di fronte all’evidenza che anche i contatti sono in calo, ha rivendicato:
Il primo semestre 2014 è stato in linea con l’anno precedente e riteniamo di fare bene anche nel secondo. Non è corretto parlare di riduzione dei prezzi degli spot sulla base di due o tre puntate di un programma.
Sull’ipotesi della nascita di un secondo canale tv, con riferimento velenoso al regalo dell’Agcom a Rai e Mediaset
Abbiamo comprato un nuovo multiplex pagando con puntualità 31,6 milioni allo Stato grazie ai quali è stato ribassato il canone che devono versare Rai e Mediaset (mi aspetto una cassa di champagne da Berlusconi e da Gubitosi). Ora abbiamo uno spazio di 5 o 6 canali tematici oltre a La7 e La7d che possiamo affittare a terzi o lanciare noi. Dipenderà dalla nostra fantasia saper arricchire con nuovi contenuti la proposta editoriale delle nostre reti
Infine, in risposta alle voci secondo le quali Cairo è soprattutto un tagliatore e un pagatore sistematicamente ritardatario:
A La7 in questo anno e mezzo abbiamo voluto capire le ragioni di costi che portavano a una perdita annua secca di 100 milioni con conseguente rischio di fallimento. A questo punto abbiamo rinegoziato nuove condizioni per il futuro. Oggi rimangono solo piccolissimi arretrati, fisiologici per un’azienda di queste dimensioni.