Home Amore Criminale Amore Criminale, Barbara De Rossi a Blogo: “Se con il nostro programma salviamo anche solo una donna, per noi è già un successo”

Amore Criminale, Barbara De Rossi a Blogo: “Se con il nostro programma salviamo anche solo una donna, per noi è già un successo”

Da questa sera, e per otto settimane, l’attrice sarà ancora una volta alla conduzione di Amore Criminale. Ecco cosa ci ha raccontato.

pubblicato 20 Ottobre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 23:03

Torna questa sera su Rai Tre la trasmissione Amore Criminale, giunta ormai alla quindicesima stagione. Alla conduzione, per il secondo anno consecutivo, ritroveremo Barbara De Rossi, perfetta in questo suo ruolo di narratrice. L’attrice ci racconta questa sua nuova esperienza al timone di un programma che ama profondamente e nel quale ha saputo trovare la sua dimensione, tanto che gli stessi autori della trasmissione si augurano che lei possa continuare a indossare a lungo queste nuove vesti. La De Rossi si augura di poter continuare a dividersi tra due grandi amori, quello per Amore Criminale e quello per la recitazione, nonostante in Italia, con il passare del tempo, diventi sempre più difficile per un’attrice trovare dei ruoli che permettano di esprimere la propria professionalità ed esperienza.

Immagino la riempia di orgoglio il fatto di essere stata riconfermata ad Amore Criminale e il fatto di essere così apprezzata dagli autori…

Sì, è una cosa che mi gratifica molto e che mi ha fatto molto piacere. Con gli autori, e con Matilde D’Errico in particolar modo, c’è ormai un rapporto consolidato, siamo in simbiosi dal punto di vista lavorativo, c’è una grande condivisione. Ed è anche molto bello che succeda tra donne, visto che non sempre negli ambienti di lavoro questo accade.

Rispetto a un anno fa, quando ha iniziato questa nuova avventura professionale, cosa è cambiato nel programma, ma anche in lei, nel suo modo di affrontare questo lavoro?

Intanto, per quanto riguarda il programma, una delle novità molto interessanti è l’arrivo di Anna Costanza Baldry, psicologa e criminologa, perché abbiamo cercato di andare oltre e di non limitarci più soltanto ai consigli legali che già c’erano con l’avvocato Geraldine Pagano, entrando così più a fondo nella psiche femminile. Cerchiamo quelle ragioni per le quali molte donne non riescono a venir fuori subito da certe situazioni, andando quindi a sondare, ad approfondire quelli che sono gli aspetti psicologici della vicenda. La Baldry in questo è molto bravo, anche perché riesce a tradurre in modo semplice per tutti quelle che possono essere le problematiche che si incontrano in queste situazioni.

Per quanto riguarda me, io mi sento sempre molto coinvolta da queste storie. Ormai sento di aver talmente fatto mio questo impegno, che riesco a stabilire un contatto molto vero, molto semplice con le persone che intervisto. Ci sono numerose interviste in questa edizione, e in tutte sono riuscita a stabilire un contatto, un rapporto di fiducia molto bello. E questa è una cosa importante. Ho sposato l’intento del programma in maniera totale, e quando mi trovo a fare queste interviste riesco ora a immergermi del tutto nei panni di chi ho davanti. Non è semplice raccontarsi ed esprimere un dolore, e le donne che vengono da noi fanno uno sforzo enorme, anche per superare la vergogna, la paura. E quando trovano il coraggio di farlo, è importante che abbiano di fronte a loro una persona che non le giudichi, cosa che accade più di quanto si immagini. Perché queste donne vengono spesso viste come delle donne che non comprendono, che sono deboli, fragili. In realtà sono meccanismi complessi da capire e da elaborare, perché il modo di pensare è distorto, perché si vive in una situazione più grande di sé, da cui è difficile uscire.

Quale crede sia il punto di forza di Amore Criminale?

Matilde, con la sua docufiction, riesce a raccontare in maniera molto attenta e precisa di come emotivamente la donna cada dentro questo meccanismo distorto. E, nella sua intensità e crudezza, fa sì che le donne possano capire dove si può arrivare quando si superano certi limiti. Di mio, cerco di mettere nel racconto che ne faccio, con la mia voce, un’impronta sempre sensibile senza però piangersi addosso. Questa almeno è la mia chiave, quella che abbiamo studiato con Matilde.

Cosa risponderebbe a chi accusa il programma di essere troppo ‘crudo’?

Capisco che per alcune persone sia un programma tosto da vedere. Amore Criminale è uno schiaffo in viso, nonostante io pensi che comunque Matilde sia sempre capace di edulcorare un po’ le storie e trattarle con rispetto. Amore Criminale è qualcosa che deve arrivare alla gente, ma non tanto per farla preoccupare, quanto per far capire quanto sia pericoloso trovarsi in alcune situazioni. Sai quante delle donne che ho intervistato poi mi hanno detto “Non pensavo che questo potesse succedere a me”? E questo è indicativo di come una situazione del genere possa capitare a chiunque. Alla fine di ogni puntata ci sono tantissimi contatti di donne che si rivolgono alla trasmissione per cercare aiuto, o che vanno a denunciare le loro storie di violenza. Se con il nostro programma salviamo anche solo una donna, per noi è già un successo.

Quest’anno ci sarà una particolare attenzione ai figli delle vittime, che sono orfani due volte. Da mamma come ha vissuto questo tema?

Quello dei figli che si ritrovano orfani, in storie di violenze familiari, è un tema molto importante e che merita la giusta attenzione. Così come meritano sempre attenzione i figli, per evitare che possano trovarsi a vivere situazioni pericolose. Io, come mamma, ho cercato di crescere così mia figlia. Martina da due anni segue Amore Criminale, ma è capitato che lo seguisse anche prima, in mia compagnia, visto che sono sempre stata una spettatrice del programma. Quello che secondo me quindi un genitore può fare è far comprendere ai figli adolescenti cosa è il rispetto umano, cos’è l’amore, cos’è un rapporto tra due persone. Perché se i ragazzi crescono con la consapevolezza di quello che può far bene all’amore, forse crescono più consapevoli in generale. Ho cercato di far capire quindi a Martina quali sono gli aspetti che non si possono tollerare in un rapporto, e non parlo solo della violenza fisica, ma anche di quella psicologica, che spesso è più difficilmente riconoscibile.

AmoreCriminale-2014-BarbaraDeRossi

Dopo questa esperienza, si sentirebbe pronta per affrontare una eventuale vera e propria conduzione?

Intanto io vedo la conduzione di Amore Criminale come qualcosa di molto particolare nel panorama televisivo, che esula da quella che è la conduzione normale. Non a caso già prima di me c’era un’altra attrice, Luisa Ranieri, così come Camila Raznovich aveva il suo modo molto particolare di condurre. Io mi considero un’attrice prestata alla conduzione, sono un’attrice e vivo di cuore, di anima per il mio lavoro. Però, per tornare alla tua domanda, perché no, magari mi vedrei alla conduzione di un programma costruito ad hoc, che magari tratti dei temi che sento vicini a me. Ora però sono talmente innamorata di Amore Criminale che sono felice così.

La rivedremo prossimamente nell’Onore e il rispetto 4…

Sì e avrò un ruolo bello, quello di una siciliana poverissima, una donna che vive una situazione molto molto difficile. Un personaggio davvero interessante, che poi mi ha permesso di studiare il dialetto siciliano e di imparare qualcosa di nuovo.

Pensa che oggi ci sia meno spazio per esprimere le proprie doti recitative, ad esempio per la mancanza di ruoli appetibili?

Assolutamente sì. E questa è una cosa che si sente spesso tra le attrici che hanno già superato una certa età. Si scrive pochissimo per noi e questo in realtà è sbagliato. Se andiamo a vedere la cinematografia e la storia di altri Paesi, c’è tanto da raccontare dal punto di vista di una donna non più giovanissima, che può però affrontare qualsiasi tema nel lavoro, nell’amore, nella vita di tutti i giorni, con la maturità poi di un’attrice che a 50 anni ha maturato un’esperienza che gli consente una profondità diversa. Perché un attore cresce con la vita, e io stessa, se riguardo le mie cose di quando avevo 30 anni non è che sono molto soddisfatta.

Crede che in questo le donne siano più svantaggiate rispetto agli uomini?

Sì, certo. La donna è sempre legata all’aspetto. Se l’uomo invecchia e ha delle rughe, non importa a nessuno. La donna che invecchia e ha più rughe è invece considerata una donna che non può più amare, è una donna che non può vivere una particolare situazione lavorativa, non può più vivere una passione. Tutto si ferma all’età. È come se una donna, dopo i 40 anni, non fosse più una donna, e si costruiscono ruoli stereotipati. All’estero non è così. È un problema di mentalità: siamo schiavi della bellezza, della freschezza. Servirebbero più ruoli belli, in grado di permettere agli attori che hanno maturato una grande esperienza di potersi esprimere in maniera soddisfacente.

Oltre alla recitazione e alla conduzione, lei si è sempre messa in gioco con nuove esperienze, da Ballando con le stelle a Tale e quale show, quindi ormai non le manca nulla…

Questo è il gioco della tv. Esistono delle trasmissione che fanno ormai parte della nostra vita, poi c’è qualcuno che le critica, qualcuno a cui non vanno bene, ma la realtà è che fanno parte del gioco, per chi fa questo mestiere. Io, che ora festeggio 40 anni di questo lavoro, ho imparato a non criticare mai niente e nessuno. Per quanto ad esempio riguarda il gossip – che è una cosa che è entrata molto nelle nostre vite – ritengo sia profondamente ingiusto trovarsi ogni volta sulla bocca di tutti qualsiasi cosa tu faccia nella vita privata. E anche essere giudicati è qualcosa di sbagliato, perché tu non sai mai cosa accade davvero nella vita degli altri e il perché. Lo stesso ragionamento lo applico sul lavoro, e quindi non mi pongo il problema di vedere un attore fare una trasmissione piuttosto che un’altra, anche perché è questo quello che abbiamo, anche questo fa parte del nostro lavoro.

E poi c’è stata la partecipazione a Mission. Cosa porta con sé di quell’esperienza?

È stata un’esperienza fortissima, perché mi sono ritrovata per quindici giorni a fare la vita di un volontario dell’Intersos. Quindi ho vissuto nelle condizioni di un profugo. Per quanto la trasmissione sia stata criticata, cercando di farla passare in maniera scorretta per un reality, si è trattato invece di un vero e proprio reportage, almeno per noi che l’abbiamo fatto. Anche perché abbiamo compreso le reali condizioni dei profughi che si trovano a fuggire da Paesi in guerra. Quella esperienza mi ha lasciato addosso un vero e proprio senso di impotenza, mi sono resa conto che per quanto le associazioni e le organizzazioni internazionali facciano un lavoro enorme, non è mai abbastanza. Mi ha gratificato tanto, ma mi ha lasciato anche una grande tristezza.

L’appuntamento è per questa sera, intorno alle 21.05, su Rai Tre, con Barbara De Rossi e Amore Criminale.

Foto © Gianmarco Chieregato

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