Servizio Pubblico, Marco Travaglio: “Santoro mi ha rassicurato, doveroso fare un altro tentativo”
Le giustificazioni di Travaglio: “Sbollita l’incazzatura, ne ho parlato con Michele Santoro e con la sua squadra, ho esposto i miei dubbi, ho ricevuto rassicurazioni. Ho pensato che fosse doveroso fare un altro tentativo prima di arrendersi”
Marco Travaglio ha affidato alla sua pagina Facebook la spiegazione della decisione di tornare a Servizio Pubblico (nella puntata di giovedì 23 ottobre) dopo la lite con Michele Santoro e il conseguente abbandono dello studio durante la diretta di giovedì 16 ottobre scorso. Il condirettore del Fatto Quotidiano, che maturato la scelta martedì, ha premesso:
Cari amici, martedì quando ho deciso, dopo tre giorni di riflessioni, di colloqui con vari amici e di lettura dei vostri commenti, di riprovarci con Servizio Pubblico, sapevo benissimo che avrei comunque scontentato molti di voi. Se tornavo, chi non voleva che tornassi avrebbe detto che l’ho fatto per contratto (nessun contratto mi impone di stare dove non voglio stare o di pagare penali se non ci sto) o per soldi (come se ci fosse qualcosa di strano o riprovevole nell’essere retribuiti per il proprio lavoro) o perché era tutta una sceneggiata (spiacente, ma non riesco proprio a incazzarmi, e neppure a placarmi a comando, tipo foca ammaestrata). Se non tornavo, chi voleva che tornassi avrebbe detto che sono un presuntuoso, una checca isterica, una primadonna che non tollera le critiche e il contraddittorio, un ingrato che sputa nel piatto in cui ha mangiato, un rissoso astioso e rancoroso che non sa tenere rapporti civili con il prossimo, e poi naturalmente un grillino servo di Casaleggio, o un pidino servo di Renzi, o un antiberlusconiano in crisi per astinenza da Berlusconi (che fra l’altro, per essere morto, mantiene una discreta cera) e non so cos’altro.
Quindi Travaglio ha ribadito di essersi “incaz*ato per davvero” e di aver “preferito uscire dallo studio per non trascendere per davvero”. Dopo essersi “posto per tre giorni la domanda” inerenti “la possibilità di preservare in tv uno spazio libero di informazione immune non dal dibattito, dalle critiche, dalle contestazioni, dalle eventuali smentite o rettifiche, ma dal chiacchiericcio che fa uguale tutto e il contrario di tutto, confondendo fatti con opinioni”, si è dato la risposta, anche dopo aver parlato direttamente con Santoro:
Sbollita l’incazzatura, ne ho parlato con Michele Santoro e con la sua squadra, ho esposto i miei dubbi, ho ricevuto rassicurazioni. E ho pensato che, prima di buttare via uno spazio prezioso, nato nel 2006 grazie a Santoro quando nessuno mi dava la parola in tv, fosse doveroso fare un altro tentativo prima di arrendersi. Giudicate voi se quel tentativo, ieri sera, è andato a buon fine oppure no. Cioè se è stato utile a voi che ascoltavate. Io spero di sì. Però, come sempre, leggerò le vostre riflessioni, nella speranza che siano fondate su ciò che ho fatto (stretta di mano compresa) e su ciò che ho detto. Grazie a tutti quelli che mi sono stati vicino