Le Voci di dentro: Rai1 riporta il teatro in diretta con Servillo e Sorrentino
Alcune considerazioni sull’arrivo domenica pomeriggio alle 16:45 in diretta su Rai1 de “Le voci di dentro” di Eduardo De Filippo con Toni Servillo e la regia televisiva di Paolo Sorrentino.
“Il dovere di un artista degno di questo nome è quello di mostrare alla gente la realtà, per quanto sgradevole essa sia”
Cosi parlava Eduardo De Filippo a proposito della sua commedia “Le voci di dentro“, scritta nel 1948 e che domani i telespettatori della prima rete del servizio pubblico radiotelevisivo avranno la possibilità di vedere sul piccolo schermo. “Le voci” è una delle commedie più amare, fra quelle scritte dal grande attore e regista napoletano e racconta di un “apparecchiatore di feste popolari” Alberto Saporito, che accusa i vicini di aver ucciso il suo amico, Aniello Amitrano. Il tutto nasce da un suo sogno, talmente lucido, da sembrare reale, tanto che Saporito arriva a ricordarlo nei minimi dettagli, dettagli questi che consentono alle autorità di arrestare i Cimmaruta (i vicini appunto).
In seguito Alberto si accorge che si trattava di un sogno ed il nostro protagonista si trova quindi in tutta una serie di guai, che la commedia appunto racconta. La messa in onda su Rai1 di questa commedia si inserisce nelle celebrazioni di questi giorni, a seguito dell’anniversario della morte di Eduardo De Filippo, avvenuta 30 anni fa, nel 1984. La rappresentazione di Rai1 acquisisce ulteriore valore, in quanto viene trasmessa in diretta dal teatro San Ferdinando a Napoli, diretta ed interpretata da Toni Servillo, con la regia televisiva di Paolo Sorrentino.
La trasmissione di questo evento andrà in onda domani, domenica pomeriggio, a partire dalle ore 16:45 sulla prima rete del servizio pubblico radiotelevisivo, al posto della consueta puntata di Domenica in. Questa collocazione ci spinge a fare alcune riflessioni. La prima è che torna -finalmente- il teatro in diretta sulla Rai, precisamente su una delle sue tre reti generaliste. Nei primi anni della televisione pubblica, c’era un appuntamento settimanale, precisamente il venerdì, in cui la Rai trasmetteva delle commedie teatrali, rigorosamente in diretta. In un discorso più generale, la diretta e la televisione, sono un connubio difficile, ma che il più delle volte risulta essere necessario, per dare quella “tensione” vitale per mantenere sempre alta la resa e l’attenzione dei protagonisti dell’emissione. Ma su questo tema si potrebbe parlare per ore, anche dell’opportunità di trasmettere in diretta un’opera teatrale “così com’è” o della necessità che venga in qualche modo “adattata” alle esigenze televisive, ma di questo magari ci torneremo sopra.
Tornando al teatro in Tv, quelle serate hanno permesso a moltissimi italiani, che per varie ragioni non avevano l’opportunità di accedere ai teatri, di conoscere, vedere ed apprezzare i moltissimi lavori che il nostro teatro ha prodotto negli anni. Nel tempo quell’appuntamento è sparito dai teleschermi della televisione generalista, perchè la corsa agli ascolti, ha fatto ritenere il teatro in Tv, un qualcosa di difficile e avulso rispetto ai bisogni del pubblico televisivo, o meglio della “massa televisiva”. Arrivando ai nostri giorni, nel frattempo è arrivata la televisione specializzata (penso a Rai5), che ha dato spazio al teatro, ma la generalista, sopratutto Rai, che per definizione deve dare dall’antipasto al dessert ai propri telespettatori, deve comunque provare a dare al suo pubblico, anche quei prodotti che nel tempo ha voluto tenere in un cassetto.
In questo va dato atto al direttore di Rai1 Giancarlo Leone, di provare a scardinare questa abitudine, dando spazio ad esperimenti che mettano da una parte l’ascolto puramente numerico, per andare incontro alle esigenze di un tipo di pubblico che si sta allontanando sempre di più dalla televisione generalista. Si tratta però di un pubblico, il più delle volte, importante, anche se ai margini dei grandi ascolti, ma di un target assolutamente pregiato, sopratutto per i pubblicitari.
Questa iniziativa poi, assume un ulteriore significato, direi quasi simbolico, proprio per la sua collocazione della domenica pomeriggio. Sarà forse un caso, ma prende il posto di un programma simbolo della televisione “acchiappa pubblico”, che in qualche modo ha tolto il teatro dal venerdì sera, ovvero Domenica in. Vivaddio dunque, se grazie anche a questo anniversario della morte del grande Eduardo, si è voluto lanciare un segnale e di questo ringraziamo Giancarlo Leone.