Bruno Vespa a Tv Talk risponde a Blogo: “Non mollo Porta a Porta”
Bruno Vespa risponde alla domanda dei lettori di Blogo scelta dalla redazione di Tv Talk e conferma di non avere un erede: “Un mio successore? Non esiste”.
Bruno Vespa è in pieno tour promozionale per il suo ultimo libro, “Italiani voltagabbana“, e ha partecipato a Tv Talk, il programma di Rai 3 condotto da Massimo Bernardini.
L’occasione è però gradita per analizzare la ‘nuova’ formula di Porta a Porta, sempre meno interessata alla politica e sempre più orientata alla cronaca e all’intrattenimento, con sempre meno talk politico e sempre più faccia a faccia. Un progressivo addio alla politica per la Terza Camera della tv? Beh, a lasciare la politica Vespa non ci pensa proprio.
“La politica scompare da Porta a Porta? No, questo non può esistere. Ma la riduzione della politica c’è e dipende da due fattori: la crisi della politica, per cui solo Renzi e Berlusconi riescono a reggere una trasmissione intera. In più ci sono 19 trasmissioni a base di politica: sono un po’ tante, il genere è usurato”.
Il secondo motivo, invece,è tutto interno a casa Rai:
“C’è poi c’è un problema di palinsesto: Rai 3 ha allungato Ballarò e Chi l’ha visto fino a mezzanotte. Questo, in fondo doveva essere l’anno della nostra morte annunciata. Se oltre alla concorrenza delle altre reti ci si mette anche la tua azienda a creare concorrenza sulla fascia della seconda serata…”.
Ma le strade della Provvidenza sono infinite e così quel gran genio di Vespa ha preferito giocare sul traino della seguitissima fiction di Rai 1 per puntare sul pubblico femminile con una prima parte tendenzialmente dedicata ad argomenti non ‘politici’, lasciando invece la politica eventualmente alla seconda parte del programma.
“La politica non tira” dice Vespa, ma non la molla:
“La politica non la mollo. L’ho ridotta in tv perché c’è un’overdose di informazione politica e la gente si è stancata. E la gente si è stancata anche perché la crisi la sente addosso ogni giorno. La gente vuole fatti, non parole. Per questo l’ho ridotta”.
A chi gli contesta una ‘deriva’ d’ursesca con la rubrica “Belli di Mamma”, che ha visto negli ultimi giorni protagonisti Al Bano e Valeria Marini con le rispettive madri, vedendo in questa scelta una possibile ‘diminutio’ dell’autorevolezza della sua ‘Camera’, Vespa risponde netto:
“Io sono un giornalista, e basta. Un giornalista che fa le cose che deve fare. Forse la novità è che mi diverto. Mi piace farlo così come immagino piacciano al pubblico a casa. Ma questo non toglie nulla all’autorevolezza e al valore delle interviste politiche fatte”.
Come si fa a non essere d’accordo con lui quando specifica che lui non vuole assecondare il pubblico:
“Non bisogna fare quello che vuole la gente, una cosa pericolossisma, ma bisogna coinvolgere la gente in quello che si fa”
dice, rispondendo in fondo anche a chi lo accusa di essere un ‘voltagabbana’, come quelli che racconta nel suo ultimo libro. “Coloro che hanno cambiato il proprio sistema comunicativo non sono voltagabbana, ma hanno dimostrato di sapersi adattare a un sistema che cambia“.
Gli stessi faccia a faccia che ora sono sempre più frequenti sono in fondo figli di un’evoluzione, di quegli ‘uno contro tutti’ nei quali il conduttore lasciava ai giornalisti ospiti il compito di ‘interrogare’ il politico di turno, esponendosi così meno di quanto non faccia oggi:
“L’uno contro tutti era una formula diversa: erano 100 minuti di politica, che da soli non si potevano reggere, per cui si chiamavano i direttori di giornali. E c’era sì un maggior distacco. Con i faccia a faccia, di 30 minuti, il ritmo è più incalzante, la formula funziona e faccio la controparte”.
Faccia a faccia nei quali si propone quasi quotidianamente anche Barbara d’Urso.
“Barbara d’Urso è bravissima. Poi nella tv americana, che spesso noi prendiamo a modello, le interviste ai politici non le fanno i giornalisti. Il taglio della d’Urso è familiare: dà del tu a tutti, mentre io non lo do mai in diretta; lei fa un selfie con gli ospiti, lei familiarizza con loro. Anche io faccio show, ma non come lei. Io ho dato del tu solo a Grillo perché me lo ha dato lui e ha cambiato, per fortuna, il senso della puntata…”
ma se volete sapere cosa pensa della denuncia dell’Ordine dei Giornalisti contro la d’Urso bisognerà chiederglielo in una prossima occasione. Bocca lo ha interrotto e e non si è più tornati sull’argomento.
In chiusura, invece, la domanda proposta dai lettori di Blogo. Scelta quella di Fenomenus: “I padri del talk politico: Lerner scappa su reti minori, Santoro sarebbe pronto a mollare e lei non molla? È Giletti il suo successore?”
“Io non mollo. E perché dovrei? Il programma va benissimo. Giletti il mio successore? Intanto andrebbe chiesto a Giletti. Per me, a dire il vero, i successori non esistono: non esiste il successore di Giletti a L’Arena, così come non esiste il successore di Vespa a Porta a Porta. Se andassi via da Porta a Porta ci sarebbe un programma diverso, condotto da un’altra persona che tratterà temi diversi. Giannini a Ballarò? Beh, Giannini sta facendo una trasmissione diversa, che qualcuno ha deciso di chiamare Ballarò”.
Riutilizzare un marchio ‘personalizzato’ è quindi controproducente:
“Sarebbe come voler rifare Lascia o Raddoppia senza Mike. Quando le trasmissioni vengono caratterizzate molto tempo da un conduttore è impossibile riproporle con un altro. Non a caso in america i programmi prendono il nome dei conduttori”.
Beh, un progetto per Rischiatutto a dire il vero c’è… Ma il vero sogno di Vespa è un altro:
“Sogno di fare la spalla comica di Fiorello. Ora che Baldini l’aveva lasciato c’ho sperato…”
e invece nulla. Dovrà continuare a ‘studiare’ da spalla seguendo Crozza il venerdì su La7: a quanto pare è l’unico comico che segue in tv.