Home Troppo giusti processa il cinema Usa per salvare il clan romano. E Dago inneggia al P0rno

Troppo giusti processa il cinema Usa per salvare il clan romano. E Dago inneggia al P0rno

Troppo giusti, ogni venerdì in seconda serata su Rai2, fa il punto su incassi e gradimento dei film in sala, ma quasi sempre difende il cinema italiano. E ha solo un punto di vista: quello cafonal

pubblicato 27 Dicembre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 20:24

C’è un programma in Rai passato in”GIUSTamente” inosservato, è il caso di dirlo, durante queste feste (la sua silente carica eversiva e autoreferenziale non ha ancora fatto sobbalzare Viale Mazzini?). Si tratta di Troppo giusti, l’ennesima creatura Stracult del balbuziente Marco Giusti, che sta alla seconda serata di nicchia di RaiDue come Guardì al Comitato. E qui, dopo essersi confezionato narcisisticamente il suo primo programma omonimo, si ritaglia il ruolo di ospite fisso come grande cinefilo, in virtù del suo culto degli spaghetti western.

L’ex papà di Blob raduna puntualmente la sua cricca romana, capitanata dal rapper G-Max che come sempre gli firma la sigla. Ma la vera novità sta nella conduzione affidata ad Andrea Delogu, una che non capivi mai se faceva più la dj o la vocalist o l’attrice, mentre ora ti chiedi perché la tengano in onda Aggratis (programma di Gregorio Paolini che ha lanciato, tra gli altri, anche la Francini e Montanini), solo nelle retrovie.

Con la sua voce suadente, una retina in testa a dir poco eccentrica e il terrore che le chiudessero un programma da un momento all’altro la Delogu ha confermato ieri sera di avere un compito non facile: gestire un programma a braccio molto delicato, in cui il confine tra la rilassatezza e la ruota libera è molto labile e in cui, comunque, a fare il bello e il cattivo tempo in studio è Marco Giusti.

Troppo giusti non si limita, come il Supercinema di Canale5, ad incensare il fenomeno del botteghino – pur sfoggiando classifiche e invitando attori in promozione – ma usa anche Twitter per sfatare un tabù, quello della critica cinematografica in tv. E’ un attimo, infatti, affossare l’americanata Big Hero 6, con un tweet di Enrico Magrelli discordante dagli incassi: “E’ uno dei cartoon più noiosi degli ultimi anni”. Per non parlare de Lo Hobbit: lo stesso Giusti ha detto che i nani sono tutti “dei gran frocioni”.

Da notare, invece, i due pesi e due misure quando si parla di cinema italiano, meglio ancora romano, visto che l’orrido Natale stupefacente – che tutti i miei amici mi hanno sconsigliato di vedere, – è stato difeso da un tweet sperticato come un vox populi di Studio Aperto. Questo perché a recitarvi sono Lillo e Greg, del protettissimo clan romano vicino a Marco Giusti.

Insomma, ci troviamo di fronte al male più antico del mondo: il conduttore-autore sfrutta la vetrina tv per difendere il suo giro di amici (facendo il paladino della critica con chi non si può difendere).

Poi Troppo giusti è aperto anche a un’altra voce amica fuori dal coro, quella di un Roberto D’Agostino via webcam… dallo scandalo assicurato:

“L’uso del computer al posto dello schermo televisivo ti dà la possibilità di essere multitasking. Puoi andare sui tuoi social network e su tutte le diavolerie che volete. La televisione era il focolare elettronico, oggi nella cameretta del ragazzo quel televisore è diventato utile quanto un’edicola. Un computer dà possibilità di connessione variatissime. Voi lo sapete che gran parte dei computer di tutto il mondo ha avuto il boom grazie ai siti porno? Non credo che a Natale state tutti lì con le palle attaccate all’albero”.

E qui la Delogu gli ha tolto subito la parola, temendo di essere cacciata dalla Rai come la Venier. L’argomento successivo è stato il crowdfunding e web-serie, non male.

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