Home Notizie Ristoranti allo sbando e Restaurant Impossible, su Fine Living il cooking makeover si fa format

Ristoranti allo sbando e Restaurant Impossible, su Fine Living il cooking makeover si fa format

Fine Living lancia in Italia nuove cooking star (in attesa degli spin-off made in Italy)

pubblicato 24 Gennaio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 19:38

Avete un ristorante ma state andando a picco? Siete a lutto da quando Gordon Ramsay ha detto addio a Cucine da Incubo? Temete che Cannavacciuolo non basti? Non temete. Su Fine Living fioriscono programmi tv dedicati al ‘makeover’ ristorativo.

Partiamo da Ristoranti allo sbando, al via proprio stasera, sabato 24 gennaio, alle 22.00 sul canale 49 del DTT: la star è Willie Degel, a capo di quella che viene definita “la migliore catena di steak house di New York”. Con la sua esperienza, il suo occhio clinico e una serie di telecamere nascoste ancor più affidabili del suo fiuto, Willie riesce a rimettere in carreggiata locali ormai destinati alla chiusura. Occhi puntati, dunque, sullo staff, vera ‘piaga’ per molti ristoranti: e se Gordon Ramsay puntava sulla brigata di cucina, solidarizzando col personale di sala, in Ristoranti allo Sbando (noto in patria come Restaurant stakeout) si mette sotto ‘accusa’ soprattutto lo staff di servizio (un po’ come accade in Spie al ristorante che non a caso apre il sabato sera).

 

Ma non è questo l’unico titolo del genere su Fine Living, canale specializzato in cucina, home design e makeover nelle sue varie forme: mercoledì 14 gennaio, infatti, è partita anche la nuova stagione di Restaurant Impossible, in onda anche in questo caso alle 22.00. Qui lo schema è un po’ più ‘classico’, lo chef Robert Irvine impegnato nel recupero di locali da salvare. In quanto chef, guarda alla gestione in tutti i suoi aspetti. La lezione di Ramsay è servita.

Insomma, l’offerta ‘di’ cucina è varia: in questo periodo è in onda su SkyUno anche Restaurant Startup, con Joe Bastianich pronto a investire sul miglior progetto di ristorazione presentato da candidati con il sogno di un futuro nel settore apparentemente più promettente, ma tra i più competitivi. Qui il modello è diverso: non si salvano ristoranti, ma si punta su quello che, almeno sulla carta, garantisce migliori prospettive di successo. In breve, si cerca di evitare che un giorno i proprietari debbano ricorrere a Degel, Irvine et similia. A meno che partecipare a format tv non diventi in sé una prospettiva imprenditoriale per la ristorazione.

Se siete appassionati del genere, Fine Living vi aspetta.