Le canzoni di Sanremo 2015: giudizi
Tutti i giudizi sulle canzoni di Sanremo 2015.
13 febbraio 2015: stasera tocca di nuovo alle canzoni. Le abbiamo sentite tutti, nella prima e nella seconda serata, e ora ci gustiamo di nuovo l’ascolto.
Annalisa, Una finestra tra le stelle: l’esecuzione dell’ex piccola-Nali è impeccabile, dritta, sicura. Il brano di Silvestre, però, non le rende giustizia.
Nesli, Buona fortuna amore: non mi convince l’esecuzione, non mi convince il brano, che si fa dimenticare velocemente.
Irene Grandi, Un vento senza amore: lista di participi passati. L’ex rocker si reinventa melodica. Il risultato è deludente.
Nek, Fatti avanti amore: il vincitore della serata delle cover riscuote grande successo fra i giornalisti, ma la canzone è una qualsiasi canzone di Nek, un po’ Narcotic, un po’ (ma è un complimento eccessivo) U2, troppo urlata per essere credibile.
Bianca Atzei, Il solo al mondo: la più vessata dei cantanti big in gara. Timbro sabbiato, troppe trasparenze, niente di che.
Biggio e Mandelli, Vita d’inferno: immotivatamente a rischio eliminazione, un omaggio a Cochi e Renato, un’operazione buffa e più originale di quanto non si voglia ammettere.
Moreno, Oggi ti parlo così: evanescente, trasparente, testo all’acqua di rose, senza appeal.
Lara Fabian, Voce: a costo di ripetermi, canzone perfetta per una colonna sonora di film d’animazione, nel momento epico-romantico. Tipo Re Leone.
Grazia Di Michele – Mauro Coruzzi, Io sono una finestra: è un brano interessante, anch’esso immotivatamnte a rischio eliminazione. Intenso, poetico, per nulla retorico, con buona pace di chi se ne lamenta. Bel testo, buona confezione.
Lorenzo Fragola, Siamo uguali: il vincitore di X Factor ha molta strada da fare, ma c’è un progetto discografico che si intravede. Per la vittoria, ripassare fra qualche anno. Meglio quando ha anche la sua chitarrina, meglio in inglese. Meglio su altri palchi (troppi problemi di intonazione, qui, soprattutto nella quarta serata).
Anna Tatangelo, Libera: «Come una nuvola nel vento. Che si dondola» è un verso che grida vendetta.
Il volo, Grande amore: canzone strappaugole e – chissà per quale strano motivo? – strappaapplausi. Da dimenticare.
Gianluca Grignani, Sogni infranti: alla fine, ammetto che non mi dispiace. Almeno ci prova e bisogna dargliene atto.
Malika Ayane, Adesso e qui (nostalgico presente): sembra quasi un autoplagio. Non è la miglior Malika, è l’evoluzione della Malika che è stata immaginata per lei dalla Sugar. Brava, lei. Ma per fare il salto definitivo ci vuole ancora molto. Seria candidata al premio della critica, a giudicare dagli applausi in sala.
Dear Jack, Il mondo esplode tranne noi: canzone furbetta, ammiccante, che entra in testa e si candida seriamente per una posizione di tutto rispetto.
Marco Masini, Che giorno è: una delle più masiniane delle canzoni che si potesse immaginare.
Nina Zilli, Sola: la voce è un gradino più su di molti altri in gara. Ma il blues, che è un blues anche se non lo si esplicita nel testo, per carità, in definitiva è inconsistente.
Alex Britti, Un attimo importante: schitarrate alla Britti, voce alla Britti, testo alla Britti. Niente di originale, niente di indimenticabile, ma c’è di peggio.
Raf, Come una favola: penalizzato da uno stato di salute decisamente cagionevole, Raf torna al Festival con un pezzo basico, poco significativo. Storie di api e fiori e amore.
Chiara, Straordinario: esecuzione perfetta, la canzone è un diesel, come la sua interprete. Sulla distanza, ne apprezzi arrangiamento e melodia.
Le canzoni di Sanremo 2015: dopo le prove
Le canzoni di Sanremo acquisiscono più consistenza, dopo l’ascolto di oggi, 9 febbraio: i giornalisti hanno avuto la possibilità di ascoltarle, una dopo l’altra, all’Ariston con tanto di interventi video sulla scenografia e orchestra.
Erano le prove generali della vigilia (a beneficio di cantanti, musicisti, tecnica, operatori, audio, regia e via dicendo).
Prove che, di fatto, hanno radicato le mie convinzioni in merito alle canzoni stesse.
La piattezza tematica, quelle poche che si distinguono, quelle improbabili, quelle che si dimenticheranno subito, quelle che si salvano.
Resta l’impressione che la monotonia dei testi rischi di vanificare il lavoro di selezione per portare di nuovo sul palco dell’Ariston 20 canzoni. Vedremo come sarà nella messa in scena definitiva.
Le canzoni di Sanremo 2015 preannunciano un Festival senza eccessi, nella norma
«Casta Diva, che inargenti
Queste sacre antiche piante,
A noi volgi il bel sembiante,
Senza nube e senza vel».
(Norma, Atto I)
Sanremo 2015 sarà un Festival senza eccessi, nella norma. Questo verrebbe da pensare, dopo il preascolto della 20 canzoni selezionate per entrare a far parte del “novero” dei big. E non è che una conferma.
Non c’è grande impegno, né ottimismo, né pessimismo, nei testi selezionati. E se bisogna credere a Carlo Conti quando dice che, semplicemente, il livello delle canzoni è quello (e non solo il livello: anche la tipologia), allora è altamente probabile che questo Festival nella norma sia lo specchio di quel che si aspetta la “norma” del pubblico italiano. Non solo dal Festival o dalla televisione in generale, ma dal proprio futuro. Dal paese tutto. A meno che non si voglia pensare che la massa della produzione culturale (in questo caso, musicale) di un paese non sia svincolata dalla realtà del paese stesso.
Forse è voglia di normalità. Forse è rassegnazione. Di certo, non assistiamo ad alcun afflato rivoluzionario e il “cambiamento” (veicolato per forza come un valore positivo) è solo uno slogan. Non ci si può aspettare che la canzone italiana nel suo teatro più tradizionale e pop(olare) si comporti diversamente.
Sappiamo bene come il panorama musicale cosiddetto “underground” esista, anche in Italia come altrove. E sappiamo come ci siano nicchie di pubblico e di artisti che ne fruiscono, ne fanno parte. Ma, nonostante gli sforzi degli anni passati (che pure spesso si sono tradotti nella normalizzazione dell’eccezione), oggi, fatti salvi alcuni picchi che però non sono di eccellenza, questo è quel che ci si deve aspettare dai brani proposti per uno show che si pensa di massa.
Il disimpegno diventa quasi necessario, per stare nella “norma”.
E così, di cosa vuoi parlare, allora, se non d’amore? Per lui, per lei, per la coppia. Per il mondo intero. Che cambi, sì, ma solo nel privato: il pubblico, i grandi temi lasciamoli lì dove sono.
Le due canzoni più “impegnate” sono quelle proposte da personaggi che non vengono dal mondo della musica ma da quello più generale dello spettacolo.
Mauro Coruzzi (con Grazia Di Michele, che “regge” tutto il brano) e “I soliti idioti” presentano pezzi quasi “politici”, se confrontati al resto. Il primo senz’altro, perché parla di un tema scomodo: l’identità di genere. Lo fa in maniera delicata e corretta, addirittura sorprendente. Il secondo palesa, nella sua leggerezza cochirenatesca che per fare l’amore si usano i preservativi e che possono esistere gravidanze non desiderate. Il tutto con leggerezza e arrangiamento da banda folk di paese, come da tradizione. E la rima Champions League – Peppa Pig mi ha fatto sorridere.
Concetti quasi rivoluzionari, se paragonato a «entra nell’anima mia», «ora lo sai che sei il mio unico grande amore», «niente è per sempre», «sei tutto quello che voglio», «solo se mi baci te». In questo senso, persino un paio di versi di Grignani sembrano esserlo: «Guardo con freddezza e con distanza l’informazione e lo show che fan la stessa danza». Se non altro, mi ha stupito per averci provato.
Poi ci sono Malika e Nina Zilli, che almeno alzano l’asticella del livello qualitativo dell’esecuzione e del brano in generale, senza grosse perle nei testi. E anche Chiara Galiazzo, che continua a non essere una sorpresa: il suo brano si fa fischiettare, ma attenzione a farlo, ché c’è l’embargo.
Già, l’embargo. Mentre commentavo “live” quel che sentivo mi sentivo osservato con sospetto. Eppure era stato detto chiaramente che si poteva commentare, persino citare qualche verso. Ebbene, per citarli ho dovuto per forza di cose annotarmeli. Mi si perdonerà l’ardire metagiornalistico: quel che mi sorprende, ancora una volta, è che non fosse la prassi, commentare per le proprie testate online ciò che si ascoltava, ma anche ciò che che veniva raccontato nel preludio e nel finale da Carlo Conti.
Dovessi scommettere (ma da tempo, questo), penso che sarà un Sanremo normale. Il che non è un male, si capisce. E non è critica preventiva augurarsi che la “norma” non diventi calma piatta e quindi noia, la stessa noia del pensiero unico. Perché la norma, come quella belliniana, a volte finisce male.
Canzoni di Sanremo 2015 – Primo bilancio
Bilancio di questo preascolto: dovessi dare un (raffazzonatissimo) ordine alle mie preferenze, direi che ho gradito: Di Michele-Coruzzi, Malika, Nina Zilli, Biggio e Mandelli, che si elevano dalla media.
Il resto è più o meno “noia”. Se volete rigirarla in positivo, è una sorta di omogeneità che potrebbe anche sembrare piattezza. C’è amore ovunque.
Carlo Conti ammette l’uniformità e non ci vede un difetto:
«Canzoni molto melodiche, con l’argomento amore. Il tema dominante è questo. L’amore è protagonista. Non ci sono state canzoni rifiutate con testi più impegnate».
Il conduttore ammette che non sono arrivate proposte meno “mainstream” e più “underground”. Probabilmente il suo Sanremo non ha attirato questo tipo di produzioni discografiche e di artisti.
Una curiosità: la canzone di Biggio e Mandelli ha la parola “coglioni” nel testo. Non lo diranno. Ci sarà uno strumento che sostituirà la parola-turpiloquio, per loro scelta». Niente “coglioni” su Rai1, dunque.
Il preservativo rotto, invece, ci sarà.
La mia wi-fi traballa, per i dettagli ulteriori vi rimando a dopo.
Canzoni di Sanremo 2015: prime impressioni
Nek – L’attacco è un dejavu. “Fatti avanti amore”. Indovinate di che parla? Comunque, c’è dentro, come minimo, una “citazione” (a me sembra da “Narcotic” dei Liquido).
Annalisa – Altra canzone di Kekko. Anche Annalisa è una garanzia per quanto riguarda l’esecuzione. Però “baciarti e poi scoprire che l’ossigeno mi arriva dritto al cuore” è troppo melassa. E “solo se mi baci te” non si può proprio sentire.
Moreno rappa, ovviamente. Altra sfida per il televoto. Dice di essere crudo, spietato e diretto, sincero. Ma il rap del ragazzo di strada dovrebbe avere anche un po’ di contenuto. Non ne ha quasi, se non nel racconto di una sorta di riscatto.
Troppo poco per gli amanti del genere.
12.59: Nina Zilli lo fa blues. E lo fa bene.
12.54: Nesli canta l’amore (ma va’). Dovessi scommetterci, me la immagino super programmata in radio. Almeno per un po’.
12.53: Malika Ayane fa quel che deve fare. Alza il livello.
Lorenzo Fragola da X Factor con furore. Anche le fragoline saranno soddisfatte. C’è l’amore, ma c’è anche un po’ di freschezza ,se non altro. Anche qui, televoto uber alles.
Biggio e Mandelli cantano, un po’ Cochi e Renato de noantri (sì, il paragone lo faranno tutti, ma non si può proprio fare diversamente), il dramma di chi si trova a dover scegliere fra Champions League e Peppa Pig, di chi si becca tutti i tormenti di questa vita d’inferno «per la rottura di un preservativo». Divertente: considerati i pregiudizi con cui ero partito, ci siamo.
Gianluca Grignani e l’amore che è un fiore, ma è anche un paio di versi impegnati. Ci prova.
Il volo, Grande amore. Come si può intuire dal titolo, ancora una canzone d’amore.
Un paio di applausi in sala stampa.
12.15: che Chiara abbia una voce straordinaria non è un mistero, e non ci voleva il titolo della sua canzone per ricordarcelo. Il fatto è che le grandi interpreti hanno bisogno di grandi brani. Però ti resta in testa, senza dubbio. Pausa. Si ricomincia fra 10 minuti.
12.12: le fan di Marco Masini saranno pienamente soddisfatte soprattutto del crescendo importante nel ritornello. “Smettila di smettere”, canta Marco. Nonostante l’incipit, resteranno delusi i fan del Prozac, perché il messaggio è positivo. È una canzone. Di Marco Masini.
12.07: Lara Fabian. C’è il vento anche qui. Buona per una colonna sonora di un film Disney.
12.02: Irene Grandi e un vento senza nome che racconta di una lei che se ne va. Un po’ anarchica, un po’ emo. Vola via, nel vento. Ma non è come Marinella. E un po’ di chitarrina distorta non basta per fare il rock.
12.00: Alex Britti. Ancora l’amore, quello che basta per cambiare il mondo. Solipsismo di coppia e la canzone che ti aspetti da Britti per Sanremo. Cioè: meno di quello che potrebbe fare.
11.54: Raf ci racconta cos’è rimasto di quegli anni ’80. Del battito animale rimangono solo storie di api e fiori (giuro), di amore che va oltre l’invidia e di una favola. Anni ’80. Che altro volevate?
11.49: Anna Tatangelo, altra canzone di “Kekko” (come quella di Bianca Atzei). La “muchacha troppo sexy che non dà tanta confidenza ai maschi”, questa volta è libera come una nuvola. Passiamo oltre, che è meglio.
11.48: Dear Jack, “Il mondo esplode (tranne noi)”. Farà esplodere il televoto.
11.43: prima “doppietta” di canzoni ascoltate. Io sono una finestra è la storia di un essere umano. Di una donna nel corpo di un uomo. Non sarà una sorpresa l’interpretazione emotiva di Mauro Coruzzi, né la voce di Grazia Di Michele. Seria candidata per il premio della critica. “Il solo al mondo”, di Bianca Atzei fa subito da contraltare non solo per linea melodica e arrangiamento ma anche per testo. La banalità delll’ammore trionfa.
11.35: Carlo Conti annuncia tre comici (non gli unici): Alessandro Siani, Angelo Pintus, Luca e Paolo.
11.30: si comincia. Non c’è embargo per la scrittura ma c’è embargo su quello che potete scrivere. Significa che si può dire di che parlano le canzoni, non trascrivere i testi né registrarli, come ci dicevamo.
Canzoni di Sanremo 2015: il giorno del preascolto per la stampa
Sanremo 2015 – Oggi, venerdì 23 gennaio, è previsto il preascolto delle canzoni dei big in gara al prossimo Festival di Sanremo. Noi ci saremo. Il piccolo evento a porte chiuse si terrà in presenza del direttore artistico del Festival, nonché conduttore, Carlo Conti.
È rigorosamente riservato ai giornalisti e rigorosissimamente soggetto a embargo.
Questo significa che tutti noi firmeremo una dichiarazione con la quale ci impegneremo, tanto per cominciare, a non registrare su supporti vari le canzoni che ci verranno fatte ascoltare e non divulgarle, magari non mettersi a trascrivere come pazzi i testi e compagnia bella. E ci mancherebbe altro.
Perché succede? Molto semplice.
Il senso del preascolto risiede nel fatto che, grazie ad esso, un giornalista che debba fare il commento a caldo del brano il giorno della serata d’apertura del Festival – ovvero un giorno in cui succede di tutto e il contrario di tutto, generalmente – può se non altro godere del fatto che ha già sentito i brani una volta e può consolidare le proprie impressioni.
È chiaro che nell’era del web e dei social network questo tipo di operazioni può apparire rischioso, ma il rispetto dell’embargo (a proposito, vi ricordate cosa accadde l’anno scorso con il vincitore del Festival?, quando il profilo Twitter del Corriere della Sera twittò il nome della vincitrice in anticipo?), la deontologia professionale e il rispetto per il lavoro di tutti dovrebbero essere sufficiente garanzia per evitare spiacevoli sorprese.
Lato nostro, come abbiamo sempre fatto, rispetteremo tutte le consegne.
Se sarà possibile, naturalmente, qualche impressione caldo ve la forniremo. Quindi, se l’argomento è di vostro interesse, tornate da queste parti.
Intanto, rivediamo insieme chi sarà in gara a Sanremo e con che canzoni.
Canzoni Sanremo 2015 – I big in gara
ANNALISA – “Una finestra tra le stelle”
MALIKA AYANE – “Adesso e qui” (Nostalgico presente)
MARCO MASINI – “Che giorno è”
CHIARA – “Straordinario”
GIANLUCA GRIGNANI – “Sogni infranti”
NEK – “Fatti Avanti amore”
NINA ZILLI – “Sola”
DEAR JACK – “Il mondo esplode” (tranne noi)
ALEX BRITTI – “Un attimo importante”
BIGGIO E MANDELLI – “Vita d’inferno”
MORENO – “Oggi ti parlo così”
BIANCA ATZEI – “Il solo al mondo”
RAF – “Come una favola”
LARA FABIAN – “Voce”
GRAZIA DI MICHELE E MAURO CORUZZI – “Io sono una finestra”
IL VOLO – “Grande amore”
ANNA TATANGELO – “Libera”
NESLI – “Buona fortuna amore”
IRENE GRANDI – “Un vento senza nome”
LORENZO FRAGOLA – “Siamo uguali”