Americano, il primo sulla notizia! Il talent “very bello” di Agon Channel
Americano, il talent sul giornalismo di Agon Channel con Giancarlo Padovan, fa i provini a cronisti precari. Dicendoci con classe che sono dei cani
Agon Channel in questo momento ha la web reputation di Forte Forte Forte, nel senso che parlarne bene è come sparare sulla Croce Rossa. Su Blogo non amiamo fare di tutta l’erba un fascio (e infatti stiamo guardando e recensendo i programmi ad uno ad uno, da Contratto a Leyton Orient passando per My Bodyguard e Una canzone per 100.000).
E’ arrivato il momento di fare il punto su un concept che, a personalissimo parere di chi scrive, ha un suo grandissimo perché. Mi riferisco ad Americano, il primo sulla notizia!, il primo talent sul giornalismo made in Albania.
Le premesse parevano mostruose e infatti i risultati non sono stati molto dissimili, ma quel che dà forza al format è la sottile linea ironica del commento in studio (peraltro finissimo). Nella prima fase di Americano, infatti, il canale vive di rendita trasmettendo i provini mandati da aspiranti giornalisti. Quel che si chiede loro è di inviare un breve servizio di cronaca, in cui dimostrare le loro capacità di sintesi giornalistica e di chiarezza espositiva. Peccato che arrivi del materiale a dir poco risibile.
Innanzitutto, l’80% delle persone che si candida su Agon è pugliese o campana, come se l’Albania fosse la nuova Telenorba. Così le cadenze dialettali si sprecano e i colori locali pure. Se a questo aggiungiamo i video di chi si filma su Skype, con risoluzione sgranatissima , fuori sinc e facca cupa, l’effetto finale è il primo Italia’s got talent dello stagismo.
A fare letteralmente impazzire al sottoscritto è il ben assortito trio in studio, formato da Tommaso Mattei, Giorgia Orlandi e Giancarlo Padovan, a loro volta “sotto contratto” Agon Channel nell’area approfondimento. Il primo, già giornalista e corrispondente sportivo, si presenta tutto impomatato (no words per il doppio taglio) e spocchioso, come un Giorgio Mastrota in versione anchorman.
Poi c’è Giorgia Orlandi, di professione reporter e che nel curriculum vanta una formazione alla Columbia University (vedi dov’è finita l’eccellenza): ha una dizione pazzesca e un piglio da stronza che conquista. E infine c’è il grande decano, l’allenatore Giancarlo Padovan, responsabile della redazione sportiva come anche neo-direttore responsabile delle news.
Parliamo, dunque, di tre professionisti titolatissimi chiamati a una missione nobile: smontare (con precisione chirurgica) il mito del Pulitzer in tanti precari che meritano di esserlo. Già il titolo ‘Americano: il primo sulla notizia’ (i titolisti di Agon sono fantastici, comunque), sembra il frutto di un geniale autoparodiarsi, visto il baratro tra le prospettive esterofile e gli esiti provinciali. La sensazione, insomma, è che il programma faccia la scarpetta sulla disperazione e sull’inettitudine della stessa gente che illude di assumere.
Agon, per una volta, fa un talent socialmente utile e che mancava, uccide i sogni di chi – guardando Studio Aperto – pensava che il giornalismo fosse per tutti. Bisogna poi dare atto, al neonato canale, di star puntando in termini commerciali su una tv “di parola”, un lento sottofondo che costa pochissimo ma può coprire ore di palinsesto autoprodotto.
Tra gli arruolati ci sono molti volti “nuovi” che sanno reggere una conduzione in studio e inventarsi la qualsiasi pur di tenere in piedi i programmi. Tra questi segnaliamo una loquacissima Roberta De Mattheis, non a caso reduce dal mondo Telenorba (a cui ha preferito Agon perché, a quanto pare, non pagava).
A volte, però, è talmente sicura di sé da commettere qualche svarione (sarà colpa degli autori?), ad esempio quando ha corretto un concorrente di Dica 33 al telefono dicendogli che l’isola più grande del mondo… è la Norvegia! In questi casi un pizzico di cultura generale e di aggiornamento personale non guasta.