Forte Forte Forte, Ballandi contro tutti: “Se non vi piace, cambiate canale”
Bibi Ballandi difende il talent della Carrà dalle critiche, chiede tempo per apprezzare il format e attacca i “critici improvvisati e starlette in disarmo, blogger in cerca di fama e opinionisti non richiesti”.
Forte Forte Forte non decolla: gli ascolti non vogliono saperne e il venerdì sera di Rai 1 cede il passo alla concorrenza. Il bastione difeso con successo da Tale e Quale Show subisce i colpi dei competitors (che se non sono proprio indimenticabili, come Solo per Amore su Canale 5) e così la prima serata del venerdì viene ‘ceduta’ agli ‘avversari’.
La media delle prime quattro puntate di Forte Forte Forte, che ha visto le prime due di casting e due ‘live’ show registrati, si aggira intorno ai 3.277.000 telespettatori, per uno share del 13,80%. Un bel salto rispetto al giovedì dei miracoli di Terence Hill.
Ascolti a parte, però, Forte Forte Forte non ha fatto breccia nel cuore del pubblico, per usare un eufemismo. A dire il vero, il programma ha raccolto una bella mole di critiche e anche di attacchi, talvolta ingenerosi, verso Raffaella Carrà, che in questo progetto ci ha messo faccia, carriera, reputazione e stivaloni al ginocchio.
A difendere l’onore della Carrà nazionale e del programma ci ha pensato Bibi Ballandi, ‘Re Mida’ delle produzioni Rai (suoi gli show di Fiorello, di Ranieri, di quasi tutto quello che vi viene in mente nel sabato sera di Rai 1) che in qualità di co-produttore ha deciso di scrivere una sorta di editoriale/lettera aperta pubblicata ieri, alla vigilia della quarta puntata, sul Quotidiano Nazionale.
Il succo è che il format è innovativo e che per questo c’è bisogno di farlo sedimentare e di conoscerlo prima di sparare a zero contro.
Forte forte forte (…) è sulla bocca di tutti. Come coproduttore del formato, sento la necessità di proporre ai lettori del Quotidiano Nazionale anche il mio punto di vista. Nell’affollato mondo dei talent show televisivi, il prodotto non è riuscito a catturare immediatamente l’attenzione del grande pubblico della prima rete generalista, ma, per contro, è diventato invece il bersaglio preferito di tutti coloro che cercano un nemico da abbattere.
scrive Ballandi. Come se l’obiettivo del pubblico, dei social, dei critici fosse quello di svegliarsi al mattino e pensare a FFF. A mio avviso si è saputo imporre all’attenzione di molti ‘a sua insaputa’, o almeno non per i motivi che si augurava alla vigilia. Ma proseguiamo.
Ballandi sottolinea la freschezza e l’originalità del format rispetto a quelli che si ripetono stagione dopo stagione:
Il progetto nasce dall’esigenza di svincolarsi dallo strapotere dei format internazionali che dominano i palinsesti televisivi, creando da una parte un prodotto originale con l’ambizione di essere distribuito all’estero e dall’altra lavorando sul progetto di traghettare su Rai 1 un pubblico più giovane che normalmente snobba la tv generalista. Il lancio di un nuovo formato è sempre un processo molto difficile. Il pubblico preferisce la rassicurazione e il consumo televisivo si basa sull’abitudine e la ripetitività.
Quindi bisogna dare tempo al programma e al pubblico di Rai 1 perché si abituino l’uno all’altro:
Mai l’ammiraglia pubblica aveva proposto un talent show con gente comune. È necessario quindi che un nuovo prodotto abbia il tempo di rodarsi e raccontarsi, di trovare la sua nuova identità. Sono numerosi gli esempi di format televisivi che hanno costruito solo negli anni la loro credibilità e il loro legame con il pubblico nonostante una partenza dubbiosa. È da premiare l’atteggiamento di Rai 1 di continuare a testare nuove idee rischiando anche qualche passo falso. Questo è lo spirito d’impresa che muove verso l’innovazione e la crescita.
Scatta il paragone con la concorrenza, o meglio con Mediaset:
Più facile senza dubbio insistere su modelli conosciuti rinfrescando Scherzi a parte, riproponendo l’Isola dei Famosi o pensando addirittura al ritorno del Karaoke.
Ammette che le cose siano perfettibili: il principio della novità non è un ‘valore assoluto’.
Ma è anche vero che qualsiasi buon proposito deve fare i conti con la validità del prodotto proposto e le critiche sono legittime e naturali. Quel che sorprende è quando la critica si trasforma in insulto, ingiuria, in attacco immotivato e gratuito.
Per Ballandi contro FFF si è scatenata una vera e propria caccia alle streghe improntata alla pura denigrazione e all’offesa:
L’attacco contro Forte forte forte sorprende per la violenza dei commenti e non per la puntualità delle motivazioni. Tutti, da critici improvvisati a starlette in disarmo, da blogger in cerca di fama a opinionisti non richiesti si sono distinti nel tiro a segno contro il programma. Certo, come dice il proverbio, fa più rumore un albero che cade che cento che crescono, ed è umano l’atteggiamento di chi delle sventure altrui ne fa una ragione di sollievo. Ma se un programma Tv non piace non basterebbe cambiare canale e guardare altro? Perché scatenare i propri istinti più bassi? Forse bisognerebbe perfezionare il detto secondo il quale l’Italia sia un Paese di 60 milioni di commissari tecnici della Nazionale aggiungendo anche la professione di… critico tv.
Spiace che Ballandi faccia di tutta l’erba un fascio, ma così è senza dubbio più semplice, un po’ come riproporre lo stesso format stagione dopo stagione. Vero è che i social non offrano sempre il meglio di sé e proprio per questo è forse il caso di distinguere critiche da offese, commenti da ingiurie, analisi da sentenze.
Una cosa però è certa: che in molti, dopo la prima puntata di FFF, hanno seguito il consiglio di Ballandi e hanno cambiato canale. Senza tornarci mai più.
Noi non possiamo fare che una cosa: a Forte Forte Forte Auguriamo Fortuna…
(grassetti nostri)