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Monica Setta a Times Square: “Anche su Agon Channel vi dirò tutto, ma proprio tutto”

Monica Setta, al timone di Quello che le donne non dicono dal 23 febbraio su Agon Channel alle 13.00, ricorda le polemiche Rai ai tempi de Il fatto del giorno

pubblicato 18 Febbraio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 18:21

Monica Setta è pronta a ridirci tutto, ma proprio tutto. Dopo essersi rimessa in gioco nella tv dei ragazzi, l’ex conduttrice del Fatto del giorno torna sul luogo del delitto: il talk show.

Come Veronica Maya messa al bando dalla Rai dopo lo scapezzolamento di Tale e quale e ora in grande spolvero a Tirana, anche l’ex regina dei décolleté proibiti di Rai2 ha deciso di accogliere la grande sfida di Agon Channel: dare asilo a tutte quelle conduttrici avvenenti e di forti personalità messe in panchina dai grandi network.

Come vi avevamo anticipato, la rossa giornalista condurrà da lunedì 23 febbraio, tutti giorni alle 13.00, Quello che le donne non dicono, il risarcimento tanto atteso dopo il daytime sbanca-Auditel che conduceva in Rai. Ospite a Times Square, il programma di approfondimento della seconda serata di Agon, la Setta è stata – come sempre – una generosissima pontificatrice e dispensatrice di aneddoti. A proposito del taglio tutto femminile del suo talk ha dichiarato:

“Già il titolo del programma è azzeccatissimo. Le donne dicono quello che vogliono, gli uomini sono più sinceri, noi donne tendiamo a romanzare. Io voglio raccontare una realtà più rosea di quello che possono dare le cifre. Abbiamo donne nella politica, è stata sdoganata un’altra donna non solo brava, ma anche bella. Ce lo dirà Livia Turco con cui apriremo la prossima settimana, entrata nella segreteria del partito comunista a 33 anni che nel 2013 ha avuto un passo indietro. La rivelazione molto importante che ci ha fatto è che lei non è una donna di Renzi, alle Primarie era dalla parte di Bersani. E’ stata critica e nella lunga intervista che vedrete a partire dalle 13.00 ha raccontato che il suo giudizio è cambiato nel tempo. Lei dice, io sono contenta che la Madia e la Boschi rappresentino l’Italia nel mondo: ‘Noi abbiamo pagato, ci accusavano di essere le brutte’. E noi su Agon Channel avremo donne che cercheremo di raccontare. Io mi sono occupata di donne tantissimo, lavoro tutt’ora in un magazine femminile”.

Insomma, la Setta è carichissima. Al suo fianco avrà un autore emergente (generosa lei nel citarlo), Andrea Mennella, reduce da programmi di nuova generazione come Ti lascio una canzone, Italia’s got talent e X Factor:

“E’ più giovane di me di dieci anni, è un trend setter modaiolo mentre io ho un’impostazione più tradizionalista”.

Il suo nuovo programma, Quello che le donne non dicono, sarà a detta sua diverso dall’esperienza precedente:

“Vedremo un altro taglio rispetto al daytime Rai. Non avremo rvm e nulla di quello che solitamente vedete nelle altre generaliste. Avremo due donne famose, tutte e due. Lunedì apriamo con Livia Turco e Claudia Zanella, la moglie di Fausto Brizzi. Si confronteranno sulle loro storie personali. Intanto non vogliamo raccontarvi bugie, come moltissimi salotti a uso mediatico. Noi cercheremo, in un’ora e un quarto di programma, di entrare nella psicologia di queste donne. Cercheremo di decodificare i meccanismi. Si racconteranno attraverso oggetti. Sono riuscita a trovare di Livia Turco, attraverso amiche comuni, un pennello famoso con cui lei si è truccata il giorno delle nozze. E da lì siamo partiti”.

Ecco che sono cominciate le grandi rivelazioni della Setta, che ha rubato la scena alla conduttrice parlando a raffica:

“Io questa cosa non l’ho mai detta. Io dopo la laurea in filosofia ho frequentato un corso, l’istituto freudiano di psicanalisi. Ma non mi sono abilitata, perché ho rifiutato di fare delle famose ore di terapia su di me. Adesso ho ripreso queste letture e le metterò a servizio di questo programma. Stavolta mi aiuta avere respiro, perché nella televisione italiana manca il tempo. Noi abbiamo talmente contratto i tempi, che siamo abituati a vedere interviste che durano pochissimo e devono essere concordate. Nel nostro caso le ospiti dicono esattamente quello che vogliono. La mia indagine è spietata, gli strumenti sono psicoanalitici, lame affilate quasi chirurgiche. Ma mi fermo in qualsiasi momento, mi guida il rispetto per la privacy, la voglia di non essere mai invasiva. Sono tutte donne che conosco personalmente, molte sono amiche nella vita ma cercherò di far dire loro delle cose che non conosco neanch’io”.

A questo punto è cominciato l’autocelebrazionismo:

“Negli anni scorsi ero fuori tendenza, c’era l’idea che bisognasse specializzarsi, il famoso giardinetto ti assicurava un mercato all’interno della carta stampata. Io invece ho teso a fare più cose, anche contemporaneamente. Tanti anni fa mi vedevano come una persona un po’ estrosa e creativa, poi questo agire su più piani è diventato multitasking. Adesso vado bene, sono di moda. Sono stata tre le prime a rifiutare un certo rituale. Sono sempre stata aliena a tutti i cliché, alla cosiddetta ruolizzazione. Non mi piaceva la diva che arrivava con lo stuolo di assistenti e truccatori. La vedevo come un personaggio superato. Non mi piacevano i giornalisti che pontificano, per dire ‘Lei non sa chi sono io’ come il titolo di un bellissimo programma partito proprio su Agon Channel. Uno misura la gente dai risultati che porta, io ho portato tanti risultati, però…”.

Puntualmente pungolata dalla conduttrice, la Setta ha ritirato fuori i sassolini della sua epurazione:

“Il décolleté era un pretesto, queste polemiche le ho avute solo nel periodo di Rai2., non su Rai1 a Domenica in, che ho occupato per quattro anni. Sono stata l’unica a fare la politica dopo Giletti, con Liofredi allora capostruttura prima di diventare direttore di Rai2. Quando ci siamo spostati su Rai2 Il fatto del giorno ha avuto un boom di ascolti che la Rai non si aspettava. Erano anni particolari, la fascia che occupavo io aveva sempre avuto un bacino di 700mila utenti, la stessa di oggi. Io riuscii a portarla a un milione e ottocento novantamila teste, quasi due al giorno. Era troppo, ero troppo libera, l’unico appunto che mi si poteva fare – non avendo mai avuto querele, né smentite – era quello di essere molto scollata. Per molto tempo amavo le scollature. Qui sono capitata male, ora ho un autore tremendo, un censore che mi fa andare con la camicia bianca. Ad Agon Channel bisogna andare accollatissimi”.

A proposito del ‘vi diremo tutto, ma proprio tutto’, la Setta non si è sottratta a commentare la sua ossessione di allora:

“Io amavo moltissimo tenere l’attenzione del pubblico in maniera maniacale. Riuscivo all’inizio della puntata a mandare l’rvm e poi tenevo desta l’attenzione dei telespettatori, come se li tenessi fisicamente. E ci riuscivo. Un giorno mi sono accorta che stavo esagerando, una signora mi ha fermato perché alle 14.30 doveva scendere giù dalla madre e mi ha ha chiesto ‘lo dica prima delle 14.30, tutto ma proprio tutto’. A quel punto ho capito, forse sono un po’ eccessiva. Il mio modo era quasi spasmodico. Io, se perdevo una piccola percentuale, ne facevo una tragedia, ho sempre avuto l’ambizione di fare punti. Anche la seconda serata di Rai2 è stata un successo, anche Rai Gulp, l’ultimo mio lavoro, un programma come Storie di ragazzi, premiato dal Moige, ha superato tutto…”

Con quale promessa ci ha lasciato Monica?

“Ci vediamo alle 13.00, vi dirò tutto, ma proprio tutto. Tutto quello che le donne non hanno detto finora lo diranno da noi”.

Allora sì che siamo più tranquilli.

Monica Setta ad Agon Channel