Linus: “Non voglio che Radio Deejay faccia la fine di Italia Uno. X Factor? Lo farei”
Sul talent show di Sky: “Io lo farei volentieri e fossi in quelli della produzione lo chiederei a Linus. Ma non è ancora successo”
“Voglio evitare il lento declino. Come direttore ho un contratto fino al 2018, e poi chissà. Ma quanto ancora potrò andare avanti con il programma quotidiano? Non molto. Tre, cinque anni. Spero di avere la lucidità di capire quando sarò ora di smettere. E poi ci sarà un nuovo Linus“. Pasquale Di Molfetta a Vanity Fair racconta di aver voglia di novità. Che nel concreto si traduce nella volontà di “creare una seconda Radio Deejay che rinnovi la prima”, fresca di 33esimo compleanno. E che c’entra la tv?
Il mio incubo è Italia Uno. Negli anni ’80, quando andavo a condurre Deejay Television, eravamo tutti giovani, pieni di voglia di fare. Era bellissimo. Oggi, quando mi capita di tornarci, trovo le stesse persone di allora: ingrigite, segnate dalla routine. Non voglio che la mia radio faccia quella fine. Cambiamo facce.
Dopo aver speso una parola buona pure per gli attori italiani che considera gli ospiti peggiori in quanto “poco disponibili, vogliono parlare solo del film che promuovono, hanno poco da dire, sembrano manichini vuoti”, Linus si autocandida per sedere dietro il bancone di X Factor:
Mi hanno proposto di fare il giudice a X Factor? È una leggenda. Io lo farei volentieri e fossi in quelli della produzione lo chiederei a Linus. Ma non è ancora successo.
Infine, il commento per la vendita di Deejay Tv al gruppo Discovery:
Il mio Gruppo (L’Espresso, Ndr) è più legato alla carta stampata e non ha mai creduto molto al progetto televisivo. La crisi economica ha fatto il resto. Sono sempre stato il direttore di nulla, con pochi mezzi, quindi aver perso quel ruolo non mi mortifica molto. Siamo finiti in buone mani, è solo strano che qualcun altro gestisca un marchio con la mia faccia sopra.