Flavio Insinna a Tv Talk risponde a Blogo: “Io a Sanremo? Già non dormo con Affari Tuoi!”
“Questo Paese non ti perdona due talenti” dice Insinna a Tv Talk, spiegando le ragioni della sua assenza dai set.
Flavio Insinna, ospite di Tv Talk di sabato 21 febbraio 2015, risponde alla domanda scelta dalla redazione del programma tra quelle suggerite dalla community di Blogo.
La scelta della redazione è caduta sulla domanda di Luke92: “Carlo Conti ha suggerito come suoi papabili successori per il prossimo Sanremo Frizzi, Timperi, Giletti o Clerici. Manca lei, le piacerebbe?“. La domanda fa riferimento alla dichiarazione rilasciata da Conti a Un Giorno Da Pecora all’indomani di Sanremo 2015. Dichiarazione che Insinna non aveva letto e alla quale risponde con la sua proverbiale signorilità:
“Trova giustissimo che l’anzianità di esperienza, non età, faccia carriera. Trovo giustissimo il nome di Fabrizio, Giletti e Timperi fanno tv da tanto, da quando io ancora facevo i compiti, Antonella poi ha fatto un Sanremo trionfale. Se mi piacerebbe condurre Sanremo? Io già non dormo con Affari Tuoi che dura mezz’ora!”
dice scherzando ma non troppo il conduttore dei ‘pacchi’ di Rai 1 che ha confessato come la sua mancanza di autostima lo porti ogni sera a interrogarsi con gli autori sulla riuscita della puntata.
Gli ascolti però sono più che rassicuranti, anche se la disfida dell’access prime time si consuma ogni sera non solo a colpi di ascolti, ma anche di carte bollate, vista la costanza con cui Striscia la Notizia attacca la ‘casualità’ dei sorteggi di Affari Tuoi. Come vive questa ‘battaglia’ Insinna, da conduttore?
“Il conduttore la vive con la saggezza di una massima di mia nonna Angela, che non c’è più: “Fare bene e paura non avere”. In attesa che i vertici Rai dicano una parola definitiva su questa storia, io posso solo dire che tutta la squadra Rai-Endemol è fatta di persone non solo oneste ma dalle mani pulite”
ribadisce il conduttore, che qualche sassolino dalla scarpa, però, se lo toglie con nonchalance nel corso della puntata. Oltre a ricordare la sua parentesi ‘bionda’ in onore degli ascolti del programma, superiori a quelli dello scorso anno, Insinna commenta la gran fortuna degli animali in tv – tra cronaca nera e politica – sottolineando che
“C’è un’antica leggenda che dice che quando il programma non va tanto bene ci butti un cane in scena….”.
Il pensiero corre immediatamente ai tanti cuccioli cresciuti sul bancone di Striscia. Ma Insinna devia subito, traendo esempi dal teatro:
“Ad esempio nei grandissimi successi del Teatro Sistina di Roma, nei grandi spettacoli di Garinei e Giovannini c’era spesso, quasi sempre, un animale in scena…”.
Buon tentativo di depistaggio, ma ‘intelligenti pauca’.
A proposito della sua carriera, ci si domanda come mai da tempo non bazzichi più la fiction. Il tono si fa un tantino più amaro:
“Uso una massima della tradizione ebraica: ‘Se vuoi far ridere il Signore parlagli dei tuoi progetti’. Tu ne fai alcuni, la vita ne fa altri. Se non ti prendono …Questo paese non ti perdona due talenti: se sai dire ‘buonasera’ e condurre un quiz e nello stesso tempo anche seguire un ciak e dire ‘Fermi, Carabinieri!’ non te lo perdona. Il maestro Proietti ci ha insegnato questo mestiere come se fosse un pentathlon: non sarai mai medaglia d’oro in nessuna disciplina, ma se conosci più lingue lavori… Io non voglio fare quello che dice ‘di non essere compreso’: Luciano Salce diceva che non ci sono geni incompresi, ma cretini capiti. Io faccio con grande orgoglio e onore un programma popolarissimo”.
E a proposito di progetti e casualità, Insinna ricorda come sia arrivato ad AffariTuoi:
“Io stavo girando una sitcom negli studi di fronte ad Affari Tuoi (Cotti e Mangiati, ndr): era il 2006 e mi hanno invitato a fare il provino per la conduzione. L’ho vinto. Ed eccomi qui”.
In realtà Insinna è tornato tra i pacchi dopo una lunga pausa. Di star fermo in un posto non se ne parla:
“Fa parte dell’inquietudine. Mi serve, come a una barca, di non restare in porto, di andar per mare, di cambiare. Me ne sono andato da Affari Tuoi, da Don Matteo, ma senza sbattere la porta, poi son tornato ad Affari tuoi… devo cambiare sempre”
ribadisce Insinna, sostenitore dell’idea che non sempre lo spettacolo debba andare avanti. E per dimostrarlo ricorda lo stop seguito alla morte di suo padre:
“Lo spettacolo, se sei un uomo fortunato come me, si può fermare. Quando ho perso l’uomo più importante della mia vita mi sono fermato. Avrei rubato i soldi a chi veniva in teatro… Ho trovato più dignitoso stare con mia madre e con mia sorella. Quando muore il capobranco il branco sbanda. Noi eravamo sbandati. Quando ho ripreso un po’ di forze ho ricominciato dalla radio. Mi dicevano che allontanandomi dallo schermo la gente mi avrebbe dimenticato. Dicevo ‘Pazienza!’… ma non è stato così”.
Se è pur vero Sanremo non è (al momento) all’orizzonte e che la voglia di cambiare rende il futuro un’incognita, è altrettanto vero che ci sono nella carriera di Insinna delle certezze. Una di queste è la conoscenza del mestiere e la costante attenzione alla crescita. A Sanremo, in fondo, lo vedrei bene: mi piacque la sua Corrida e se affrontasse quel palco come un’arena per dilettanti allo sbaraglio (Big inclusi) ci sarebbe di che divertirsi. Chissà che un giorno…