La comicità in tv è diventata ormai materia liquida.
Nei varietà comici ammessi alla prima serata, e non si può non nominare Colorado e Made in Sud, il pubblico ha l’opportunità di consumare battute a raffica, sketch a ripetizione, tormentoni a profusione: una quantità industriale di materiale che, irrimediabilmente, non può non influire sull’effettiva qualità del programma in questione.
Proprio per questo motivo, la comicità di oggi in tv ti scivola tra le mani: tante battute e gags, per non ricordartene nemmeno una il giorno dopo.
La comicità in tv, però, è anche una questione di arbitrarietà: le persone decidono di scegliere cosa guardare e decidono quale tipo di comicità è più adatta ai loro gusti.
Angelo Pintus che imita un criceto può divertire uno e irritare un altro.
Filippo Giardina che dice “Avete sentito la storia di quel necrofilo fissato con gli animali che è stato beccato a scopare un chiwuawua morto, incastrato nella f1ga di una ragazza di 23 anni?” può divertire uno e irritare un altro.
E fondamentalmente non c’è uno che ha ragione e uno che ha torto. E’ una semplice e banale questione di gusti.
C’è un’oggettività, però, alla quale bisogna prestare attenzione.
E’ innegabile, infatti, che la comicità offerta da Colorado e Made in Sud, oltre ad essere di medio-bassa qualità a causa delle famose tre ore di trasmissione da riempire con contenuti veloci, continui ad appoggiarsi e a vivere sui luoghi comuni stantii dell’umorismo, come un figlio bamboccione che non vuole mollare la gonna della mamma perché ha paura del mondo.
La comicità pop di oggi ha proprio questo difetto: ha paura di conoscere il mondo, di aggiornarsi, di capire che la società è cambiata e che di conseguenza anche gli argomenti sui quali si può fare un’ironia non per forza dissacrante ma anche leggera.
Per questo, Stand Up Comedy, attualmente in onda con la seconda stagione su Comedy Central, oggettivamente, può definirsi un programma attuale e non banale. Agli spettatori, poi, spetta il compito di giudicarne i contenuti perché non possiamo colpevolizzare quella fetta di pubblico che ha difficoltà ad assimilare battute satiriche su temi tabù come sesso, religione, tumori, pedofilia, disturbi ossessivi-compulsivi e altro.
E’ giusto, però, che il pubblico venga educato anche a questo tipo di ironia e che venga fatto di tutto per scongiurare il rischio di un totalitarismo comico che rischierebbe di ottenebrare le coscienze degli spettatori. Per la serie, “Ridi, spettatore, ridi!”.
Non è un caso che i comici di Colorado rinuncino aprioristicamente a fare un po’ di sana autocritica, scegliendo sempre l’alternativa di salvarsi in corner con controaccuse di pregiudizio o livore.
E per quanto riguarda il sottoscritto, che personalmente ha definito Pintus “un intrattenitore capace, onesto e non furbo” nella recensione del suo show andato in onda su Italia 1 (perché penso che diversi tipi di comicità possano coesistere, se sono di qualità), non rimangio nulla di quanto scritto, ma non posso non considerare l’occasione persa a Sanremo (ammessa da Pintus stesso in un’intervista a Lo Zoo di 105) e il fatto che il comico triestino si stia facendo ingurgitare pian piano dalla stupida guerra con gli haters, una categoria inesistente, inventata appositamente per salvaguardarsi dalle critiche. E’ un peccato, soprattutto perché con la chiusa della mia recensione, ho toppato in pieno.
Non sto parlando di Pintus e Filippo Giardina a caso perché i due comici si sono resi protagonisti di uno scambio di opinioni su Facebook.
Giardina, fondatore di Satiriasi, ha commentato l’esibizione negativa di Pintus a Sanremo:
A poco più di un mese dalla strage alla redazione di Charlie Hebdo, come ha reagito uno stato laico come l’Italia? Al festival di Sanremo in un delirio di fondamentalismo cristiano, hanno invitato una famiglia di svitati sfornafigli e al posto dei comici, hanno chiamato Pintus e Siani, due animatori turistici prestati alla popolarità. Sicuramente questo festival starà piacendo molto a Sergio Mattarella, il nuovo presidente della repubblica che, per rappresentare tutti gli italiani, ha esordito dicendo: “Pregate per me”.
Pintus, come già scritto, risucchiato dalla fissazione per gli haters, termine orribile che ingloba ingiustamente persone che argomentano onestamente le loro critiche e minus habens dall’insulto da denuncia facile, si è risentito dell’espressione “animatore turistico”, ostentando un finto vittimismo, un falso complesso di inferiorità e a questo punto anche una forzata modestia:
io sono fiero di essere un animatore turistico ! Siani credo invece che sia qualcosa di piu’ !ma tu dovresti prenderti molto meno sul serio ! fare i nomi dei colleghi non e’ mai un gesto carino.. ma tu fai stand – up! e noi non siamo colleghi..siamo animatori!
Giardina ha controreplicato con il seguente messaggio, classificabile semplicemente come “opinione”, condivisibile o no:
Caro Angelo Pintus. Tra la falsa modestia del “sono orgoglioso di essere un animatore” e il servile lecchinaggio del vip “Siani penso sia qualcosa di più”, hai la faccia tosta di considerarti mio collega e io sarei quello che si prende troppo sul serio? Mi hai ricordato l’intervista in cui Umberto Smaila si paragonava a Charlie Chaplin. Il tuo successo come comico e’ l’emblema del decadimento culturale di questo paese. I soldi non ti mancano, quindi paga un bravo psicologo e accettalo. Vivrai più sereno, crescerai umanamente e magari tra qualche anno diventerai un bravo comico anche tu.
Pintus ha risposto con un messaggio sulla falsariga del primo, facendo ampiamente intendere di voler rinunciare in partenza ad un dialogo costruttivo:
Sei un figo !mi piaci! Dissacrante e senza peli sulla lingua! Contro tutto e tutti.. Arrogante ma allo stesso tempo un giusto! E poi questa rabbia che fa capire quanto tu sia maschio! Ma secondo me non sei solo questo, secondo me hai un gran cuore.. Sei un cucciolo, hai solo bisogno di un po’ di affetto e niente piu’.. Ora ti stringerei forte forte e ti direi che non sei solo.. Chissa’ … magari un giorno ci incontreremo..
La scarsa tranquillità interiore dei comici popolari, in questo caso di Pintus, viene smascherata da Giardina con questa controreplica efficace:
Caro Angelo, sei ricco, famoso e con un programma in partenza, eppure vieni sulla mia bacheca a commentare. Ti immagino nella camera di un albergo a 5 stelle dopo una serata che ha mandato in visibilio vecchi e bambini che ti infastidisci per le mie parole. Ma chi te lo fa fare? Vuoi cominciare a fare il comico seriamente? Ti do un piccolo aiuto, parti dai due messaggi che mi hai mandato. Parti dalla nevrosi che c’è dietro il rispondere a un comico pressochè sconosciuto. Rispondi alla domanda: perché un comico con 2 milioni di follower risponde a uno che ha 5000 amici? Interrogati per qualche giorno, poi una volta trovata la risposta, scrivila cercando di riassumere in una frase il concetto. Dietro a quella frase ci sarà tanta frustrazione e tanto dolore. Dietro a quella frase ci sarà un perdente. Prendi per il culo quel perdente e il gioco è fatto. Ecco, Angelo, il monologhista è questo che deve fare, raccontare con onestà i propri fallimenti. Nella comicità il nemico è allo specchio. Inizia a raccontare i tuoi dolori e le tue sconfitte e magari un giorno anche tu diventerai un comico.
L’incapacità di autocritica è il peggior difetto dei comici pop odierni e quindi, mai come in questo periodo, la satira rappresenta un’oasi felice nella quale è possibile trovare un po’ di refrigerio.