Le mani dentro la città non è un plagio: cadono le accuse di Agostino Saccà contro la fiction di Canale 5
Il tribunale civile di Roma ha dato ragione alla Taodue ed a Mediaset, che secondo Agostino Saccà avrebbero plagiato una sua fiction per Le mani dentro la città, che invece non avrebbe nessun legame con la serie tv
Nessun plagio per Le mani dentro la città: la fiction di Canale 5, andata in onda l’anno scorso, era stata accusata da Agostino Saccà di essersi ispirata alla sua idea, dal titolo “Denaro rosso sangue”, fiction che aveva ideato per Mediaset ma che non fu mai realizzata.
I fatti risalgono alla scorsa primavera, quando dopo aver visto la fiction prodotta dalla Taodue e con protagonisti Simona Cavallari nei panni del Commissario Viola Mantovani e Giuseppe Zeno in quelli dell’ispettore Michele Benevento, entrambi alle prese con la lotta alla criminalità organizzata nel Nord Italia, l’ex dirigente Rai aveva notato alcune somiglianze con l’idea che aveva pensato per Mediaset.
Secondo Saccà Mediaset avrebbe fermato la realizzazione della sua fiction, prendendone però le idee ed usandole per Le mani dentro la città, affidando così a Taodue, esperta in serie tv poliziesche, la realizzazione della fiction. Così, Saccà ha deciso di fare causa per plagio sia alla casa di produzione di Pietro Valsecchi che a Mediaset.
Ieri, il verdetto ha dato però ragione proprio a Valsecchi ed a Mediaset: la IX sezione del Tribunale civile di Roma ha affermato che non c’è plagio tra la fiction andata in onda e quella la cui produzione è stata interrotta. “Non avevo mai dubitato dell’esito di questa vicenda”, ha dichiarato soddisfatto Pietro Valsecchi, “in quanto si trattava di un’accusa palesemente infondata. Si tratta comunque del giusto riconoscimento dell’onestà professionale e della correttezza con cui abbiamo sempre portato avanti il nostro lavoro”.
Mediaset aveva già confermato una seconda stagione de Le mani dentro la città (nonostante gli ascolti della fiction non siano stati altissimi, inferiori ai cinque milioni di telespettatori), che così tornerà in onda per raccontare le indagini dei protagonisti sulla ‘ndrangheta senza doversi preoccupare di possibili plagi contro altre produzioni.