Striscia vs MasterChef, Atto III, il testimone: “Stefano era uno chef promoter di dadi da brodo”
Nuova ‘rivelazione’ di Striscia la Notizia sul passato in cucina di Stefano Callegaro, vincitore di MasterChef Italia 4: ha lavorato come promoter per una multinazionale del dado…
Striscia la Notizia ancora contro MasterChef e contro la ‘scarsa etica’ del vincitore della quarta edizione, Stefano Callegaro, già accusato di aver lavorato come chef professionista in ‘violazione’ del regolamento del talent di SkyUno.
Nella puntata di questa sera, 19 marzo 2015 (che potete rivedere sul sito di Striscia), Ficarra e Picone hanno introdotto un nuovo servizio di Max Laudadio che ha intervistato uno chef – che ha preferito restare anonimo per “evitare che qualcuno interpretasse male il suo intervento” – che ha rivelato che Stefano Callegaro ha lavorato come chef promoter di una multinazionale del dado (Knorr? Star? Altro?).
Un dettaglio che Callegaro avrebbe omesso nel ricostruire i suoi trascorsi lavorativi nel lungo post apparso sulla sua pagina FB per rispondere alle accuse del tg satirico di Canale 5 (e che vi proponiamo in appendice all’articolo). Il ‘dettaglio’, invece, era stato citato in un articolo del dicembre 2014, in tempi non sospetti, da Il Gazettino.it. Da qui ‘l’indagine’ di Striscia, che raccoglie la testimonianza di un uomo che si presenta come un ex collega di Stefano.
“Eravamo degli chef promoter. Eravamo tutti dei cuochi, quindi degli chef portati a vendere il prodotto. Dovevamo essere chef perché dovevamo parlare la stessa lingua con i nostri interlocutori che erano, sono, esclusivamente cuochi di alberghi, ristoranti e di mense istituzionali. Noi andavamo dal nostro utilizzatore finale per far vedere come utilizzare il prodotto e cucinavamo per far vedere la resa e la qualità del nostro prodotto”
racconta il misterioso collega. In quanto promoter, dunque, Callegaro e i colleghi cucinavano nelle strutture che visitavano: Stefano ha dunque cucinato nelle ‘cucine’ (perdonate il gioco di parole) di importanti strutture. Questo uno dei ‘busillis’ a carico di Stefano, a quanto mi è dato capire, emerso dal servizio di Striscia. L’altro è la qualifica di chef, visto che solo uno chef, un cuoco – come sottolinea il testimone -, poteva fare il promoter.
“Bisognava essere chef riconosciuti?” chiede Laudadio. “Signorsì, non c’era nessun altra possibilità” risponde il testimone, mosso dalla volontà di far giustizia e di ridare lustro al termine ‘etica’, a suo avviso usato in maniera non del tutto propria, dall’ex collega. Cosa, però, dia la patente di ‘chef’ personalmente mi sfugge, se non la gestione di una cucina professionale. Mi confonde, ad esempio, la varietà di titoli che si può conseguire all’Accademia Italiana Chef, che distingue tra ‘cuoco’ e chef’. Ma non mastico di gerarchie ristorative e non vado oltre la semplice curiosità o alle definizioni dizionariali. Un altro (presunto) ex collega di Stefano, peraltro, ricorda come Stefano si sia diplomato all’Istituto Alberghiero G. Cipriani di Adria (e non c’entra il celeberrimo ristorante Cipriani, per la precisione…).
En passant, poi, il testimone lancia ‘la bomba’ sui motivi per cui Stefano sarebbe stato poi allontanato dalla multinazionale:
“Se non ricordo male per un inopportuno utilizzo delle carte di credito che ci venivano assegnate….”.
Non male come accusa e a questo punto ci aspettiamo una replica di Stefano.
Comunque sia, Callegaro ha omesso questi (circa) due anni come chef promoter di una multinazionale alimentare. E chissà cosa ci rivelerà la prossima puntata di Striscia la Notizia… Nel frattempo vi riportiamo il lungo post di Stefano citato da Striscia.
“Cari amici, sono stato in silenzio per qualche ora per non rispondere di pancia, per non urlare rischiando di mancare di rispetto a qualcuno, perché credo che le parole abbiano un peso importante.
A voi mi sono dato al 100% mostrandomi per quello che sono, fino nella parte più intima di me stesso.
Io sono un uomo di 42 anni innamorato da sempre della cucina, la vita poi mi ha portato a fare altre scelte lavorative, ma la passione, quella vera per la cucina, è sempre rimasta tra i fornelli.
Oggi sembra che un alone di nebbia mi avvolga e non c’è cosa per me più importante che cercare con tutte le mie forze di dissolverlo. Non voglio equivoci. Tutti sapete che ho fatto la scuola alberghiera, avevo la fortuna di averla a 200 metri da casa mia e cosa c’era di meglio che star vicino a casa e cucinare? Ed è naturale che durante la scuola io abbia fatto due stage d’estate e venti giorni di prova in una pensione di Forlimpopoli. Le mie esperienze si sono fermate lì, a stage di 25 anni fa.
Sono diventato agente immobiliare, ma la solita ostinata passione mi ha fatto rimanere nel mondo della cucina amatoriale. In questo contesto ho fatto l’esperienza con il Gambero Rosso, ho realizzato alcune ricette per Telesanterno, ho condiviso quel che sapevo sulla cucina in poche lezione in un Circolo anziani dove ho fatto volontariato, ma non ho mai avuto una scuola di cucina.
Cucinare bene va al passo con il mangiare bene e cercare dei buoni ristoranti. Per questo sono un cliente affezionato del ristorante Sti Gusti, con cui non ho mai avuto la fortuna di lavorare, mentre la fortuna l’ho avuta con Claudio Stoppa del ristorante Ofiziàl che, oltre ad essere un caro amico, mi ha accompagnato nella sperimentazione e nella creazione di piatti dopo la registrazione di Masterchef, da Ottobre a Dicembre 2014.
Questa è la mia storia, la storia di una persona che ha sempre avuto una grande passione nella vita e che ha colto le opportunità per seguirla. Poi ho avuto la fortuna di avere l’occasione della vita e di far diventare un sogno una professione. Oggi soprattutto grazie a voi posso cucinare al ristorante Hospital, posso fare showcooking e incontrarvi parlando di cucina.
Proprio perché credo che la mia vittoria sia stata in realtà la vittoria di molti, vi voglio dire ancora una volta con forza che quello che mi sta più a cuore è la vostra opinione. Qualsiasi sia, nel bene e nel male, ma che mi sono conquistato mostrandomi a Voi.
Il resto lascia il tempo che trova.