Amici 2015 serale, prima puntata: Raffaele imita Belen, Saviano parla di emigrazione e cita Calamandrei
Ecco cosa ha detto Roberto Saviano al suo debutto nel talent show di Maria De Filippi
Dopo le prime anticipazioni diffuse online riguardanti in particolare la gara tra la squadra blu e quella bianca (potete leggerle qui, c’è anche il nome del primo concorrente eliminato), arrivano anche quelle dettagliate in merito ai contenuti della prima puntata del serale di Amici 14. A fornirle è il quotidiano La Repubblica, che per ovvi motivi si concentra soprattutto sulla presenza di Roberto Saviano.
Lo scrittore è stato accolto da un lungo applauso e salutato con la standing ovation (poi si è detto “emozionato” e ha ammesso che “sembrava di stare in un palazzetto dello sport”). Nel mezzo il suo discorso, in piedi al centro dello studio, con alle spalle alcune foto nel video wall.
Maria De Filippi lo ha presentato così:
Quest’uomo nel 2006 pubblica un libro, Gomorra, e dal 2006 vive sotto scorta: vorrei che vi portasse a guardare altrove.
E lo scrittore ha esordito spiegando il perché si trovasse in quel contesto:
Sicuramente sembra strano che sia qui: cosa c’entro? Non ballo, non canto. Scrivo. Vengo da un altro percorso, eppure sono convinto che sia il posto giusto. La mia generazione, come la vostra, si trova di fronte alla possibilità di realizzarsi andando via. Io sono nato a Napoli e sono andato via. Mi viene in mente il racconto di Tahar Ben Jelloun: Malika ha 14 anni e a chi le chiede: “Cosa vuoi fare da grande?”, risponde: “Partire”. Ma partire non è un mestiere: siamo abituati a vedere nei tg, con una certa indifferenza, i barconi, Lampedusa, il numero dei morti come un elemento ordinario. Vorrei farvi capire cosa c’è dietro quei numeri. L’informazione, il commento su Facebook, è come un lago ghiacciato: puoi scivolarci sopra, appagarti di un’opinione o puoi rompere quel ghiaccio, tuffarti e andare in profondità, prendere i libri, prendere tempo per capire.
La prima foto che compare alle spalle di Saviano è quella “di una bambina che forse avete visto sui social network, Hudea, vive in un campo profughi siriano” (la trovate in fondo al post):
Osman è un fotografo che ha un teleobiettivo. Quando va a rivedere il suo lavoro si accorge che questa bambina si è arresa a lui, ha alzato le mani. Non ha mai visto una macchina fotografica, solo fucili, per cui alza le mani e si mette in protezione. Non apre le mani, le chiude.
Poi Melilla, con i disperati nascosti nel doppiofondo delle auto, nei paraurti:
Siccome la polizia non può smontare ogni auto alla dogana, utilizza una sorta di stetoscopio e lo mette sul cofano per capire se c’è un battito cardiaco. Per un attimo pensate che un punto vi unisce: l’età. Hanno 21 anni, 18, sono piccoli.
Saviano, che ha assicurato di non voler far sermoni, si è rivolto direttamente ai giovani presente in studio:
Vi chiedo: “Cosa siete disposti a perdere e a fare per realizzare un sogno e ottenere un diritto?”. Loro sono disposti a perdere la vita. Ora qualcuno dirà: sì certo, scappano da una situazione difficile, ma poi pesano su chi si deve stringere per accoglierli, e non sono i quartieri ricchi ma quelli poveri. Prima di partire con “Padroni a casa nostra”, passiamo da queste storie e facciamoci un’idea.
Il giornalista ha quindi raccontato degli emigranti italiani che immaginavano New York come la città lastricata d’oro:
Non possiamo pensare che queste storie non ci siano alleate; certo non si può risolvere il problema dell’immigrazione, ma non si può partire dal conflitto con questi ragazzi. Non li fermi.
Infine le parole di Pietro Calamandrei, padre della Costituzione italiana, che ha scritto dei partigiani “morti senza retorica, come se si trattasse un lavoro quotidiano da compiere”, “di una solidarietà di tutti gli uomini alleati a debellare il dolore”.
Tra le curiosità svelate da Repubblica, le scarpe luccicanti di Renato Zero, che ha invitato i ragazzi a sentirsi liberi (“Da giovane alla Rca mi volevano far indossare il doppiopetto. Gli ho detto: mettetelo voi”), e l’apparizione di Virginia Raffaele nei panni di Belen Rodriguez.