Quando la buona educazione conta, sopratutto se è utile al fatturato
Paola Saluzzi e la sospensione lavorativa decisa da Sky dopo il celebre tweet contro l’ex pilota Ferrari Alonso
Si è parlato molto in questi ultimi tempi di ciò che è successo a Paola Saluzzi. La giornalista di Sky Tg24 ha scritto un tweet velenoso contro l’ex pilota della Ferrari Fernando Alonso, dandogli dell’imbecille. Atto di maleducazione senza ombra di dubbio, di cui la rossa giornalista dell’emittente di Murdoch si è subito pentita, chiedendo scusa e cancellando il messaggio dal suo profilo twitter.
Una piccola scivolata fatta su di un profilo personale, sottolineiamo personale del celebre social network, che è costata alla Saluzzi una sospensione lavorativa, subito sostituita da Gianluca Semprini nel programma Sky Tg24 Pomeriggio che l’ex presentatrice di Unomattina conduce tutti i pomeriggi sull’emittente diretta da Sarah Varetto. Questa uscita della Saluzzi, che ribadiamo è stata davvero poco felice, ha provocato la reazione di Alonso che in Cina in occasione del Gran premio di formula 1 ha pensato bene di opporre un silenzio stampa polemico verso i giornalisti di Sky presenti per raccontare ai propri abbonati la corsa automobilistica.
La Formula 1 è uno dei piatti forti che Sky offre ai suoi abbonati in esclusiva (seppure parziale), una esclusiva pagata evidentemente a suon di soldini. Il rischio che questo prodotto possa essere in qualche modo intaccato da questa macchia agli occhi del circo della formula 1 ha spinto immediatamente Sky a prendere questo provvedimento contro la Saluzzi, che ora paga il suo sbaglio con questa sanzione.
Chissà se la giornalista di Sky avesse twittato qualcosa di simile rivolto magari a qualche altro VIP che non avesse avuto nulla a che fare con la piattaforma satellitare amministrata da Andrea Zappia cosa sarebbe successo? Chissà se l’azienda di Murdoch sarebbe stata così solerte a deciderne la sospensione dall’attività lavorativa? Twitter è pieno zeppo di offese et similia, ma non ci sembra che ci siano stati tutti questi provvedimenti disciplinari contro gli autori di tali nefandezze digitali.
La buona educazione ci deve essere sempre e per tutti, sia sui social network che nella vita “reale” di tutti i giorni, ma il dubbio che in questo caso, cioè nel caso di Paola Saluzzi, sulla bilancia abbiano pesato di più altri fattori rispetto a quello importantissimo della buona educazione tout court, affiora nei nostri pensieri, ma forse ci sbagliamo.