L’Arena, il rompicapo Massimo Giletti tra la tragedia in Sicilia e il solito tritacarne mediatico
La puntata odierna del programma d’approfondimento giornalistico di Rai 1.
Massimo Giletti è un rompicapo.
Nessun gioco di parole squallido in arrivo.
Massimo Giletti, conduttore de L’Arena, il programma d’approfondimento giornalistico della domenica pomeriggio di Rai 1, è un rompicapo nel senso letterale del termine perché fornire un resoconto ben preciso e delineato della personalità giornalistica del conduttore torinese è compito difficoltoso.
Appare come un lavoro semplicistico, infatti, affermare che Giletti non è null’altro che il solito direttore d’orchestra della tipica demagogia da talk show politico, abile stimolatore degli istinti più bassi delle plebe, colpita dalla crisi e nauseata dalla malapolitica, che sa perfettamente quali corde occorre strimpellare per far incazzare le persone fino all’infarto populistico.
Anche lui, come tanti suoi colleghi, d’altronde, si affida spesso ai professionisti del talk show, politici e giornalisti che, dove l’argomento è succoso e affine alle loro competenze, si lasciano andare ad assoli enfatici, durante i quali la faccia compiaciuta è impossibile da non notare.
A questo proposito, vi offriamo subito la hit parade della retorica per quanto riguarda la puntata odierna de L’Arena:
L’Europa non si muove mai. Abbiamo fatto la moneta, che è una vera fregatura, senza fare l’unione europea. (Mario Giordano).
Non siamo ancora in grado per riportare a casa i due nostri soldati, i Marò. (Massimo Giletti).
Non stupiamoci se poi la gente non va a votare. (Mario Giordano)
Sono i giornali e le tv che scoprono queste cose alle quali non c’è mai un seguito. (Massimo Giletti)
Un vero politico viene qui e affronta. (Massimo Giletti).
Come sappiamo, purtroppo, la giornata odierna è stata funestata dalla notizia del barcone di migranti affondato nel Canale di Sicilia, la più grande tragedia riguardante l’immigrazione mai avvenuta.
L’Arena, quindi, come qualsiasi altro programma d’approfondimento giornalistico avrebbe dovuto fare se la tragedia in questione fosse accaduta in un altro giorno della settimana, si è adattata a tempo di record, dedicando un blocco alla notizia del giorno.
A quel punto, ipotizzi che Massimo Giletti potrebbe avere un’anima da leghista soft (leghista non è una parolaccia).
Il conduttore de L’Arena, infatti, parafrasa gentilmente, e con meno irruenza verbale, uno dei dogmi del salvinismo ossia “aiutiamoli a casa loro!!!1!”:
L’operazione Mare Nostrum costava 10 milioni di euro. Se quei soldi fossero stati dati alla Libia per portare economia e benessere, sarebbe stato meglio. Altrimenti in Libia vanno tutti in mano all’Isis.
La frase sui Marò è stata già riportata e siamo a due prove.
La terza prova è la stoccata all’Europa:
L’Europa si straccia le vesti per venti minuti ma non lo risolve il problema. E’ da anni che facciamo la stessa trasmissione!
La quarta prova è la più bella: i confronti nord-sud.
Dopo la tragedia in Sicilia, infatti, è arrivato il turno di Gettonopoli, lo scandalo relativo alle riunioni di commissione in Sicilia e Calabria.
Con una bella grafica, Giletti ha mostrato agli spettatori l’inequivocabile differenza tra nord e sud a colpi di numeri: a Legnano, le commissioni costano molto di meno che a Crotone.
La quinta prova è una velata critica a Federica Mogherini:
Abbiamo la Mogherini nella politica estera europea. Costò molto mettere la Mogherini lì…
A questo punto, è lecito chiedersi: dove potrebbe differenziarsi L’Arena?
Lo spunto è stato offerto da Nicola Morra del Movimento Cinque Stelle che ha parlato del Trattato di Dublino.
Non per malafede eh ma dubito che gran parte dei telespettatori di questo genere di programmi conosca i contenuti del trattato di Dublino.
E’ stato dato per scontato.
Organizzarsi e provare ad erudire anche solo un pochino il pubblico urlante, in studio e da casa, non sarebbe una cattiva idea.
No.
Per Giletti, è meglio invitare uno dei consiglieri comunali di Crotone immischiato nello scandalo delle riunioni di commissione ed esporlo al pubblico ludibrio. In studio, ovviamente, abbiamo trovato anche lo “Stacchio” della situazione, il consigliere eroe che ha denunciato lo scandalo.
Il pubblico parlante, inoltre, si è inferocito anche grazie al tema dell’assenteismo, altro evergreen.
Appena ti rendi conto, quindi, che Giletti può essere definito un conduttore leghista soft, arriva il contrattempo che ti smonta l’ipotesi: Giletti, quasi emozionato, che cita i partigiani dopo aver visto lo spot Rai dedicato alla Festa della Liberazione, sempre in riferimento alla tragedia dei migranti.
Giletti, dicci chi sei…