Fiorello: “Non detesto i talent, ma non ne condurrei mai uno. Io sono il passato della tv”
“Io sono il passato, sono da proteggere insieme a quegli altri 3 o 4 che non cucinano in tv e non fanno talent, una razza in estinzione se non ci proteggete”
Una settimana fa aveva assicurato che “non presenterò mai un talent, ma non presenterò neppure il Festival di Sanremo, per quest’ultimo sarebbe come chiedere a un calciatore di serie A di giocare a basket“. Ieri Fiorello è tornato sull’argomento per precisare di non essere un detrattore di quel genere televisivo:
Non dite che li detesto, li guardo anche, la tv cambia tutti noi. Se uno oggi va in un ristorante e chiede delle trofie al pesto, il cameriere ti chiede ‘forse intende della pasta corta, scottata, su un letto verde in una nuvola bianca e profumo di erbe fresche.
Al Festival della Tv e dei Nuovi Media, accanto all’immancabile Aldo Grasso, lo showman siciliano, in queste settimane in giro per i teatri d’Italia con L’Ora del Rosario, si è definito “il passato della televisione“:
Io sono il passato, sono da proteggere insieme a quegli altri 3 o 4 che non cucinano in tv e non fanno talent, una razza in estinzione se non ci proteggete.
Non ha però escluso (come ormai fa da tempo) un suo ritorno nel piccolo schermo:
Chissà, magari con il materiale dello spettacolo che sto portando in giro che per me rappresenta anche un nuovo repertorio, non posso certo dire che a me la tv non piace anche se mi chiedo, come tutti, dove sta andando. Il fatto è che il varietà come lo faccio io costa, portare personaggi come Tony Bennett, Celine Dion o altri del genere, ha un costo sicuramente superiore rispetto ad altri tipo di spettacoli.
Fiorello, che ha dato vita ad un vero e proprio show telefonando in diretta al fratello Beppe (che ha cantato Cicoria di Domenico Modugno) e all’amico e collega Amadeus, ha raccontato così il suo nuovo impegno teatrale:
Racconto di me, faccio me stesso come al solito e cerco di far ridere con semplicità su qualsiasi cosa, così la gente si riconosce. E senza satira politica, perché in questo momento ce ne è già troppa sui social e poi perché non ce ne è bisogno, la politica fa già da sola, inoltre credo che la gente ne abbia le tasche piene e la sera, sul divano, cerchi qualcos’altro. Si sta perdendo il contatto con il pubblico, con le cose vere. Per questo faccio teatro e mi tuffo tra la gente.