Marco Salvati: “Shark Tank innovativo? Nel 2001 su Rai3 La grande occasione” (che fu flop)
Matteo Salvati ha twittato: “Shark Tank come il mio La grande occasione”. Sarà flop come quello?
Debutta giovedì su Italia1 Shark Tank, che si autodichiara negli spot il programma innovativo dell’anno. Qualcuno, su Twitter, fa giustamente notare che non bisognava, come sempre, comprare un format estero per inventarsi qualcosa di nuovo.
Peccato che questo qualcuno sia uno dei più polemici autori tv, Marco Salvati, spesso affetto dalla sindrome del baudismo autorale (con annesso narcisismo virtuale).
Così Shark Tank l’ha inventato lui prima che lo inventassero gli americani:
“Nel 2000 creammo per Rai La grande occasione, programma in cui si premiavano idee imprenditoriali. Ora tocca a Shark Tank, programma estero”.
Nel 2000 creammo per Rai “La grande occasione” programma in cui si premiavano idee imprenditoriali. Ora tocca a @SharkTank_IT, format estero
— Marco Salvati (@marcosalvati) 16 Maggio 2015
Ma cos’era La grande occasione? Trattasi di un programma che debuttò su Rai3 nella primavera del 2011 e andò in onda in diretta per sei puntate. A firmarlo, insieme alla veneranda Enza Sampò, la ditta che poi si sarebbe emancipata con la Triangle e avrebbe portato al successo La Talpa (Silvio Testi, Paolo Taggi e Marco Salvati). Alla conduzione c’era un volto nuovissimo come Giancarlo Magalli, che rientrava in tv dopo un periodo di assenza, e ad affiancarlo una desaparecida Virginie Vassart, giornalista belga che conduceva una rubrica letteraria al Tg2.
De La grande occasione Rai1 aveva trasmesso una puntata pilota estiva con Giletti, ma poi la collocazione di questo reality game cambiò e a prendersi la patata bollente fu il Direttore di Rai3 Giuseppe Cereda. Così sentenziava Magalli in conferenza stampa:
“In questo programma ci sono sempre le regole universali del game, ma sono associate alla creatività degli italiani, da sempre bravissimi a inventarsi un lavoro, a proporre idee imprenditoriali originali e innovative. Al di là dell’intrattenimento, comunque, speriamo di seminare il germe dell’idea che è inutile lamentarsi: se il lavoro non c’è, allora inventiamolo”.
Insomma, si parlava di crisi quando ancora non c’era e il format prevedeva che quattro concorrenti dovessero sottoporre i loro progetti a una giuria tecnica, composta da imprenditori e noti personaggi della comunicazione. La giuria eliminava via via i progetti in lizza fino allo scontro finale a due alle designazione del vincitore, scelto anche con il televoto. Premio finale? 100 milioni di lire da investire sull’idea (oggi si direbbe Start up, come il programma naufragato su Rai1 con Alessandro Cattelan).
Va detto che l’idea era lungimirante e ha anticipato un meccanismo ormai inflazionatissimo in tv, quello dei talent a base di prove e giudici. Ma il riscontro fu appannatissimo: quando ancora non esisteva il nano share del digitale, come auto-giustificazione, La grande occasione riportava poco più di 1 milione di spettatori e il 5% di share (umiliato in casa dalla Casa famiglia di Dapporto e Il Raggio verde di Santoro, che veleggiavano entrambi su circa il 25% di share e 5-6 milioni di spettatori).
Questo Salvati non l’ha twittato. Oppure, con la sua provocazione, vuole mettere in guardia Italia1 dal bis? Certo è che la Direttrice di Italia1 Laura Casarotto, con Shark Tank, si gioca tutto (dopo il flop del preserale, del Karaoke e di About Love).