Tyrant, su Fox il family drama ai tempi della Primavera araba
Su Fox (canale 112 di Sky) Tyrant, serie tv con al centro il figlio di un dittatore di un Paese del Medio Oriente che torna a casa ed inizia a lavorare affinchè la sua famiglia ascolti la popolazione
Tra family drama e geopolitica, passando per temi scottanti come la Primavera araba e la ribellione del popolo di fronti a regimi dittatoriali: Tyrant, in onda da questa sera alle 21:00 su Fox (canale 112 di Sky), unisce finzione ed attualità, con un racconto contemporaneo che s’ispira ai recenti fatti di cronaca.
La serie tv è ambientata nell’immaginario stato di Abbudin, nel Medio Oriente, da cui proviene il protagonista Bassam “Barry” Al-Fayeed (Adam Rayner), fuggito anni prima a causa del regime dittatoriale del padre Khaled (Nasser Faris), che non condivide. Ora, Barry si trova in America, dove fa il pediatra, è sposato con Molly (Jennifer Finnigan) ed ha due figli, Sammy (Noah Silver) ed Emma (Anne Winters).
Sarà costretto, però, a tornare ad Abbudin per il matrimonio del nipote Ahmed (Cameron Gharaee), figlio del fratello Jamal (Ashraf Barhom), che invece ha sempre sostenuto il padre e ne seguirebbe la linea di comando spietata e dittatoriale. Un evento tragico, però, costringe Barry a rimanere ad Abbudin, dove dovrà seguire la tensione che sta salendo a causa dei recenti scontri causati dalla popolazione, che chiede la caduta del regime.
Barry, quindi, deve cercare di influenzare il fratello ad avere una linea più morbida rispetto a quella del padre, trovando un modo per placare le rivolte e stabilire un ordine politico che possa garantire maggiore sicurezza alla popolazione. Lui e la sua famiglia, ospitati nel palazzo dove vive la madre Amira (Alice Krige), si ritrovano nel mezzo di intrighi che riguardano anche Leila (Moran Atias), moglie di Jamal che ha avuto una storia con il protagonista; il giornalista Fauzi Nadal (Fares Fares), amico di Barry che lotta per la libertà del suo Paese e sua figlia Samira (Mor Polanuer), che fa parte di un gruppo di attivisti contro la famiglia di Barry.
Il protagonista, nel suo tentativo di far finire il regime, si fa aiutare dall’ambasciatore americano John Tucker (Justin Kirk), ma si scontra anche con chi, invece, trae vantaggio dalla presenza del regime, come il consigliere di Khaled Yussef (Salim Daw) ed il fratello di Khaled, il Generale Tariq (Raad Rawi).
Tyrant vede al lavoro Gideon Raff, creatore di Hatufim, versione israeliana di Homeland, Howard Gordon (Homeland e 24) e Craig Wright. Rispetto alle altre serie tv di Raff, Tyrant racconta il clima dei Paesi mediorientali attraverso gli occhi una famiglia che si ritrova dalla parte di coloro contro cui lotta la popolazione. Un punto di vista che incuriosisce il pubblico con le dinamiche familiari che si dividono tra chi, come Barry, vuole per il proprio Paese un cambiamento e chi, come Jamal, ha paura che questo possa portare alla rovina della propria famiglia.
Egoismo ed attenzione ai bisogni della gente, in un contesto che rimanda alla situazione di alcuni Stati mediorientali, dove le tensioni causate dalle manifestazioni popolari mettono in difficoltà i Governi, sfociando in proteste di cui si parla ovunque. Tyrant (girato in Israele, escluse le ultime puntate, a causa delle crescenti tensioni in Paese che hanno costretto il set a spostarsi in Turchia) riesce, quindi, da una parte, a raccontare i dubbi e le paure di una famiglia che rischia di perdere il proprio potere, e dall’altra il tentativo di un membro di questa stessa famiglia (e, guardacaso, influenzato dal senso di libertà degli Stati Uniti) di lavorare dall’interno per dare al proprio Paese quello che cerca.