Michele Santoro a Blogo: “Si chiude un ciclo. AnnoUno schiacciato dalla mia immagine, il programma con Sottile…”
“Cairo? Io sono un visionario e dico che una linea di ricerca te la devi sempre permettere, altrimenti c’è il rischio di calare per asfissia”: parla Michele Santoro.
“Si chiude un ciclo e si apre una fase nuova”. Sarà proprio così: giovedì 18 giugno si chiude un ciclo, quello di Servizio Pubblico con Michele Santoro. Dopo cento puntate dal novembre del 2011 ad oggi, il programma partito con la multi-piattaforma saluta i suoi telespettatori con un evento in piazza – simbolicamente il luogo dove tutto è iniziato -, a Firenze, intitolato Rosso di sera. Saranno tanti gli ospiti e amici che interverranno: Franco Battiato, Cristiano de André, Maurizio Landini, Bianca Berlinguer, Sabrina Ferilli, Nicola Piovani, J-Ax, Teresa de Sio, Alba Parietti e molti altri.
Previsto anche l’intervento a sorpresa di un ospite particolare, “non siamo sicuri al 100% ma al 95%, è una cosa clamorosa”. Il conduttore aggiunge a Blogo: “Tutti gli ospiti proporranno un gesto particolare. Canteranno o faranno altro legato al nostro filo narratore. E ci sarà un gesto di una persona particolare che per me ha un valore molto positivo. Ma non lo annunciamo per continuare la tradizione di Tutti in piedi: lì non avevamo annunciato la presenza di Roberto Benigni e questa volta non annunciamo questo gesto simbolico che ci sarà, lo vedremo direttamente in piazza”.
Ha annunciato che, dopo questo evento, si prenderà una lunga pausa dalla tv. Quindi a settembre non la vedremo né in veste di conduttore né di produttore?
“No, settembre è troppo vicino. C’è bisogno di uno stacco importante rispetto al passato, altrimenti diventa difficile riuscire a creare delle cose veramente nuove. Quindi ci vorrà un periodo di ricerca che durerà i mesi necessari, ma escludo di tornare in video a settembre”.
Giovedì scorso è terminato AnnoUno con Giulia Innocenzi. Il programma ha ricevuto molte critiche…
“E’ vero, ci sono state alcune critiche ma io le considero un segno del successo. Il formato è nuovo. E’ la prima volta che c’è un conduttore trentenne in prima serata. E direi che il programma se la cava abbastanza bene visto che i risultati sono superiori alla media della rete che la ospita. Il programma è molto fruito sul web. E’ vero che il pubblico televisivo rimane abbastanza tradizionale. Ma avviene perché il programma meritava di andare in una collocazione totalmente diversa, senza essere schiacciato dalla mia immagine all’inizio. Insomma, meritava di camminare con le proprie gambe e non meritava i troppi rinvii a Servizio Pubblico. Per forza di cose, per come è nato, i richiami erano consistenti e questo l’ha danneggiato. Ma rimane un programma vitale che potrebbe avere vita propria”.
Durante la conferenza ha parlato di editori restii a programmi nuovi. Mi è venuto in mente il programma che stava studiando con Salvo Sottile ma che non si è più fatto…
“Io pensavo che La 7, per variare la propria offerta, dovesse aprirsi alla cronaca nera. E sarebbe stata interessante una contaminazione con il linguaggio di Sottile. Potevamo produrre un programma completamente diverso. Ho provato a proporre un numero zero da fare in onda, rimettendoci perfino economicamente. Non è che Cairo non lo volesse fare, ma voleva farci fare sin da subito 5-6 puntate, aggiungo sottocosto. Noi proponevamo una sola puntata per vedere il riscontro del pubblico e valutare i costi. Non è stato possibile. Cairo è un grandissimo gestore delle risorse, fa i conti al lumicino con quello che ha e cerca di fare la televisione che può. Certo, io sono un visionario e dico che una linea di ricerca te la devi sempre permettere, altrimenti c’è il rischio di calare per asfissia”.