Daria Bignardi: “Le Invasioni barbariche entità viva. Gasparri nemico”
“Gasparri è come quel compagno che in prima elementare mi tirava sempre i capelli perché non lo guardavo mai”
Daria Bignardi sul blog che scrive su Vanity Fair ha commentato la notizia della mancata riconferma de Le Invasioni Barbariche nella prossima stagione di La7. O, più precisamente, ha commentato le reazioni alla notizia. La conduttrice ha ricostruito così quanto avvenuto la scorsa settimana alla presentazione dei palinsesti:
Urbano Cairo, proprietario ed editore de La7, la scorsa settimana ha presentato i palinsesti autunnali della rete. Tra molte altre cose, tutte più importanti ai fini dell’oggetto dell’incontro, ha detto che in autunno non ci saranno Le Invasioni Barbariche, il mio programma. La notizia – non una gran notizia perché sono anni, da quando ho pubblicato il primo libro, che non vado in onda in autunno – è stata ripresa in maniera folcloristicamente spropositata rispetto alla sua rilevanza, più delle novità annunciate.
Il meccanismo è noto: piacciono di più le (in teoria) cattive notizie di quelle buone. Da anni, per una serie di motivi personali, ho chiesto io di fare solo una stagione (avrei preferito fosse ancora più breve), scelta che il mio gruppo ha generosamente condiviso. Per molti è stato complicato, ma sono tutti talmente bravi che alla fine lavorano sempre, e nei programmi migliori.
La giornalista ha quindi speso parole molto sentite per raccontare il gruppo di lavoro de Le Invasioni, ricordando anche Stefania Raya, storica produttrice venuta a mancare:
Le Invasioni sono un’entità viva (come il primo programma che ho scritto, Tempi Moderni, tanto che dopo quasi vent’anni va ancora in replica su Mediaset Extra e ha i suoi nostalgici estimatori: il pubblico lo sente se ci metti impegno e passione, e non lo dimentica più). Come in tutti i gruppi di lavoro affiatati e appassionati siamo diventati amici. Sono nati molti bambini, ci sono stati matrimoni (non tra di noi, eh) e anche morti, perché così è la vita: mia madre, altri parenti stretti di alcuni di noi e Stefania, la giovane e bellissima Stefania Raya, il nostro produttore storico, un angelo già in vita.
Quindi il passo conclusivo, con elegante allusione a Maurizio Gasparri, da tempo ostile nei confronti della giornalista, posto sullo stesso piano di “quel compagno che in prima elementare mi tirava sempre i capelli perché non lo guardavo mai“:
«Se sei stato un barbaro anche solo una volta te lo ricordi per sempre», fingo di scherzare coi miei, ma noi lo sappiamo che è davvero così. Come tutte le cose vere, vive e audaci, le Invasioni hanno molti amici e anche alcuni nemici, perché le cose vive emozionano e se non le condividi le detesti: non c’è niente di male, è un sentimento umano.
Io da giovane sono stata molto animosa, dentro di me, e gli animosi li capisco e mi stanno pure simpatici, perché sono umani e infantili. I nostri nemici sono fedeli e non ci deludono mai: anche stavolta, come decine di altre in passato, non ci hanno trascurato, esultando per quella che secondo loro era una cattiva notizia che ci riguardava. Il quotidiano Libero per esempio ha titolato «Trombatissima», pubblicando una mia grande foto. Io quel quotidiano non lo leggo (niente di personale, non si può leggere tutto), ma uno dei vicepresidenti del Senato, che ho fatto pubblicamente voto di non nominare mai, si è premurato di mandarmi la foto della pagina via Twitter, insistendo parecchio nel plaudere alla – secondo lui – mia dipartita. È uno dei più fedeli tra i nostri nemici, e oramai gli sono affezionata, come a quel compagno che in prima elementare mi tirava sempre i capelli, Marcello. Marcello l’ho rivisto dopo tanti anni alla presentazione di un mio libro a Ferrara.
Ora fa l’insegnante di yoga, ha detto, chiedendomi la dedica. Mi ha fatto molto piacere rivederlo, dopo quarant’anni. «Perché da bambino mi tiravi sempre i capelli Marcello?», gli ho domandato. «Tu non mi guardavi mai. Parlavi solo con Angelo e Giuseppe!», ha risposto.