Il pollice verde sono io, Sardella rivendica il primato del minestrone televisivo
Luca Sardella rivendica “Il pollice verde sono io”, ma il nuovo programma di La7 è un Linea Verde expocentrico e ripiegato su se stesso, senza originalità
Ormai “l’ho inventato io” non è più solo una formula baudiana, ma un nuovo trending topic televisivo. C’è Luciano Onder strappato alla pensione Rai da un contratto Mediaset (con tanto di ospitata d’onore ad Amici), Davide Mengacci tornato alla leadership dello sposalizio catodico. E ora Luca Sardella che torna dopo una lunga assenza dai palinsesti con tanto di manifesto autocratico: “Il pollice verde sono io”.
Così La7 ha affidato il suo Linea Verde al suo padre putativo, quello che ha sempre avuto la patente per occuparsi di agricoltura in tv (alla faccia delle compagne di noti imprenditori o di conduttrici rampanti, per cui il green in tv fa curriculum).
Sardella è tornato, però, con un problema di fondo: la sindrome de “la ricerca del tempo perduto”. Il pollice verde sono io, specialmente nella puntata odierna, è un concentrato di pomodoro che sa ormai di scaduto.
L’artigianale stile ‘sardelliano’, è vero, traspare dalla sigla fatta in casa naif e dal coinvolgimento di nonne e bambini (un target che La7 neanche sa dove sia), ma sa lontano un miglio di antiquariato Rai, riesumato da La7 per pura fiducia nell’anzianità di servizio. La stessa realizzazione del prodotto manca di appeal nel montaggio e, anche se si passa freneticamente da un tema all’altro, l’effetto generale è quello di un gran minestrone più che di un sapiente remix.
Poi, come lasciavano presagire le dichiarazioni della vigilia, l’Expo sta sicuramente contribuendo a far proliferare certi programmi in tv (da Cooking Show a Mezzogiorno italiano quest’estate non si produce altro). E a Sardella non mancano buone parole verso l’evento:
“Quest’anno all’Expo ci sono stati sette giorni dedicati al pomodoro. Ha partecipato il Ministro Martina, l’onorevole Paola De Micheli che tiene molto a questa terra e tiene molto al pomodoro”.
Poi, a un certo punto, arriva la rubrica sulla cura dei denti e ti chiedi cosa c’entri col pollice verde e col pomodoro (tema di puntata). Più mirata, invece, la rubrica fissa affidata alla figlia di Sardella (o dovremmo dire figlia dei fiori à la Janira). A lanciarla è il papà stesso, dichiarando senza problemi il grado di parentela. Si chiama Le signore del verde e oggi l’ha vista entrare in una serra trasformata in un laboratorio artistico. Peccato solo che anche lei andasse molto di fretta:
“Devo scappare perché ho altre signore del verde da incontrare”.
Ma cos’hanno da fare di così impellente i Sardella? Tra il ritmo sostenuto e l’ansiogenia tuttologa – di chi parla di tutto un po’ alla leggera – c’è una bella differenza.