Agon Channel, Matteo Campese a Blogo: “Non è un j’accuse, ma dov’è il mio contratto?”
A Matteo Campese, vincitore del talent Chance di Agon Channel, spetterebbe un contratto di un anno col canale. Però, a quanto ci racconta, la situazione sarebbe in stallo…
Vincere è una bella cosa. Ma non sempre porta i risultati sperati. Può capitare, soprattutto se si tratta di talent, che il trionfo assuma ben presto i contorni di un limbo, una terra di mezzo in cui non ci si può dire “arrivati”, ma nemmeno mai partiti. Nessuna persona ragionevole, comunque, si aspetterebbe fama imperitura in seguito alla vittoria di un talent. Questo succede solo in rarissime eccezioni. E quasi mai è “per sempre”.
Ma veniamo ai fatti: il 5 giugno scorso, in contemporanea con il finalone di Amici, va in onda la finalissima di un talent che si chiama Chance, altrimenti ribattezzato il Forte Forte Forte di Agon Channel. Tra cantanti, cabarettisti e illusionisti a spuntarla è un ventottenne genovese, tale Matteo Campese, aspirante conduttore.
Bravo, davvero bravo. Forse anche troppo per il contesto in cui si ritrova a giocare. Ma si parlava di vittoria. Ebbene, quella di un talent sul canale 33 del DDT forse non ti dà la fama agli occhi del grande pubblico. Anzi, no di certo. Però, stando alle regole del gioco, sarebbe tenuta a darti un anno di contratto col canale. Un po’ come quel Forte Forte Forte, bestia nera stagionale dei palinsesti Rai.
E se questo contratto, quello con Agon, non arriva?
Abbiamo fatto due chiacchiere con Matteo Campese, vincitore della prima (ed ultima?) edizione di Chance. Lungi da trarne qualche lume sul futuro di Agon Channel dopo il mandato d’arresto per il suo editore Becchetti, forse nel “limbo” di cui si accennava all’inizio, non ci sta vivendo solo Campese…
Ciao Matteo, cosa succede?
Succede quello che tutti sanno e che era preventivabile: dopo la finale del talent che è andata in onda il 5 giugno, ci siamo sentiti con l’allora direttore del canale, Massimo Righini, e la produzione. Si parlava di nuovi format, forse un talk o un programma di intrattenimento pomeridiano. Erano solo bozze, ma non vedevo l’ora di cominciare…
E poi?
E poi ci sarebbe stato il Festival Show con Giorgia Palmas, in giro per il triveneto. Io ho partecipato alla conferenza stampa e in effetti il progetto era quello di farmi fare un po’ di backstage durante le puntate. Avevo già preparato tutte le bozze delle aperture e del postshow.
E perché non se ne è fatto nulla?
Il motivo è molto semplice: la società è stata bloccata e gli intestatari dei conti non possono firmare contratti.
Quindi temi che il contratto che avresti vinto vada in fumo insieme ad Agon Channel?
Non so se Agon Channel andrà in fumo. Quello che so è che non c’è più Righini, la persona con cui ero in contatto e che adesso al suo posto c’è una donna che non ho mai visto di persona…Ci siamo sentiti per la prima volta una settimana fa via mail, giusto un “come va?”.
E tu non chiedi lumi?
Sì, ma mi viene risposto che nemmeno lì si sa come si evolverà la situazione. La situazione del canale, intendo. Quindi io sto aspettando di sapere, ma non sono l’unico in attesa…
Ma cosa ti aspettavi, davvero, quando hai pensato di partecipare ad un talent di Agon Channel?
Mi aspettavo che il futuro non sarebbe stato così menagramo. Non ho mai conosciuto Becchetti di persona ma ho sempre avuto un ottimo rapporto con lo staff. Il mio, infatti, non è un j’accuse, solo un urlo al cielo, se così si può definire.
Quindi per te è stata solo “sfortuna”?
Sì, la sfortuna gioca un gran bel ruolo in questa partita.
Non è la prima volta che tenti la strada del talent. Avevi partecipato anche alla prima edizione di Rds Academy…
Sì, la mia prima grande passione è la radio. La tv per me è come la chitarra per Paganini (non che mi ci voglia paragonare, naturalmente): un bellissimo svago.
E hai da sempre la passione per questo “bellissimo svago”?
In realtà tempo fa avevo “un lavoro vero”, ufficio marketing. Una volta a settimana, però, venivo a Milano per frequentare un’Accademia di spettacolo dove mi è stato detto che potevo avere delle carte da giocare. Sarà successo quattro o cinque anni fa, da lì ho sempre cercato di far diventare questa passione il mio lavoro.
Allora in bocca al lupo, Matteo.