Mr. Robot, il creatore della serie tv Sam Esmail parla della difficoltà di vendere lo show (diventato il fenomeno dell’estate)
Sam Esmail, creatore di Mr. Robot, parla della difficoltò di vendere la serie tv a causa degli eccessivi tecnicismi, ma anche di non aver voluto sfruttare troppo i colpi di scena e di essersi ispirati ai suoi film preferiti
Se c’è una serie tv che quest’estate ci ha sorpreso ed è diventata in pochi episodi la rivelazione dei mesi scorsi, questa è sicuramente Mr. Robot. Il drama di Usa Network (che supera i propri limiti di canale destinato a proporre drama di qualità come Suits o Satisfaction ma sempre più attenti a divertire il pubblico che a scuoterlo davvero) è riuscito così in poco tempo a diventare un fenomeno di cui hanno parlato tutti, il cui finale è andato in onda la scorsa notte, tra nuovi colpi di scena e rivelazioni.
Il creatore dello show Sam Esmail -che inizialmente aveva pensato di trarne un film e non un telefilm- è andato contro le titubanze di molti network, intimoriti da un linguaggio tecnico a tratti eccessivo e da personaggi che non sembrano avere molte possibilità di redenzione: il protagonista Elliot (Rami Malek, di cui probabilmente sentiremo parlare ancora), hacker che non trova nulla di buono nella società di oggi, e la fsociety, gruppo che vuole distruggere l’ordine economico contemporaneo per ristabilire l’uguaglianza ed annullare le ingiustizie, non cercano il meglio di loro stessi, perchè non è ciò che gli interessa e che non interessa neanche al pubblico. I telespettatori, fin dal pilot, entrando a far parte del gioco della serie tv, diventano l’amico immaginario del protagonista, che si rivolge a noi trattandoci come un’entità presente solo nella sua testa.
Proprio la voce fuori campo è stata una delle ragioni per cui la serie ha avuto difficoltà ad essere acquistata dai network, ha detto Esmail:
“Pensavano che ce ne fosse troppo. Odio lo stigma nei confronti della voce fuori campo -per me è uno degli strumenti migliori nella sceneggiatura, anche se va contro numerose regole della sceneggiatura. Alcuni dei miei film preferiti –‘Arancia Meccanica’, ‘Taxi Driver’, ‘Quei bravi ragazzi’– hanno incredibili voci fuori campo. Si riesce ad avere un rapporto intimo con il pubblico che non si può avere con il solo dialogo nelle scene”.
Altra preoccupazione prima che Mr. Robot trovasse un network era la presenza eccessiva di termini riferiti al mondo tecnologico, e di scene in cui la conoscenza della rete richiesta per comprenderle poteva essere troppo alta:
“Da un lato erano interessati a questo aspetto perchè sembrava che fosse nello spirito del tempo ed attuale. Ma dall’altro lato, Hollywood ha sempre sbagliato quando ha parlato di questi argomenti, nei film ed in televisione, avevano paura di ripetere quest’errore”.
Evidentemente, Mr. Robot è riuscito ad aggirare l’ostacolo della complessità del linguaggio tecnico, affiancandolo ad una sceneggiatura che si preoccupa di seguire le storyline dei protagonisti con la stessa attenzione e cura nei colpi di scena.
-Attenzione: spoiler-
La rivelazione che Darlene (Carly Chaikin) in realtà è la sorella del protagonista, e che Mr. Robot stesso (Christian Slater) è il loro padre defunto, con cui Elliot ha dialogato solo nella sua testa, per Esmail doveva essere sorprendente ma anche facilmente comprensibile dal pubblico prima che fosse spiegata:
“Volevo realmente che il pubblico fosse un po’ avanti rispetto ad Elliot. Lo abbiamo telegrafato intenzionalmente, al punto che la gente avrebbe pensato di essere stata mal indirizzata. Non sono stato ossessionato neanche dalla rivelazione di Darlene, perchè credo che sia pericoloso farlo, perchè il pubblico poi si sente preso in giro e riduce quel momento ad un semplice colpo di scena da ‘Te l’avevo detto!’. Non è mai stata la nostra intenzione, soprattutto nella scena del cimitero. Volevamo che foste con Elliot nella sua lenta comprensione che questo disordine di cui è affetto stava iniziando a farsi sentire su di lui. E’ stato un momento emozionante per il personaggio, quindi volevo che il pubblico non fosse distratto e fosse con lui in quel momento. Anche per quanto riguarda il colpo di scena di Darlene, pensavo che la gente lo avrebbe immaginato. Nei film che mi piacciono, il colpo di scena ti viene raccontato, sebbene lo facciano in modo sfumato. Ricordo di aver letto che i produttori de ‘Il Sesto Senso’ volevano tagliare la battuta ‘Vedo la gente morta’ perchè pensavano rivelasse il colpo di scena. Ma è stato intelligente dirlo in modo non esplicito, e quando è stato rivelato il pubblico è stato soddisfatto”.
Il finale di stagione è stato rimandato di una settimana, dopo i tragici fatti avvenuti in Virginia, in cui una giornalista ed un cameraman sono stati uccisi in diretta. Una scena del finale, infatti, potrebbe ricordare questa notizia. Il network ha quindi deciso di posticipare l’ultima puntata dello show che, però, contiene un riferimento anche ad Ashley Madison, il sito di appuntamento online che è stato hackerato proprio nei mesi scorsi, così come aveva fatto il protagonista nel pilot:
“La questione di Ashley Madison era presente nel pilot, uno dei pezzi che Elliot usa contro Lenny, il compagno di Krista (Gloria Reuben). La citazione era nella bozza originale del finale… Avevo usato Ashley Madison ancora, ma avevo deciso di tagliare quel riferimento. Poi, quando siamo andati in sala di montaggio, è scoppiato il caso ed ho pensato ‘Perchè no?’. Aveva senso, e l’ho reinserito”.
Ora che la prima stagione è terminata, Esmail non ha tempo per riposarsi. Diventato anche oggetto di gossip per via dell’annuncio del matrimonio con Emmy Rossum, protagonista di Shameless, sta già pensando alla seconda stagione della sua serie tv, che oserà ancora, cercando di raccontare i meandri dell’economia:
“Abbiamo parlato con un sacco di economisti che seguono gli eventi in tempo reale, riguardo a cosa potrebbe accadere se avvenisse qualcosa come ciò che avviene nella serie tv. Alla fine, da che parte starà la gente dopo aver visto le conseguenze? Speriamo di rendere l’economia sexy e divertente”.