Provaci ancora prof 6, Veronica Pivetti a Blogo: “Gli ascolti ci hanno premiato. Il finale di questa stagione vi sorprenderà”
Provaci ancora prof vince ancora negli ascolti. La Pivetti commenta il risultato, ci dà un’anticipazione sul finale e spera nella settima stagione.
Veronica Pivetti è ormai per Rai Uno una garanzia, così come Terence Hill con il suo Don Matteo. Provaci ancora prof con la sua sesta stagione, infatti, continua a vincere la gara degli ascolti in qualsiasi giorno di messa in onda. Ieri, con oltre 5,4 milioni di telespettatori e oltre il 22% di share, ha vinto la serata contro il Grande Fratello, esattamente come è accaduto martedì contro L’Onore e il rispetto. Da questa domenica Provaci ancora prof 6 si sposta poi alla domenica, giorno in cui andranno in onda le ultime tre puntate. Se gli ascolti, come sta accadendo, dovessero continuare a crescere, si fa sempre più probabile il rinnovo per una settima stagione. Di questo e tanto altro, oggi, abbiamo parlato con la Pivetti, sempre straordinaria nel ruolo della professoressa Camilla Baudino.
Intanto complimenti per il successo di Provaci ancora prof. Immagino che ci sia grande soddisfazione per i risultati ottenuti.
Grazie mille. Siamo davvero molto contenti e anche sorpresi, perché quando si arriva a una certa stagione si teme un calo degli ascolti, in quanto viene meno la novità. In questo caso, invece, o la novità c’è ancora oppure c’è un’affezione molto forte del pubblico. O forse entrambe le cose.
Questa settimana la serie va in onda con ben tre puntate, compresa quella che vedremo domenica. Non temi che la fiction, in questo modo, venga un po’ inflazionata?
Io ho il terrore che questa cosa succeda e non sono certo contenta che la fiction vada in onda tre volte. Tra l’altro sono una persona che sta molto attenta a non inflazionarsi, che ama farsi desiderare, ma temo che stavolta non succederà (ride, ndr). Per tutti noi che ci abbiamo lavorato è stato un fulmine a ciel sereno questa cosa della programmazione in tre serate e di certo non abbiamo brindato. Non trovo che sia giusto per il pubblico, che va sempre rispettato e con il quale andrebbero rispettati gli appuntamenti. Non mi piace costringere le persone a stare a casa tre sere a settimana per vederci, anche se una cosa piace, perché poi rischiamo che dicano “Non ne possiamo più”. Ci auguriamo comunque che vada bene lo stesso, perché ci teniamo tantissimo e perché ci dispiacerebbe dovesse andare male per una sbagliata programmazione. Tanto per dire, martedì abbiamo vinto la serata con altri numeri perché non era la nostra serata, ieri il distacco è stato invece maggiore, perché il giovedì è stato fino ad ora il nostro giorno. Il pubblico – che tra l’altro paga il canone – ha dimostrato grande affetto per questa serie, dovremmo quindi anche rispettarlo. Ora non ci resta che incrociare le dita per domenica.
Sarebbe da pazzi, coi vostri numeri, non rinnovare la fiction per una settima stagione. Tu saresti disponibile e credi che ci sia ancora altro da raccontare, oltre a quello che abbiamo già visto?
Io sono disponibilissima a continuare a interpretare un personaggio che amo molto. Credo che con questa sesta serie abbiamo talmente rimescolato le carte, talmente rimesso in gioco tutti i personaggi, che c’è spazio per altre dodici serie. Gli autori hanno saputo in queste sei stagioni, utilizzando i tre personaggi chiave (quello della professoressa, del marito e del commissario) fare tante di quelle combinazioni che il cubo di Rubik in confronto è per dilettanti. Sono assolutamente fiduciosa, quindi, nella loro capacità di trovare nuove soluzioni. Tra l’altro credo che le soluzioni trovate in questa nuova stagione siano tutte assolutamente credibili, anche perché noi raccontiamo la famiglia allargata e ormai le famiglie allargate sono una cosa comune, soprattutto quelle di questa generazione. Adesso certi tabù del passato non ci sono più. Non c’è quindi limite a quello che può succedere ancora nella famiglia della Baudino, perché noi seguiamo quello che accade continuamente nella realtà.
Dopo dieci anni non hai un po’ paura di restare intrappolata in questo ruolo, che è sì bellissimo ma che magari con passare degli anni ti può anche stancare?
Ti dico la verità: in questi dieci anni ho fatto anche tante altre cose – ho fatto teatro, ho fatto il mio primo film da regista che uscirà a breve – e ho anche rinunciato a tante cose che mi hanno proposto ma non mi piacevano, quindi non mi è affatto pesato. Se dovesse arrivare un progetto nuovo – e, ti dico la verità, ci stiamo pensando – io sarei prontissima, perché questo mestiere mi piace moltissimo. Ma la verità è anche che io a questa cosa dell'”intrappolamento” ci credo fino a un certo punto: se una cosa piace e va forte io la faccio, quando non piacerà più smetterò di farla. Penso che un attore debba vestire i panni che gli interessano e gli piacciono. Se i panni ti piacciono continui a vestirli, e parallelamente ti inventi altre possibilità. Io la penso così.
Quale credi sia il motivo del successo di Provaci ancora prof?
Ti rispondo in maniera non seria: non me ne importa niente (ride, ndr). In maniera seria ti risponderei che scatta un meccanismo di identificazione, perché tutti siamo andati a scuola, oppure ti direi che piacciono i personaggi. Ma l’unica risposta vera che ti posso dare ora è che non me ne frega niente, mi godo questo successo. A noi piace fare Provaci ancora prof, al pubblico piace guardarla, direi che è il connubio perfetto.
Veronica, al posto di Camilla, chi sceglierebbe tra Renzo e Gaetano?
(Ride, ndr). Io non avrei vicino né Renzo né Berardi. Veronica, a differenza di Camilla, è single e ha due cani meravigliosi.
Da dieci anni nella fiction sei mamma di Livietta, mentre nella vita reale non hai figli. Hai qualcuno a cui ti ispiri per il ruolo di madre?
Onestamente no. Ti posso però dire che siccome Ludovica Gargari (Livietta, ndr) ha iniziato con noi che aveva sei anni, io mi sento un po’ la sua mamma putativa. Questa bambina, che adesso è una splendida ragazza, l’ho vista crescere. Quando giriamo una fiction stiamo tutti insieme sei/sette mesi, quindi non ti nascondo che questo rapporto un po’ materno me lo sono proprio costruito con lei. Ci viene ormai talmente istintivo comportarci da madre e figlia. Pensa che anche il rapporto con Enzo, che è un marito finto, è talmente rodato che c’è molta naturalezza in tutto questo. C’è un bene vero tra me e Ludovica, e c’è anche la gioia di portare avanti un prodotto di successo.
In queste prime 5 puntate ci siamo dovuti abituare a dei grandi stravolgimenti nella storia. Sarà così anche nelle prossime tre?
Sì. Ma lo stravolgimento non sarà quello che tutti si aspettano, tipo che Camilla torna con il marito. Ti dico solo che arriva un terzo personaggio, un altro uomo, di più non svelo. E aggiungo che qua non si può mai stare tranquilli.
Ti sei sempre divisa tra il tuo lavoro d’attrice e quello di conduttrice. Hai condotto dei programmi di intrattenimento e, visto il tuo amore per gli animali, mi chiedevo se ti piacerebbe condurre una trasmissione di quelle sul mondo animale, che ci sono anche in Rai.
Ti dico la verità, no. Con i miei cani, ma con gli animali in genere, io ho un rapporto “di gratuità”. Nel senso che c’è un rapporto di rilassamento, di felicità, di svago, di distacco da tutto. Non mi è mai passato per la testa, e forse neanche mi interesserebbe, occuparmene per lavoro. Quando mi hanno proposto di scrivere un libro, mi hanno chiesto di scriverlo sul mio rapporto con gli animali. Ho risposto di no, che a me il rapporto bastava averlo. Il lavoro è un’altra cosa, per me è come se fossero la mia famiglia.
Tv, cinema, teatro, radio, doppiaggio, regia, produzione. C’è qualcosa, in questo ambito, che Veronica non sa fare?
Il fatto che ci abbia provato, non significa che sappia fare tutto (ride, ndr). Ho provato a fare tutte queste cose perché credo che questo lavoro sia bello sempre. Questo mestiere mi piace totalmente. Mi piace pensare un progetto, crearlo, interpretarlo, mi piace qualsiasi aspetto. Io ci provo, mi impegno, ma questo non significa che sappia fare bene tutto. Una cosa è certa: non riesco a trovare un aspetto di questo lavoro che non sia affascinante.