Il favoloso mondo di Whitney, la “cicciona che balla” sul web conquista una serie su Real Time

Dal web alla tv: dopo aver postato su YouTube un suo balletto, Whitney Thore conquista un docureality che strizza l’occhio alle favole. La serie che la vede protagonista, infatti, si intitola Il favoloso mondo di Whitney e debutta questa sera,  mercoledì 14 ottobre, alle 21.10 su Real Time (DTT, 31; Sky 131 e 132, Tivùsat 31). La serie, trasmessa negli USA su TLC, è già alla sua seconda stagione – per un totale di 18 episodi – e ha come titolo “My Big Fat Fabulous Life” (La mia favolosa, grossa e grassa vita), inserendosi nella saga dei ‘Grossi e grassi’ dicureality: in Italia, invece, si è pensato più alla favola contemporanea di Amèlie che alle esagerazioni che abbiamo imparato a conoscere con i matrimoni gypsy.

Tutto è iniziato con una coreografia postata sul web dal titolo inequivocabile, “La cicciona che balla” (A fat girl dancing): 8 milioni di visualizzazioni per un filmato uguale a tanti altri, se non fosse per un dettaglio, ovvero la ‘stazza’ della ballerina. La 29enne della North Carolina è diventata rapidamente l’immagine della leggerezza, a fronte di una forma fisica che non rispecchia affatto i canoni della danza, non solo della bellezza occidentale. Ma la sua elasticità e la sua bravura l’hanno immediatamente portata a incarnare il simbolo delle donne obese o in sovrappeso che rivendicano la propria sensualità e combattono il pregiudizio.

Whitney ha quindi raccontato la sua storia, che inizia al college: la ragazza, già appassionata di danza, si ritrova a prendere rapidamente peso e dai 52 kg registrati al liceo ingrassa di 45 kg in un anno. A causare il repentino aumento di peso sarebbe stata la sindrome dell’ovaio policistico, una patologia endocrina che l’ha radicamente trasformata. 

Dopo una comprensibile fase di choc, Whitney ha ripreso, però, a ballare, a fare attività fisica e ora insegna. Una storia tutta da seguire, una battaglia contro il pregiudizio che sa di rivalsa. Perché il pregiudizio è forse la forma peggiore che un essere umano può incarnare.

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