Generazioni, Milo Infante a Blogo: “Raccontiamo gli italiani attraverso i genitori e i figli” [video]
Milo Infante racconta a Blogo il nuovo programma, Generazioni, in onda dal 4 novembre 2015 su Rai Due. Guarda l’intervista video.
Milo Infante torna su Rai Due, dal 4 novembre, per 8 settimane, con “Generazioni“, un programma che segue la falsariga del precedente “Senza Peccato” e racconta il mondo dei giovani e degli adulti, con una analisi senza giudizio ma di informazione su quello che è il mondo di oggi. Si parla di servizio pubblico, come da lui stesso sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione del programma. Noi di Blogo abbiamo rivolto qualche domanda al conduttore, per avere qualche anticipazione su quello che potremo vedere e conoscere nelle otto puntate previste.
Parte il 4 novembre Generazioni, una sorta di seguito di Senza Peccato. Cos’è cambiato, c’è un peccato che adesso è nato o è uno sguardo a generazioni diverse?
E’ uno sguardo a generazioni diverse. Noi raccontiamo come stanno cambiando gli italiani attraverso il racconto dei padri e quello dei figli. Intrecciamo queste storie -si intersecano, a volte si sfiorano- che hanno un epilogo che spesso hanno un epilogo molto simile o comune. Quindi raccontiamo i cambiamenti che sono in atto.
Ci sono vari temi di cui parlerete in queste otto puntate. Si parte dalla droga poi gli altri, invece, ci aveva accennato in conferenza stampa che sono la famiglia…
La famiglia, l’alcol, il volontariato, il lavoro, Internet e tutto quello che ne consegue. Stiamo cercando di raccontare buona parte dei cambiamenti che stanno avvenendo in questo momento.
Qual è secondo lei la figura più fragile in questo periodo? L’adolescente o il genitore che magari, come aveva spiegato lei, si mette a cercare informazioni dal dottor Google o cercando informazioni, la verità sul web?
Sono entrambi molto fragili perché entrambi, magari, cercano di avere informazioni o di capire qual è la soluzione migliore per un determinato problema affidandosi spesso a persone che non sono degli esperti o a gruppi che non sono formati o comunque coordinati da persone che hanno coscienza dei fatti. Ed ecco che si creano i luoghi comuni, che si creano le leggende metropolitane. Diciamo che, oggi, i genitori sono lasciati soli perché la televisione si occupa dei reality, della cucina, intrattenimento e poco oltre. I figli sono da soli e sono chiusi in camera, con un computer davanti, con un loro mondo che non è il mondo della nostra televisione, è il mondo di YouTube, dei canali, di Internet. E’ da lì che prendono spunto e ispirazione. Però non possiamo sperare che sia sempre oro colato quello che arriva.
Un buon motivo per un genitore- e per un adolescente- per seguire Generazioni?
Per i giovani perché non racconta le storie dei giovani ma fa in modo che siano i ragazzi a raccontare la loro storia, la loro esperienza, non filtrati, non imbeccati, non condizionati in alcun modo. Per i genitori, invece, perché mostra la realtà per quella che è e viene rappresentata dai loro figli. Quindi i pericoli, quelli che sono i motivi di paura per un genitore, vengono -spero- ampiamente raccontati dal nostro programma. Un modo per aiutarli e per farli sentire un po’ meno soli.