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Sotto Copertura, il romanticismo preferito al racconto della realtà

Sotto Copertura non racconta la cattura di Iovine con attenzione alla realtà dei fatti, romanzando la cronaca e somigliando troppo ad altre fiction

pubblicato 2 Novembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 08:50

Doveva essere una fiction rappresentativa dello sforzo della Polizia nel catturare il boss dei casalesi Antonio Iovine: Sotto Copertura, invece, si è rivelata una delusione sia dal punto di vista della sceneggiatura che del cast, poco azzeccato per dei ruoli abbozzati e non determinanti nel rendere il racconto all’altezza delle premesse.

Le intenzioni erano buone, ovvero raccontare la storia della cattura del boss attraverso il lavoro della Squadra Mobile di Napoli e delle intercettazioni che hanno portato all’individuazione del covo in cui si nascondeva. Ma, soprattutto, l’intento era quello di mostrare il duro lavoro degli uomini delle forze dell’Ordine, costretti a lavorare con poche risorse ed in situazioni di pericolo.

La resa in scena, però, non ha raggiunto quest’obiettivo: Sotto Copertura segue lo schema di fiction poliziesche già andate in onda, in cui la fantasia superava la realtà ma c’era sempre una base d’ispirazione d’attualità. Ci riferiamo a La Narcotici, che attraverso il lavoro della squadra al centro del racconto mostrava le infiltrazioni della criminalità organizzata ed il suo lavoro.

Nella fiction di Raiuno questo modello si unisce a quello più popolare della fiction romanzata, in cui l’amore impossibile tra la vivandiera di Iovine (Dalila Pasquariello) ed il giovane Emilio (Filippo Scicchitano) porta il pubblico a seguire non solo le indagini della squadra, ma anche il tentativo della ragazza di avere una vita senza le preoccupazioni dovute al suo incarico.

Il risultato porta Sotto Copertura a non ergersi alla fiction che voleva essere, capace di raccontare la realtà con sguardo obiettivo ed attento. La sceneggiatura mira piuttosto alla fiction iberica, con azione e tanto romanticismo, mentre il cast, per quanto formato da bravi attori, non riesce a portare in scena una rappresentazione abbastanza credibile di un racconto che avrebbe dovuto premere di più sulla cronaca che sulla finzione.

Sotto Copertura non è, come giustamente è stato detto, una versione della Rai di Gomorra-La serie, perchè non aspira a quel modello narrativo, che sporca il racconto e rende l’attualità cruda e difficile. Qui, invece, si racconta ancora la lotta alla criminalità con la stessa cautela di tante altre fiction italiane.