Sotto copertura: l’altra faccia di Gomorra che fa vincere la Rai che ora deve raccogliere la sfida
Considerazioni a margine della fiction campione di ascolti del primo canale della televisione pubblica
Qualcosa si muove sotto il sole di viale Mazzini. La fiction in due puntate Sotto copertura, che ha trasmesso Rai1 lunedì 2 e martedì 3 novembre in prima serata, ha centrato due obbiettivi: il primo quello del mero dato di ascolto ed il secondo che guarda decisamente più in là. La prima puntata ha ottenuto 5.849.000 telespettatori ed il 21,75% di share, cresciuti poi nella seconda a 6.130.000 ed il 24,15% di share, con una media quindi di 5.987.000 ed il 22,89% di share. Il solo fatto che il prodotto è cresciuto nella seconda parte significa che la fiction ha colpito nel segno, con il tam tam del pubblico che ne ha consigliato la visione ad altri potenziali telespettatori.
C’è poi il discorso relativo al prodotto in se, che ha funzionato sia in termini di scrittura che in termini di resa televisiva. La confezione è stata assolutamente a livelli di eccellenza, seppur con qualche “luxata” qua e la, sopratutto sul finale ed in qualche fotogramma di “maniera” relativo alla parte “privata” di alcuni personaggi. Al netto di tutto però Sotto copertura è parso un lavoro assolutamente degno e al passo con i tempi.
Ovviamente la mente va verso prodotti come Romanzo criminale e Gomorra trasmessi da una piattaforma a pagamento quale è Sky e che hanno ottenuto grandi consensi da parte della critica. Ma se in quel caso, come in altri lavori tipo il recente “Suburra“, il comune denominatore è stato dar vita a dei personaggi “cattivi” inseriti in un contesto “cattivo”, in Sotto copertura si è raccontata una storia “buona” con protagonisti dei personaggi positivi.
La Rai degli albori ha alfabetizzato gli italiani raccontando i grandi romanzi classici con Anton Giulio Majano negli anni sessanta (senza dimenticare gli altri grandi registi degli sceneggiati di quell’epoca). Poi si è cambiato passo e sono arrivati prodotti con una confezione più cinematografica come Sandokan di Sergio Sollima e prima ancora l’Odissea di Franco Rossi, quindi i grandi kollossal come Marco Polo e Cristoforo Colombo.
Poi con Sergio Silva è arrivata La Piovra, che ha raccontato la mafia sul primo canale della Rai ed in quell’occasione un altra svolta. Ecco la sensazione vera di questo Sotto copertura è che la Rai con la Lux, abbia innestato una marcia nuova, esattamente come accadde in passato con i prodotti sopra menzionati. Ora si tratta di raccogliere questa sfida, raccontando il nostro paese con questi occhi e con questi mezzi, entrando sempre di più nel profondo della società di oggi. Società che non è fatta solo di famiglie da spot, ma anche di situazioni più spigolose e meno pubblicizzate e se il problema è il budget allora forse è meglio fare qualche fiction in meno e qualche prodotto in più come questo.